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12 giugno 2020

Woman Walks Ahead

È già Ieri -2018-

Io sto dalla parte degli indiani.
Forse è per questo che i western non mi sono mai piaciuti, nella loro glorificazione degli eroi americani.
Di sicuro, ha influito l'essere cresciuta nel bar di famiglia dove le pareti erano ricoperte di bellissime foto, di stampe, di citazioni di donne e uomini indiani, e io mi incantavo a guardarle: qualcuna mi spaventava, qualcun'altra me la sono portata pure nella casa nuova.
Chissà perché, quando è uscito in America Woman Walks Ahead non ho fatto i salti di gioia.
Il titolo se n'è stato pure due anni in attesa, finché la quarantena non gli ha dato il tempo per essere smaltito.
Ed eccoci qui, a capire che se non aspettavo con grande entusiasmo un film che parlava del leggendario Toro Seduto e dell'avventurosa vita di Caroline Weldon, era perché sapevo che passando per le mani americane la storia sarebbe stata edulcorata.
Ma andiamo con ordine.



Caroline è una fresca vedova che decide di non sottostare più alle convenzioni.
Si impadronisce della sua vita, delle sue tele e dei pennelli e decide di dipingere.
Decide soprattutto di ritrarre uno dei capi più conosciuti degli Indiani d'America, Toro Seduto.
Scrive una lettera al generale che mantiene l'ordine nella riserva dove questi è confinato, non attende risposta, prende il primo treno.
Subito sbeffeggiata, subito redarguita dai soldati che conoscono bene le violenze di cui sono capaci gli indiani, Caroline non se la prende.
Testarda, sa cosa vuole, sa che può ottenerlo.
Le prime scaramucce sono inevitabili.
Così come le prime incomprensioni con il capo Lakota Sioux.
Che ne diffida, la sfida.
Ma dietro compenso, accetta.
E Caroline vede con i suoi occhi la situazione in cui gli indiani vivono, il razzismo, le ingiustizie che stanno subendo e che si stanno per compiere, con altri ettari di terra ad essergli tolti.
Ne nasce un'amicizia, ne nasce una missione.


Da qui, ovviamente, le edulcorazioni del caso.
Le spettacolarizzazioni, pure, con votazioni mai avvenute, e una politica molto più mirata a scalfire l'unione dei governi tribali che resta in disparte.
L'assassinio finale, infine, è reso in una delle tante versioni impossibili da verificare.
Ma presa coscienza di queste informazioni (ovvero informandosi sul contesto di un film, su quello che vuole raccontare, su quello su cui vuole far riflettere lo spettatore aprendolo a domande e ricerche - perché così si legge, a questo serve un film, no?), com'è Woman Walks Ahead?
Se fosse un ritratto, sarebbe quello serio e deciso di un grande capo.
Portato a termine da una mano sensibile, al tema come alla bellezza di quello che le aperte praterie americane possono offrire.
Una mano che può contare sui colori decisi della sempre brava Jessica Chastain, sui neri di un Sam Rockwell che sguazza nel ruolo del cattivo di turno e infine nelle bellissime sfumature di Michael Greyeyes che dà vita a una leggenda consapevole di esserlo e di poterci guadagnare, in tutti i modi possibili.
Non sarà un film memorabile, il ritmo lento, a tratti soporifero, non aiutano a far ingranare il racconto e i più classici momenti retorici di verità urlate fanno storcere il naso.
Ma conoscere queste pagine di storia, vedere su schermo Toro Seduto e non più nel quadro impolverato di un vecchio bar, ha reso valida questa visione.

Voto: ☕☕½/5


5 commenti:

  1. Sono innamorato di tutte le storie relative ai Nativi e in generale su quei fatti. Sono un po' scettico ma credo che lo cerchero'.

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    1. Qualche libertà la si è presa, qualche approfondimento sarebbe stato gradito, ma almeno mi ha spinto a cercare di saperne di più.

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  2. Anch'io dalla parte degli Indiani, e come Cassidy anch'io ;)
    Comunque se hai visto Hostiles bene, altrimenti vedilo.

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    1. Non l'ho visto, e per una certa patina di pesantezza a partire dal poster... ma potrei metterlo in lista ora che la sto smaltendo.

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  3. Se n'è parlato davvero poco, capisco che non sia riuscito al 100% ma fa pensare che Toro Seduto al cinema si sia visto così poco...

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