Pagine

11 gennaio 2019

Sotto il Burqa - The Breadwinner

Andiamo al Cinema su Netflix

Ce la dimentichiamo sempre l'importanza di raccontare storie.
Ce lo ricorda il cinema, o la TV, giorno dopo giorno.
Ce lo ricorda un piccolo film dal significato grande, in cui le storie si raccontano per cercare coraggio, per trovare speranza, per riuscire a sopravvivere e andare avanti.
Siamo a Kabul, siamo nella culla della civiltà, in mezzo a così tanti imperi che negli anni hanno portato così tante guerre.
L'ultima, ha visto la popolazione affidarsi al meno peggio, a leggi rigide, segregazioniste.
In questa nuova società, dove difficilmente ci si sente liberi e sempre si sta in guardia, le donne non esistono. Non le si vede per le strade, al mercato. Solo la loro ombra, sotto un burqa se accompagnate dal padre o dal marito, o chiuse in casa, in attesa.



Parvana è ancora una bambina, ma presto questa legge varrà anche per lei.
Lo scoprirà nel modo peggiore, con un padre amorevole portato via e chiuso in prigione, con una famiglia che ora non può che contare su di lei.
Una famiglia che resta sola e isolata, composta da una madre che scivola nella depressione visti i colpi di una vita intera, da una sorella pronta a sacrificarsi in matrimonio, e da un fratellino ancora ignaro della fortuna che ha nell'essere nato con il sesso giusto.
Così Parvana diventa Aatish, taglia i suoi capelli, cambia i suoi vestiti, e scopre libertà mai avute.
Cambia e combatte, cerca di sopravvivere e di salvare quel padre di cui non si hanno più notizie mentre attorno a lei la situazione non può che degenerare.
E qui arrivano le storie, quelle che Parvana racconta al fratellino per calmarlo, alla madre per darle forza, a se stessa per prendere coraggio e farcela.


Sotto il Burqua dai tratti alla Persepolis, piccolo nel suo formato e nella sua durata, è riuscito lo scorso anno ad arrivare alla notte degli Oscar.
C'è riuscito non tanto per quel buonismo che qui e là c'è, né per una linearità della storia da scontare quando la protagonista è piccola, coraggiosa ma anche un po' troppo incosciente.
C'è riuscito per quei disegni pieni di colore e di bellezza, che richiamano quadri e tradizioni.
C'è riuscito per il messaggio che porta, per quel finale che racchiude speranza.
Parvana come il suo eroe Sulayman non ha la forza dalla sua parte, non ha chissà quali doti su cui contare, se non la bontà e la gentilezza verso gli altri, e soprattutto la sua storia per sconfiggere e fermare i cattivi.
Ha una voce, e questo rende entrambi, tutti, sempre, potenti.

Voto: ☕☕/5


8 commenti:

  1. Visto un paio di mesi fa, avevo letto il romanzo della Ellis da piccino. Visivamente molto bello, ma per il resto l'ho trovato troppo abbozzato, troppo glaciale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che io c'ho versato le mie solite lacrime, per colpa di quell'alone di luna. Le storie piccole -anche quando strutturate così così- riescono sempre a fregarmi ;)

      Elimina
  2. Bel film mi è piaciuto un sacco.
    Belle le due storie che si intrecciano fra loro.
    È un film che dovrebbe far riflettere di più ancora sulla condizione della donna nel mondo dell’estremismo islamico ...ma dovrebbero riflettere soprattutto quelle donne che ultimamente han pensato che la cosa più grave ( senza voler minimizzare il problema eh..., non fraintendermi )fossero le molestie sessuali subite da Asia Argento o le altre attrici di Hollywood sulla questione Metoo!
    Per carità sacrosanta la loro protesta ...ma se ti guardi un film come Sotto il Burka, capisci che i problemi son veramente altri.
    Spero non mi odierai per questo.
    Ciao Lisa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti odio, tranquillo, però mi dissocio :)
      Perchè sì, ci sono situazioni gravi e ci sono realtà che fanno paura ma non per questo si deve mettere tutto sullo stesso piano e fare una graduatoria fra chi può lamentarsi e chi no. E nel suo piccolo Sotto il Burqa vuole dire anche questo, che le storie, le voci, sono la vera forza delle persone e tutte hanno il diritto di raccontarsi per mettere fine a certe situazioni, che siano segregazioni estreme o molestie in un mondo dorato.

      Elimina
  3. Uno di quei buonismi che (forse) potrebbero piacermi...
    Avrei voluto recuperarlo per la notte degli Oscar 2018, ma poi non sono riuscito e quest'anno rischia di essere rimandato ulteriormente per "colpa" dei titoli che saranno candidati agli Oscar 2019.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Piccolo ma bello non ha certo la priorità rispetto alle nuove uscite, ma pure io l'avevo in lista dagli scorsi Oscar.

      Elimina
  4. Proverò a recuperarlo quest'anno, ma anche se non dovessi riuscirci ora lo farò sicuramente dopo, perché è un film molto interessante ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo è, e ha quell'animazione bellissima che sa come colpire.

      Elimina