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2 marzo 2021

In Breve: Pretend It's a City e le s02 di Dickinson - Bonding - His Dark Materials

Mentre titoli nuovi faticano ad uscire, in questo post si raggruppano una docuserie irresistibile e seconde stagioni non sempre così riuscite.

Pretend It's a City

In breve: Fran Lebowitz è una scrittrice, umorista, donna che sa vivere. A New York, è bene specificarlo.
In 7 episodi in cui si mescolano interviste con pubblico e confessioni a Martin Scorsese parla e parla di come la città si è trasformata, della sua vita, del suo pensiero verso libri, case, traffico e quant'altro.
Descritta così sembra un noioso documentario a puntate su una snob newyorchese che critica la sua amata città, ma il punto è che Fran è un'umorista, una che apre bocca e ti ritrovi a ridere, a riflettere su quella sua battuta fulminante, ad applaudire. Finendo per amarla. 


Chi c'è: c'è lei, ovviamente, Fran Lebowitz che nel giro di pochi minuti diventa guru, maestra, icona e personaggio da venerare. C'è Martin Scorsese, che produce e soprattutto se la ride come non mai, tanto da rubare la scena alla protagonista. Poi nel ruolo di intervistatori ci sono Alec Baldwin, Spike Lee e Olivia Wilde.

Momenti Migliori: tutte le risate di Martin il tenerone.
Ma anche il confronto sullo sport con Spike Lee, pieno di intelligenza.

Funziona? Eccome.
Viene voglia di averne ancora. 
E di tornare a New York.

Voto: ☕☕☕☕/5


His Dark Materials - Stagione 2

In breve: proseguono le avventure di Lyra, che entrata nel fascio di luce prodotto dal padre approda in un altro mondo, a Cittàgazze. Lì incontra Will, stringono amicizia e cercano di scoprire il segreto di un paese senza adulti. 
A dar loro la caccia, l'odiosa Coulter che usa ogni carta possibile, tortura compresa.
A cercarla per proteggerla, Lee Scoresby che farà un incontro inaspettato e tanto atteso.


Chi c'è: arriva, finalmente, Andrew Scott, accompagnato dall'amica Phoebe Waller-Bridge, voce del suo daemon. Rubano facilmente la scena a Lin-Manuel Miranda e alla piccola protagonista Dafne Keen quanto mai insopportabile. Ma in scena ci restano poco, quasi quanto James McAvoy il cui episodio non è stato girato a causa della pandemia. 
In overacting perenne, infine, Ruth Wilson.

Momenti Migliori: quelli dedicata alla scienziata Malone e al suo strano esperimento, quelli di Lee e del suo daemon coniglio.

Funziona? Funziona meglio della prima stagione soporifera, ma sembra ancora una stagione preparatoria/di passaggio, di certo non il nuovo Game of Thrones come veniva pubblicizzato. Tempi lenti, morti non troppo giustificabili e una protagonista a cui si fatica ad affezionarsi testarda ed egocentrica com'è. Ma gli intrighi, resistono e funzionano.

Tornerà? Sì, la terza stagione è già stata confermata e sarà l'ultima.

Voto: ☕☕½/5


Dickinson - Stagione 2

In breve: l'avevamo lasciata ancora in preda all'ossessione per le sue poesie, con la sua Sue sposata al fratello e vicina di casa. Ritroviamo Emily Dickinson ancora ossessionata dalle poesie, ora capita e appoggiata dalla famiglia, e pure da Sue. Che spinge perché le sue opere vengano pubblicate, presentandole un editore fin troppo invadente. Ma il richiamo della fama può spegnere la creatività?
Nel mentre, la famiglia Dickinson attraversa debiti, serate all'opera, sedute spiritiche e alle terme, nuove adozioni mentre lo scapestrato Austin sembra aver messo la testa a posto, anche se con un paio di corna.


Chi c'è: sempre lei, Hailee Steinfeld, magnetica, naturalissima e moderna Emily. Ma le mie preferite restano le altre donne Dickinson, Jane Krakowski e Anna Baryshnikov, esilaranti in ogni scena.
Non mancano i fittizi incontri con "star dell'epoca", come il giardiniere di Central Park Olmsted e Edgar Allan Poe.

Momenti Migliori: la presenza del fantasma I'm Nobody, fil rouge della stagione che mette in scena la poesia migliore.

Funziona? Insomma. 
Rispetto alla novità anacronistica e alla freschezza della prima stagione qui si gira spesso a vuoto, inserendo attimi di femminismo e di lotta al razzismo che non si amalgamano troppo bene nella storia generale. Il cambiamento estremo di Sue, poi, la rende così odiosa da non giustificare il finale romantico e passionale.

Tornerà? Sì, è stata rinnovata per una terza stagione e con la guerra alle porte si spera che la rotta venga migliorata.

Voto: ☕☕½/5


Bonding - Stagione 2

In breve: il duo sadomaso più imprevedibile torna e deve tornare a scuola. 
Troppi errori commessi, il rischio di rovinare tutto, compresa la reputazione del lavoro. Ma di mezzo ci sono crisi di coppia, con lei non pronta a lasciarsi andare, lui che deve vedersela con il coming out di Josh, e fra di loro: con chi il lavoro lo prende sul serio e chi ci si diverte solo per avere materiale da usare negli stand-up comedy.


Chi c'è: sempre loro Zoe Levin e Brendan Scannell, impegnati più ad essere stilosi che ad essere del tutto credibili. Pete poi non lo si sopporta proprio.

Momenti Migliori: difficile trovarli, si esagera in location che sembrano uscite da instagram e show che non fanno troppo ridere, cercando solo di mettere una pezza ai cliché e agli errori della prima stagione contro cui la comunità BDSM si era scagliata.

Funziona? No, semplicemente questa seconda stagione si poteva non fare, o si potevano gestire questi "drammi" in un paio di episodi per poi proseguire con altro. Tra femminismo e inclusione e consensi vari, ci si annoia fin troppo.

Tornerà? Non si sa, ma le critiche negative fanno pensare di no.

Voto: ☕½/5

5 commenti:

  1. Che delusione Bonding.
    Dickinson mi sta discretamente piacendo, anche se l'effetto sorpresa è già venuto meno e Sue la butterei giù da un ponte.

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    1. Dickinson gira sempre bene, ma sembra girare a vuoto questa volta. Per dire, non essendo pratica di Apple+ ho saltato senza volerlo due episodi e se non lo trovavo scritto nemmeno me ne accorgevo...

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  2. Copro la tutina in latex con un bel vestito d'epoca alla Dickinson, così non sfiguro.
    Che figuraccia, invece, una seconda stagione che sembra fatta solo per mettere una pezza alle critiche ricevute...

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  3. Mi posso trovare d'accordo con te su His Dark Materials (anche se non vedo la transitorietà necessariamente come un difetto, specie se inserito in un progetto più ampio), ed anche su Dickinson 2 che ha qualche contraddizione. Ho apprezzato però Bonding, che, seppur si banalizza puntando al drama, mi ha coinvolto quanto basta, e mi è piaciuto abbiano tentato di darci un risvolto più intimo fra i protagonisti

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    1. Speravo tanto in un buon ritorno di Bonding ma se mi sono annoiata con episodi così' brevi qualcosa con me non ha proprio funzionato.
      Dickinson è sempre adorabile, ma spero aggiustino il tiro al terzo giro.

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