Se Spike Lee è sempre quel regista militante ed urgente, se Guy Ritchie è sempre il solito cazzaro manieristico, com'è oggi Harmony Korine?
Sempre provocatorio ed ebbro.
Già.
A distanza di 8 anni da Spring Breakers torna e lo fa con un botto un po' minore ma portando avanti una sua narrazione.
Alza il tiro, alza l'età media dei protagonisti e alza il livello del cast.
Capitanato da un inguinzagliabile Matthew McConaughey che porta allo stremo il ruolo in cui ormai è imprigionato, facendo del suo Moondog un cane pazzo perennemente sbronzo o fatto, seguendolo in avventure pazze e lisergiche, in moti violenti che non ti aspetti.
Siamo in Florida, quella Florida in cui vanno a svernare i pensionati, in cui sembra ritrovarsi parte della feccia americana.
Moondog è lì in cerca di ispirazione, una birra dietro l'altra, invitato a Festival e aizzando la folla di bar o semplicemente la sua domestica.
Moondog è un poeta di quelli un tempo acclamati, famoso per i suoi eccessi ma anche per le sue composizioni.
Ora?
Ora ha un romanzo che non ne vuole sapere di finire, e il matrimonio della figlia per la quale tornare a casa. Ovvero, tornare dalla moglie Minnie apertamente fedifraga, nella villa di lei che lo mantiene e lo vizia, viziosi insieme.
Le nozze non saranno indimenticabili.
Lo sposo è un "cazzo moscio".
Le presenzia nientemeno che Snoop Dog, in arte Lingerie, amico di Moondog e amante di Minnie.
Ci sono i fuochi d'artificio, i balli giusti, la villa in ghingheri, ma Moondog non è nel mood, ritarda, preferisce una sveltina nella cucina di un bar, preferisce andarsene quando capisce la situazione.
Finché tutto non cambia ed è costretto alla fuga, a camuffarsi e nascondersi, cercando di finirlo quel romanzo, cercando ispirazione pur sempre a modo suo.
The Beach Bum non si guarda, si fluttua.
Si vaga per le strade e per il mare della Florida, svestiti e disinibiti, stringendo amicizia con il primo che passa, che sia un poeta rockstar, un senzatetto, un vecchio veterano.
Si scappa dalla polizia e dalle responsabilità, si scappa dal sangue e dagli accordi.
Le tappe, i capitoli e i paragrafi che Korine apre sono sempre più folli, tra amputazioni improvvise, sesso disinibito, ubriachezza molesta.
Concia in modo assurdo i suoi personaggi, da una pin-up Isla Fisher a una barba improponibile per Zac Efron.
Senza bisogno di berci su qualcosa, l'effetto è davvero quello di una sbronza colossale, in cui non si sa se tifare per Moondog, se sorreggerlo o se lasciarlo lì, in preda ai suoi deliri.
Un po' come il film stesso.
Folle anche in quella fotografia satura ed estiva, al limite del trash, The Beach Bum è un ritorno meno in forma del previsto, forse troppo adulto e a suo modo melanconico rispetto alle sgallettate che Korine ci ha fatto amare.
McConaughey finisce per reggere il film su di sé, entrando così bene nella parte di un Rusty allo sbando e sbandato da immaginare la sua pensione esattamente così.
Se per il weekend il frigo è vuoto di birre e altre sostanze sono assenti, The Beach Bum può diventare in tutto e per tutto la vostra dose da fumare.
Voto: ☕☕☕/5
Considerando il mio odio verso il precedente, questo me lo evito. McConaughey non mi fa neanche la stessa simpatia di James Franco...
RispondiEliminaQuesto è un Korine all'ennesima potenza, forse anche più ondivago e "fatto" delle Spring Breakers. Difficile che possa piacerti, ma resta un gran bel trip per me.
EliminaBotto minore rispetto a Spring Breakers ma, d'altra parte, ben pochi film possono reggere quel confronto.
RispondiEliminaUna volta accettato questo, il film è spassoso, strafumato e a suo modo toccante e riflessivo. Non un boom, però un idolesco bum.
È la definizione perfetta, non è nemmeno una sbornia colossale, ma quel tipo di sbronza piacevole da portare avanti per un paio d'ore senza problemi.
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