12 luglio 2019

Hot Summer Nights

È già Ieri -2017-

Dalla metà degli anni '90 torniamo indietro al 1991.
Siamo a Cape Cod, sempre quella provincia americana in cui ci si annoia.
Una provincia che però si trasforma in estate, in cui ci si divide tra vacanzieri e locali.
Nel mezzo: Daniel.
Daniel che non è certo lì in vacanza.
Daniel che non abita lì, ma è ospitato dalla zia per cercare di superare la morte del padre.
Lo farà, diventando un provetto spacciatore.
Perché ha l'occhio lungo Daniel, conosce e riconosce tutte le leggende metropolitane della cittadina, e fa di Hunter un amico cercando di allargare il suo giro di spaccio.
Il gioco però è pericoloso.
Soprattutto se ci metti di mezzo pezzi grossi che non le mandano a dire, e se ci aggiungi la ragazza dei sogni che è proprio la sorella di Hunter.



Film giovane e accattivante fin dal cast, Hot Summer Nights gioca bene le sue carte.
Lo strano fascino di Timothée Chalamet, in primis, qui meno insopportabile ai miei occhi e molto più compiacente.
La bellezza di Maika Monroe e di Alex Roe, poi.
E soprattutto una regia veloce, che sfrutta il montaggio a suo favore, con stacchi e sfondamenti della quarta parete che gli amanti dei film indipendenti non possono che adorare.


Peccato che a non dare supporto a questa ambientazione perfetta, sia la storia di per sé.
O meglio, come si sviluppa.
Anche in questo caso molto veloce, troppo, ma soprattutto con molto disequilibrio.
C'è la faccenda della droga e poi quella dell'amore.
E sembra che l'esordiente Elijah Bynum non sappia farle scorrere assieme, con stacchi e rallentamenti improvvisi, con quel 4 luglio che arriva all'improvviso tanto che viene da chiedersi se non ci siano stati errori di timeline.
Un peccato quindi, che rende più pesante del previsto l'ultima parte.
Si chiude con la voce fuori campo che ha sempre il suo perché, ma che lascia avvolti in un mistero meno fitto, meno interessante di quello che si vorrebbe.

Voto: ☕☕½/5


2 commenti:

  1. Io, invece, aspettandomi una commedia leggera e spensierata, sono stato stranamente presissimo dai risvolti thriller e amari del finale. Un'opera prima tutt'altro che riuscita in ogni suo aspetto ma che, o così mi era parso ai tempi, aveva qualcosa da dire, oltre che scimmiottare la moda anni Ottanta (anche basta!). :)

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    1. L'ambientazione ha senso solo perché non esistono telefoni e social, per il resto poco incide secondo me. La svolta thriller è un'ottima idea, ma è la gestione con le storie d'amore che non mi ha convinto. In ogni caso, leggero e ottimo per l'estate. Come da titolo.

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