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10 aprile 2021

Judas and the Black Messiah

Andiamo al Cinema a Noleggio

Alla fine degli anni '60, il 17enne Bill O'Neal viene arrestato per furto.
Patteggia con l'FBI che ha bisogno di qualcuno (nero) da infiltrare all'interno del Black Panther Party per saperne i piani, i ruoli, i movimenti.
Bill accetta, diventando in poco tempo uomo di fiducia di Fred Hampton -il leader della sezione dell'Illinois- e allo stesso tempo talpa di alto livello per l'FBI di Hoover che decide di muoversi in modo pesante: assassinando Hampton, appena 21enne, fermare le sue parole, le sue rivoluzioni.
Solo nel 1990 O'Neal ammetterà di essere stato una spia, intervistato da un programma della PBS.
La sera della messa in onda dell'intervista, si suiciderà.

Da una storia così, vera, tragica, che non può che creare ancora più rabbia, più scontento, più ribellione nei tempi in cui si marcia per le Black Lives Matter, poteva venirne fuori un film eccezionale.
Così è per buona parte della critica, per l'Academy di certo che ha nominato Judas and the Black Messiah in ben 5 categorie, compresa quella per miglior film.


Ma Judas and the Black Messiah non è eccezionale come poteva esserlo.
Almeno non per me.
È un buon film, un compitino perfetto per gli Oscar, ma che non osa.
Non spinge, non scava.
Non per colpa dei suoi interpreti principali (va a capire perché finiti nella categoria di non protagonisti).

Non per Lakeith Stanfield che spaccone e fragile, tormentato e in crisi rispetto a una certa morale, a una certa appartenenza, si trova in mezzo a due fuochi.
Perché la sua età non viene mai nominata, sembra più grande, sembra più esperto, sembra meno fragile rispetto a quello che O'Neal poteva essere.

Non per Daniel Kaluuya.
Che avrà quello sguardo difficile da reggere, serio e serioso, ma che incendia i palchi con le sue parole, con la sua interpretazione, di un ragazzo che sì aveva 21 anni ma aveva il carisma, il cuore, dalla parte giusta.

Nemmeno per Jesse Plemons che pur essendo il cattivo della situazione disegnato giusto con qualche sfumatura in più per distinguerlo dal vero cattivo della storia (Hoover), una brutta figura non fa.


E per cosa, cos'è che non va?
Come la storia viene raccontata.
Come si muove senza sbavare, senza eccedere, una sceneggiatura che sembra creata con lo stampino. Poteva andare a ritroso, poteva partire, costruirsi in modo diverso, nuovo.
Invece no.
Lascia fuori chi la storia non la conosce, arrivando a fargli provare i veri brividi solo nel finale, con le solite scritte storico/biografiche a chiarire i punti mancanti.
Ma lo spazio per le sparatorie, per la storia d'amore -vera, per carità- quello c'è, perché altro modo per umanizzare un leader sembra non esserci.


Se il movimento delle Black Panther splende di nuova luce, se gli attori sono fenomenali, si finisce comunque per voler approfondire da sé questa triste pagina di storia.
E non per l'interesse creato, ma per i pezzi che si sentono mancanti.
Continuando ad immaginarsi come poteva essere realizzato un film così, come poteva essere raccontata una storia così, per poter essere non solo una lezione di politica, ma anche di cinema.

Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Mi ha fatto la stessa impressione, purtroppo.
    Sarà che come al solito è tutta colpa delle aspettative. Mi aspettavo un film incendiario, non solo un compitino ben fatto, ma privo di passione.

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    1. Chissà perché in America ha spopolato.
      Un po' come con Black Panther, basta il black power per ammaliare.

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  2. Il recupero mi annoia al sol pensiero...

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    1. Diciamo che è stato il recupero più pesante per ora, ma ho come la sensazione che con Billie Holiday sarà lo stesso.

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  3. Vedo che siamo un po' tutti sulla stessa lunghezza d'onda. Film pedessiquo e poco appassionante, anche se gli attori tutto sommato se la cavano (specie Kaluuya). Non sono però d'accordo sul fatto che "lascia fuori chi la storia non la conosce...". Beh, in questo caso non si può dare la colpa al film: tocca allo spettatore studiare e documentarsi. Io almeno la vedo così.

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    1. Capisco cosa intendi, infatti il suo lavoro di incuriosire e spingere a saperne di più lo fa, e mi sono fiondata su wikipedia per colmare le mie lacune.
      Ma intendevo che per chi della storia sa poco o nulla, lascia fuori elementi fondamentali (l'età dei personaggi, per dire) che avrebbero di certo fatto la differenza nel sentire il peso dei fatti. La sensazione che ho avuto è che per chi già conosceva la figura di Fred Hampton, il film ha funzionato di più, non a caso in America lo definiscono elettrizzante.

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