Se c'è una cosa che mi piace, sono i piani ben riusciti.
E per piani intendo le mie giornate pianificate quasi al minuto.
Perché sì, lavoro schematicamente, divido in un'unità che vanno da mezz'ora alla durata di un episodio, le mie ore, un po' come faceva Hugh Grant in About a Boy.
Abitudini dure a morire, orari fissi, azioni da svolgere in sequenza.
Sempre.
Non solo per come gestire la visione di film ed episodi, ma anche solo per come uscire dal letto e prepararmi, tra quella che ho capito chiamarsi "beauty routine" e momenti fissi che aiutano a far passare in fretta le ore a lavoro (alle 9 il primo the caldo, alle 10.30 merenda).
Così da anni, forse da sempre, in un bisogno di sapere cosa fare, di non aver troppi momenti vuoti, in compiti da portare a termine e sentirsi in pace con se stessi.
Uscire dai binari, dalla comfort zone, allora fa paura.
Lo fa sempre di più man mano che gli anni avanzano e in questa routine si sta bene.
Ma sfidarsi, cambiare, è necessario.
Lo scorso anno avevo deciso di dedicare alle esperienze diverse parte di queste riflessioni domenicali. E così ero finita ad un concerto metal, a vedere un'opera lirica, sono andata a New York nonostante la paura della burocrazia e di un volo così lungo, ho seguito una squadra di calcio nei suoi play-off e manifestato in un corteo coloratissimo. Insomma, lasciandomi andare in queste avventure, ho vissuto un po' di più, mi sono soprattutto divertita.
Quest'anno continuerà all'insegna di nuove esperienze da affrontare come dovrebbe essere in realtà la vita di sempre, ma in mezzo, mi lancerò qualche sfida.
Mi faccio quindi follower dei consigli di una tredicenne come Kayla, ascolto i suoi tutorial su come aver più fiducia in me, tenendo a mente chi sono, e lanciandomi in esperimenti e sfide che da quella zona di comfort mi tirano fuori. Ché è inverno, e si sta bene sul divano, fra le coperte, ma l'emozione che ti può dare la neve che cade sul tuo viso, non la sa riproporre nemmeno il grande cinema.
Questa partenza lenta e sonnacchiosa, questa partenza che vale come monito a me, come promessa da mantenere, vuole esserlo anche per quelle sfide lavorative che rimando da anni. A breve -prometto di nuovo- ne saprete di più e vi inviterò a condividere, mipiacciare, seguire.
Ché rimandare è facile, non costa niente, e io lo faccio da 19 giorni, ma decidere di agire è la vera rivoluzione. E con questa prima foto, questo primo post, un piccolo passo l'ho fatto.
Sono contenta per te, per questi piccoli grandi passi verso una visione un poco più elastica della vita; perché, credimi, a un certo punto il tuo corpo comincerà a darti “segnali”, a volte sotto forma di ansie, attacchi di panico, paurevncontrollabiliil perché “stanco di tenere tutto sotto controllo”. A scuola ho avuto un bimbo, i cui genitori erano (sono) “super rigidi” persino nel manifestare le emozioni, anche quelle erano calcolate, ebbene questo bimbo di quattro anni aveva attacchi di panico veri e propri. Buona domenica e ... rimanda e goditi quello che incontri durante la giornata e se a sera non hai fatto tutto quello che ti eri prefissata pazienza, la vita è oltre. 🤗🤗
RispondiEliminasinforosa
Mi piace pianificare e mi piace quando va tutto liscio, ma per fortuna non sono ancora così rigida e l'ansia la riesco a tenere ben sotto controllo. Ma grazie per il consiglio, serve sempre qualcuno che ti ricordi che non tutto deve essere perfetto :)
EliminaPerdonami errori: paure incontrollabili
RispondiEliminaIl personaggio di Hugh Grant in About a Boy è uno di quelli in cui mi ritrovo di più, però nemmeno io arrivo a dividere i miei orari in unità come faceva lui. :)
RispondiEliminaSono curioso di scoprire in quali nuove sfide ti lancerai quest'anno.
Diventerai una trapezista del circo? XD
Saprò stupire come lo scorso anno? Lo spero. Intanto posso anticipare che mi iscriverò in palestra, e già questo è per me un passo da gigante!
EliminaL'anno scorso effettivamente mi sorprendesti, vedremo quest'anno ;)
RispondiElimina