Pagine

15 novembre 2019

L'età giovane

Andiamo al Cinema

Ci sono registi che non smettono di posare il loro sguardo sul mondo.
Che vogliono raccontarlo, e anche se il loro sguardo è vicino ai 70 anni, guardano ai quei giovani di oggi, confusi e soli.
Quelli di cui le TV e i giornali parlano, e cercano di capirli.
E così, di raccontarli.
Parlano di Ahmed, un giovane ragazzo islamico che nella sua religione finisce per trovare l'appoggio che gli manca. Gli manca un padre, gli manca una figura di riferimento, e forse anche del coraggio.
Così ammira quel cugino che si è reso martire, così ascolta le parole di un imam radicale, cercando attraverso la disciplina della religione il suo posto nel mondo.



Lo fa con quell'integralismo che tanto spaventa, lo fa portando quell'integralismo all'eccesso: contro quell'insegnante che non sottosta alle leggi del Corano, prendendo un coltello, allenandosi, provando ad ucciderla.
E allora lo sguardo si sposta verso chi quel giovane cerca di recuperarlo, verso un centro di detenzione in cui non manca la violenza, ma non mancano nemmeno i tentativi di andare oltre.
Attraverso la natura, la cura di animali e di una fattoria, si cerca di far tornare in sé quel ragazzo.
Ma forse, il limite è già superato.
Non lo vedono mentire, fingere, recitare e nascondere.
Non si prevedono le sue mosse, che si fanno avventate.
Noi ne siamo spettatori inerti, senza soluzioni facili a portata a rendere ancora più difficile il nostro compito.


È un piccolo film quello dei fratelli Dardenne.
Appena 84 minuti per raccontare di Ahmed, del suo credo, delle sue azioni.
È un film che nel suo piccolo racconta una storia grande, una storia che nella sua normalità fa paura, ma serve anche a ridimensionare quanto accade.
Quanto poco basta per perdere un figlio, quanto si fatica a recuperarlo.
Lo sguardo dei registi è sempre lì, ad altezza di Idir Ben Addi che non ci rende simpatico il suo devoto, taciturno, testardo Ahmed.
Il resto è fatto di natura bucolica, interni tristi e sgombri, macchina da presa che si abbassa lì dove il gelo ci ferma. Con il senso di colpa che cresce, la costernazione difficile da placare.
È un piccolo film L'età giovane, ma non è stanco lo sguardo dei Dardenne nell'illuminare grandi storie di una quotidianità con cui ci troviamo a fare i conti.
E che quindi, è meglio capire.


Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. A parte quello con la Cotillard, mai visto altro dei Dardenne. Spero di fare una bella full immersion prima o poi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conosco pochissimo i Dardenne anch'io, ma questo ispirava per le foto che giravano, per il tema e la sua brevità. Per quanto intriso di aurea "da cineforum" sa come colpire.

      Elimina
  2. Film radical (a quanto pare non solo radical-chic) adolescenziale e autoriale che potrebbe fare al caso mio. Decisamente.
    I Dardenne non li ho sempre frequentati, ma le loro cose che ho visto non mi sono spiaciute, quindi me lo segno. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo nuovo universo di film che sforano le due ore, trovare un racconto così asciutto e breve è manna dal cielo. Radical in tutti i sensi, quindi.

      Elimina