Pagine

13 giugno 2020

#LaPromessa2020 - La Febbre del Sabato Sera

Dici La Febbre del Sabato Sera e dici Bee Gees.
Non serve nemmeno dirlo tutto La Febbre del Sabato Sera, basta fermarsi a La Febbre... e qualcuno dirà del Sabato sera.
O al limite, qualche burlone penserà a LAFEBBBRA!



Oppure, dici La Febbre del Sabato Sera e qualcuno partirà con
Ah,
ah
ah
ah
Staying Alive
(Staying Alive)


(ottimo anche per il messaggio cardiaco, The Office docet)



O con questa:



O questa:



O alzerà il braccio con il ditino puntato verso il cielo e partirà a ballare in modo imbarazzante, magari alzandosi il colletto di una camicia, se ce l'ha.


Il fatto è che dici La Febbre del Sabato Sera e dici la sua colonna sonora, le sue immagini iconiche,  ma non dici mai la trama.
Dici John Travolta, ok, con quella faccia da bamboccione che finalmente buca lo schermo.
Dici Tony Manero, e va bene.
Ma poi?
Io lo confesso: di che cosa parlasse La Febbre del Sabato Sera non l'ho mai saputo.
E non me ne sono mai nemmeno interessata.
Finché il migliore amico in vena di scoperte ha voluto rispondere a questa nostra domanda comune.e inconscia.


E allora, di cosa parla La Febbre del Sabato Sera?
Di tutto e di più.
Ma davvero.
Si parla di serate in discoteca, di ragazze da conquistare o da scartare, di gare di ballo da vincere per poter cambiare la propria vita, di famiglie violente e opprimenti, di fratelli che escono dalla Chiesa, della vita oltre il ponte di Brooklyn, nella sfavillante Manhattan, di ritorsioni fra gang, di sesso libero e sesso violento, di amori che possono nascere.
Può bastare?
Perché ce ne sarebbe altro!
Si parla, in definitiva, della gioventù sbandata degli anni '70, quella dei ventenni che non sanno che fare nella loro vita, che si accontenta di un lavoretto con cui spendere l'intera paga in camice sgargianti o sabati sera esagerati, aspettandolo con devozione quel sabato sera, per andare al 2001 Odissey, farsi finalmente valere, vedere, essere il re della pista.


Questa è la vita di Tony, di giorno commesso in una ferramenta, la sera l'invidia degli amici, il bello da conquistare per le donne.
Si segue la sua vita come si seguono i suoi passi disinvolti, dentro e fuori casa, fra cene all'italiana e camminate in bilico fra i ponti.
La trama sembra prendere forma quando Stephanie entra in scena, lei, bellissima (insomma), giovanissima (anche no, una 32enne che deve passare per ventenne), ballerina bravissima (ma proprio, proprio no, alla faccia delle critiche a Emma Stone), con Tony che prende i suoi rifiuti come una sfida da vincere, la donna che deve avere e l'obiettivo di vincere LA gara di ballo a prendere piede.
Ma in realtà questa è una finta.
Si continua a cambiare focus di scena in scena, si prende tempo, lo si perde, e la stessa gara diventa un piccolo occhiello in cui la coreografia lenta sulle note di More than a woman è di gran lunga inferiore a quella dei portoricani.
Se ne accorge pure Tony, non ditemi di no.


John Travolta oscilla fra momenti di bravura e facce imbambolate senza un perché.
Manca la grinta del protagonista, anche se la stoffa sembra averla.
E lo dimostrerà.
Di Karen Lynn Gorney si sono perse giustamente le tracce, mentre molto più credibile è Donna Pescow, e dato che ci siamo, citiamo pure la comparsata di Fran Descher che ha dato vita anni dopo a questo esilarante siparietto, se ricordate la sua battuta nel film la adorerete ancor di più.


In un oggi anche troppo politicamente corretto, non si capisce come ancora non ci si sia scagliati contro questo film, in cui le battute razziste contro i neri, le battute omofobe contro una coppia gay che rischia di essere pestata, le violenze contro i portoricani e soprattutto contro le donne, con ben due stupri a favore di camera, non sia stato messo alla gogna.
Il punto è che La Febbre del Sabato Sera parla di questa gioventù sbandata delle periferie, che non ha sogni, non ha ambizioni, non ha i mezzi per andare oltre.
C'è la droga che annebbia, la pista da ballo che fa da sfogo.
Il tutto, non a caso, prende spunto da un reportage di Nick Cohn, così -informandosi e contestualizzandolo- questo politicamente scorretto, questo dramma che verso il finale galoppa velocissimo, ha un senso.
Ha un perché.
Il film nel suo valore artistico onestamente un po' meno.
Nel cercare di fare un quadro dell'epoca, più delle vicende di Tony si ricordano i suoi balletti, la colonna sonora quanto mai portante, le coreografie esagerate e le evoluzioni della macchina da presa a seguirle inventandosi nuovi punti di vista, nuovi movimenti.
Così la trama resta in disparte.
E se nessuno la ricorda e la cita, c'è un perché.


9 commenti:

  1. Ho molta simpatia per Travolta.
    Su SKY trovo Grease ma non la Febbre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Travolta è un po' che non fa qualcosa di buono, ma i suoi inizi sono dei cult.

      Elimina
  2. Questo film per me è un autentico cult, ce l'ho in blu ray originale, e guai a chi me lo gocca ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non credo riuscirei a rivederlo, a riascoltatarmi la colonna sonora quello sì!

      Elimina
  3. Non per caso tempo fa inserii questo film nella lista dei film in cui la colonna sonora è meglio del film.

    RispondiElimina
  4. Occhio che lo bannano come Via Col Vento 😂😂😱

    RispondiElimina