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16 marzo 2020

Il Lunedì Leggo - Una cosa piccola che sta per esplodere di Paolo Cognetti

Io e le raccolte di racconti non andiamo molto d'accordo.
Credo di averlo ribadito più volte.
Troppo brevi per affezionarmici davvero, troppo veloci per sentirli profondamente miei.
Ma ci sono delle eccezioni.
E ci sono state delle evoluzioni, negli ultimi tempi.
Perché di piccoli, piccoli racconti (quelli di Eshkol Nevo su Vanity Fair) ho iniziato a leggerne, a farne un piccolo tesoro da tenere da parte per i momenti no o per quelli che richiedono della bellezza (che sono un po' la stessa cosa), durante la settimana.
Perché in quei 15-20 minuti in cui non so bene che fare, tra un giovine che si fuma la sua sigaretta o un forno che deve cuocere la cena, un racconto casca a pennello.
I social, possono attendere.
Così, alla ricerca del Paolo Cognetti annuale, sono andata con i suoi racconti, che sono piccole cose, piccole perle pronte ad esplodere e conquistare.



In realtà, quella piccola cosa del titolo, è la vita.
La vita che per gli adolescenti protagonisti di questi cinque racconti, sta davvero per iniziare.
Anche per chi è chiuso in una clinica sulle disfunzioni alimentari, anche per chi il meccanico nel suo piccolo paesello non lo vuole fare, anche per chi vede quel futuro meccanico crescere più e prima di lui venendo meno ai patti dell'amicizia, anche per chi scopre la natura, la libertà, un padre migliore e pure la bellezza della solitudine. E per chi scopre chi era davvero una madre che si è allontanata da una cascina, scopre un passato di lotte e di imposizioni, di matriarcato. E per chi cresce, in una famiglia non facile, con una sorella ingombrante, e poco può una vicina cercare di arginare, di disinnescare l'inevitabile esplosione.
Famiglie, si parla sempre di loro, della loro influenza su chi sta crescendo, su chi sta cercando il proprio posto nel mondo.


Pelleossa racconta l'anoressia, la bulimia, la ricchezza che non sconfigge certi virus, in modo così esatto, così femminile.
La meccanica del motore a due tempi sembra uscito da quelle nostalgie seriali tanto di moda adesso, anche se gli anni di piombo, gli anni della cementificazione, delle fabbriche prima dei centri commerciali, rendono la storia del tutto italiana.
La figlia del giocatore è quell'educazione sentimentale ingiusta, quella maestra e quella vicina che vede e prova a sconfiggere un destino già segnato.
La stagione delle piogge è una miniatura di quello che si ritroverà poi ne Le otto montagne, per l'amore verso la natura, quella figura paterna sempre in conflitto.
Tutte le cose che non so di lei è già un film.
Almeno nella mia testa.
Una cascina che con il tempo si abbandona su se stessa, gli anni di gloria delle risaie, delle mondine, a spuntare, una bicicletta a portare al futuro e delle fotografie con cui ricostruire quel passato.
Cinque racconti, diversi per tono, per immagini, per sensazioni.
Divisi fra modernità e quella leggera polvere del tempo, che si posa in tranquillità.
Cinque racconti in cui mi trovo ancora una volta, per la terza volta, ad ammirare la bravura, lo stile, la voce di Cognetti.
Con i racconti, quelli così veri, così belli e intensi, grazie a lui c'ho fatto pace.

2 commenti:

  1. Anch'io ci ho fatto pace grazie a Paolo. Che effettivamente non rileggo da un po'.
    Devo fare una lista mentale dei suoi libri che mancano all'appello. :)

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    1. Per fortuna a me ne mancano ancora un bel po', tutta la parte newyorchese, oltre che quella sulle montagne.

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