Lui e lei stanno insieme.
Finché lei non gli annuncia di essere aspettare un bambino, da un altro, il suo migliore amico.
Lui se ne va, senza scenate, senza rancori.
Poi, a distanza di 9 anni, l'altro muore, lui rivede lei al funerale, sente che l'amore non è mai finito, e l'accompagna a casa, si trovano per pranzo, fa amicizia con quel figlio che accusa la madre di omicidio che non gli impedisce di trasferirsi in casa.
In mezzo, c'è pure un'altra, che è la sorella dell'altro, da sempre innamorata e ossessionata da lui.
Lei lo sa, e glielo consegna, senza rancori, senza gelosie.
Lui, fedele, trasloca nell'appartamentino dall'altra, più giovane, diversa da lei.
Sì, lo so, è una trama ingarbugliata quella dell'ultimo film di Louis Garrel, fatta a ben guardare di più triangoli che solo il cinema francese si può permettere.
E sa non far crollare con dignità.
Sarà che il triangolo principale è formato da Louis Garrel stesso, la compagna di vita Laetitia Casta e la figlia d'arte Lily-Rose Depp, che con il loro charme, con la loro bellezza stropicciata a renderli ancora più affascinanti, sanno reggere la strana trama sulle loro eleganti spalle.
È un po' quello che è successo con Elle, dove il sesso, le relazioni pericolose, parevano assurde solo a chi francese non è.
Qui per fortuna non ci sono stupri di mezzo, ma una fedeltà cieca alle decisioni di lei, al suo volere.
Anche questo è amore, sembra dire Louis: lasciare liberi, accettare scelte e conseguenze.
Di mezzo c'è quel piccolo giallo portato avanti da un bambino inquietante, che crede la madre un'assassina, una fedifraga seriale e che spia la nuova coppia nella sua intimità.
Forse, più dei triangoli, è questa la nota più strana e quasi dolente del film che con un piglio disincantato porta avanti i suoi amori.
Narrato dalle tre voci protagoniste, che si alternano in flashback e confessioni, con una chimica palpabile e visibile tra i protagonisti, il divertissment di Garrel fa tornare indietro nel tempo a un certo tipo di pellicole da camera, a un certo tipo di cinema né serioso né provocatorio. Ma strano, e per questo affascinante.
Voto: ☕☕☕/5
Il nome Laetitia Casta mi fa sobbalzare. Mi porta indietro nel tempo di 20 anni. Allora la ragazza era forse la donna più bella del mondo, almeno per me.
RispondiEliminaNel film francese anche le cose impossibili diventano normali.
È maturata davvero bene, Laetitia, e continua ad avere ottimi gusti.
EliminaVoglio troppo vederlo, ma da me purtroppo non è passato. Sotto banco, che dici, si trova?
RispondiEliminaLo aspettavo anch'io ma sono riuscita a trovarlo solo sottobanco e senza sottotitoli. Ringrazio ancora una volta la professoressa di francese delle medie per l'ottimo lavoro ;)
EliminaConcordo con te. L'ho scritto anche dalle mie parti: solo i francesi riescono a far apparire credibili e godibili storie così sconclusionate... con una naturalezza e una leggerezza invidiabili. E il film funziona, non c'è niente da fare!
RispondiEliminaSuccede anche in politica. Il movimento dei gilet gialli è un paradosso politico, eppure 400 intellettuali e artisti francesi hanno lanciato una petizione in loro sostegno, ottenendo l'appoggio dei filosofi Michel Onfray e Jean-Claude Michéa, del filosofo ed ex ministro dell’Istruzione, Luc Ferry, e del medico e saggista Laurent Alexandre.
EliminaDopo Elle che nella sua scabrosità rimaneva elegante, qui i tradimenti che cementano l'amore. Risulta credibile anche un triangolo di belli, belli in modo assurdo.
EliminaSono pronto a parlarne bene come, e più di te. ;)
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