C'è un detto in Cina: quando qualcuno ha il cancro, muore.
Ma non è il cancro ad ucciderlo, è la paura.
Così, forti di una tradizione, di un modo di agire, la famiglia Wang decide di non dire alla nonna, alla matriarca, che quel cancro ce l'ha.
Una bugia bianca, si dice qui.
Che però deve reggere.
Come salutarla, allora? Come riunire una famiglia che negli anni si è divisa, è immigrata, lasciando la Cina e i suoi problemi?
Organizzando un matrimonio.
Meglio, organizzando piuttosto forzatamente un matrimonio.
Chi non ci sta è la giovane di famiglia, Billi, che è cresciuta in America, che le sue radici sembra averle perse e fatica a capirle.
La riunione di famiglia ha così un valore doppio.
Riunirsi attorno a quella nonna che tutti ha cresciuto, rivedere fratelli che non si vedono da anni, tra nodi da disfare e strappi da ricucire.
Come hanno vissuto quei genitori che si sono rifatti dal niente una vita in America?
Come ha vissuto chi è rimasto, prendendosi cura di casa e persone?
Come si riesce a far pace con le proprie radici ora che sembrano ancora più distanti?
The Farewell è un film piccolo, che si è imposto nella stagione dei premi grazie alla sua delicatezza.
Un racconto fatto di parole e di gesti, di piccole scene e di piccoli attori in grado di diventare grandi.
Non solo la giovane Akwafina che ha la parlata, il volto, i modi giusti per bucare lo schermo, ma anche l'anziana Nai Nai.
E soprattutto un tema caro alla terra americana che di immigrazione e di emigrazione vive, coinvolgendo e rappresentando le difficoltà del tornare indietro, di mantenere maschere su di sé, per gli altri.
The Farewell è così un film che non si può che definire carino.
Leggero ma profondo, poetico e divertente, capace di far entrare pian piano in questa famiglia, nelle personalità che la compongono, di poterli osservare e infine amare.
È un film piccolo, che parla di piccole cose che possono diventare grandi.
E proprio per questo ha saputo conquistare pubblico, critica, e pure una me febbricitante, che ha trovato nelle bugie reticenti di Billi il modo perfetto per salutare -sul divano, tra fazzoletti e coperte- il 2019.
Voto: ☕☕☕/5
Carino e delicato, ma le troppe attese e l'inespressività di quella protagonista sempre e comunque immusonita me lo hanno rovinato un po'.
RispondiEliminaLa voce particolare di Awkwafina me l'ha resa da subito simpatica. Musona, sì, ma con una certa ironia nei gesti che me la fa pensare più comica del dovuto.
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