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15 maggio 2019

Lizzie

È già Ieri -2018-

America, terra di opportunità, di speranza e di... serial killer.
Spietati serial killer, assassini che per i loro crimini diventano vere e proprie star.
Jack lo Squartatore viveva a Londra, mi dite, sì, ma la vecchia Europa poco può contro il parterre a stelle e strisce che si incontrerà questa settimana.
Si parte da lontano, dal 1892 e da una canzonetta in rima che fa:

Lizzie Borden took an axe
And gave her mother forty whacks.
When she saw what she had done,
She gave her father forty-one.


e che racconta di come una figlia sia arrivata ad uccidere a colpi d'ascia (nella realtà solo 18 e 11) la matrigna prima, il padre poi.
Negli anni, il famoso caso di Lizzie Borden, 32 anni, di una ricca famiglia del Massachusetts, ha portato a speculazioni, illazioni, libri, documentari e film.
Appena 5 anni fa, Christina Ricci l'ha interpretata in un film per la Tv prima e in una miniserie poi, ora è il turno di Chloë Sevigny in un prodotto che promette più serietà, più accuratezza.



Così è, con quel crimine efferato che aspetta in un angolo, facendoci prima conoscere una famiglia non certo felice, in cui un padre è avaro e dispotico, in cui una matrigna è sottomessa, e in cui le figlie restano sole. Lizzie in particolare, che vuole la sua indipendenza, non accetta pretendenti o matrimoni di comodo, uscendo libera nell'alta società pur soffrendo di epilessia.
Ad entrare in casa è Bridget, domestica che tanto affascina Lizzie quanto quel padre devoto che ne abusa senza remore.
Le conseguenze, unite ad un testamento che non volge a suo favore e uno zio che porterebbe la famiglia alla bancarotta, sono quelle che faranno impugnare la famosa ascia.


Ma come detto, è il prima che interessa.
È la figura di una donna forte e fragile, consapevole di sé e della sua intelligenza, con una storia d'amore forse romanzata, forse eccessiva, ma che ha solide basi.
A fare la differenza in quella che è una storia crime in costume e in cui il crimine conta poco, sono le interpreti.
Chloë Sevigny da una parte, che sa essere materna, altera e machiavellica, Kristen Stewart dall'altra che sembra sempre sul punto di spezzarsi.
Insieme, con quella fotografia luminosa e naturale, mettono in scena una ricostruzione che non fa rabbrividire ma a suo modo sa come coinvolgere.
La fan del true crime che è in me scuote la testa.
L'amante dei drammi psicologici -pur non facendo i salti di gioia- approva.


Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. In rampa di lancio questa settimana, insieme a Ted Bundy.
    Con My Friend Dahmer, moto indie, molto interessante, completa il trio del prossimo post a tema!

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    1. Abbiamo gli stessi titoli allora, con Ted da conoscere questa sera al cinema, e Dahmer di cui parlerò venerdì. L'avevo in lista da almeno un anno ma aspettavo un filotto un cui inserirlo ;)

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