Andiamo al Cinema su PrimeVideo
Era il 2006 e io ero un'insopportabile snob.
Mia sorella impazziva per Borat, a me bastava qualche minuto per dichiararlo troppo volgare, decisamente poco divertente.
Siamo nel 2020, Borat ritorna con un seguito di film che si fa politico e viene candidato agli Oscar, per la sua sceneggiatura (!), per la sua attrice non protagonista.
E allora mi dico: proviamoci.
Ma proviamoci bene, conosciamolo questo Borat, questo Sacha Baron Cohen che quando non fa l'autista per Madonna o lo stilista gay, in panni seri come ne Il processo ai 7 di Chicago è da applausi.
E finisce che di Borat mi innamoro.
Più dell'originale, bisogna dirlo, quell'esordio folgorante che sì, resta molto, molto volgare, con scene di nudo, lotte nude, escrementi in sacchetto, ma in mezzo a tutto questo, ci sono frecciatine, stoccate, ritratti dell'America in cui per forza di cose ha poi vinto Trump.
Da raffinati commensali a chiese gremite, da giovani misogini a cowboy nazionalisti, Borat provoca e fa cadere molti veli.
Che altro dire che non sia stato già detto nei 14 anni che mi vedono in ritardo?
Che i tempi comici, i camuffamenti, sono splendidi.
Che il viaggio in America di un kazako per conoscerla meglio l'America diventa irresistibile e mi porterò nel cuore quel passante che corre come non ci fosse un domani e soprattutto la svolta romantica di Borat.
Non tanto quella dedicata a Pamela Anderson, la C.J. nei cuori di molti, ma quella per una futura moglie invitata non richiesta a una cena galante.
Accantonati polemiche, denunce e processi, questo Borat ha garantito tante di quelle sonore risate da far pace con l'adolescente con la puzza sotto il naso che ero.
E il seguito di film?
Quello candidato agli Oscar?
Nasce chiaramente con intenti politici, per mostrare la brutta faccia dell'America trumpiana e uscendo a pochi giorni dalle elezioni del 2020 si fa messaggio di protesta.
Impossibilitato a muoversi liberamente come un tempo nei panni di Borat, Sacha Baron Cohen lascia le redini alla "figlia" Tutar creando così un racconto più femminile che tra chirurgia estetica, molestie e educazione sentimentale fa il suo lavoro.
Fino ad arrivare al famoso segmento con Rudy Giuliani da cui -lo ammetto- mi aspettavo di più, ma non toglie l'unto che si sente e che qualche giorno dopo lo ha portato a far sciogliere pure la tinta dei capelli
Inutile però non sentire un passo indietro rispetto agli esordi genuini, più il messaggio è importante, più la politica viene coinvolta, meno si ride. Le gag esilaranti sono qui un lontano ricordo, e pur mantenendo quel gusto per il volgare tra un ballo sanguinolento difficile da digerire anche per me, donna, o con l'esposizione di teorie complottiste al limite dell'assurdo, l'esperimento è riuscito a metà.
Pure le parti recitate a spiegare l'origine della pandemia in corso sembrano delle battute già vecchie.
Ma Maria Bakalova, più protagonista di Borat ma all'Academy poco importa, si fa voler bene, e alla fine pure il cinico, misogino, maschilista e sopra le righe Borat riesce a far commuovere.
Chi lo avrebbe mai detto, 14 anni fa?
Voto: ☕☕½/5
Condivido il tuo giudizio su questo film, ma Borat continua a non piacermi..
RispondiEliminaIo c'ho fatto pace con anni di ritardo, basta accettare certe volgarità mai banali.
EliminaMa sì, capisco.
Io invece ho preferito il sequel, per una volta tanto.
RispondiEliminaIl primo l'avevo visto al cinema e ai tempi non mi aveva entusiasmato particolarmente, sarà anche per un doppiaggio che non aiutava. Il secondo grazie a una Maria Bakalova da Oscar per me ha una marcia in più.
Il primo è incredibilmente invecchiato bene, forse più scemo nonostante le frecciatine all'America, più divertente nel suo non sense.
EliminaIl secondo è stranamente più serio e quindi a livello di risate ci perde. Ma solo per quello.
Anche io, come Marco, ho apprezzato più il sequel. Ma forse ai tempi ero troppo piccolo per cogliere tutte le frecciate del primo capitolo.
RispondiEliminaVisto oggi funziona ancora, incredibile e allo stesso tempo triste visto come l'America non è cambiata. Ci sono pure già frecciatine a Trump, lungimirante Borat!
Elimina