17 maggio 2021

Il Lunedì Leggo - Franny e Zooey di J. D. Salinger

La famiglia Glass aveva fatto capolino qua e là, fra i Nove Racconti.
Lo aveva fatto nel racconto d'esordio, con quei pescibanana a raccontare del suicidio del maggiore dei fratelli Glass, Seymour. Tornato scosso dalla guerra, in vacanza in California con la moglie, s'era sparato un colpo di rivoltella alla testa.
Franny e Zooey sono i suoi fratelli minori.
Diciott'anni di distacco, una genialità comune che scorre nelle vene dell'intera famiglia.
Ma questo, lo scopriamo poi. Con calma.
Prima ci si presenta Franny.


O meglio, Lane, il fidanzato di Franny, che l'aspetta al suo college in vista della più importante partita della stagione.
Lo fa, come al suo solito, atteggiandosi.
L'aria snob, superiore, di chi pensa di saperne più degli altri.
Legge la lettera che lei gli ha scritto, zeppa di scuse, di sottomissione, di sensi di colpa nell'essere tanto inferiore, intellettualmente, a lui.
E già, lo odiamo.
Odiamo i suoi modi repressi, il suo fingere, sempre.
Anche a pranzo, che diventa l'ambiente di scena.
Lei non toccherà il suo panino al pollo, lui manterrà la conversazione ampollosa riguardo i suoi esami, i suoi professori così poco preparati, mettendo a dura prova la pazienza, la forza, la capacità di star bene di Franny. Che stupida non è di certo, in crisi sì.
Che si scusa, ancora, si alza, si chiude in bagno a piangere.
Sono appena una trentina di pagine, ma dentro c'è tutto. 
Potrebbe essere stato il decimo racconto della raccolta precedente, i toni, lo stile, sono gli stessi.
Ma poi arriva Zooey.

Arriva Zooey che ha tratti simili a Lane, ma senza alcuna finzione nella sua superiorità intellettuale e misantropia.
Ed è qui che si presenta Buddy Glass, il fratello scrittore, diventato dopo la morte di Seymour il maggiore della famiglia.
Quello che si è ritirato in un college femminile in una casa in mezzo al bosco senza telefono, facendo così impazzire una madre apprensiva che non disdegna di rovinare il bagno a Zooey, aspirante attore, e di presentargli tutte le paure.
Nei confronti di quel fratello che non si fa trovare, di quella sorella tornata a pezzi dall'incontro con il fidanzato, che non esce dal salotto, dalla zattera di salvataggio che è diventato il divano di casa.
Zooey, ascolta.
Velenoso come solo certi figli, certi fratelli, sanno essere, capisce la situazione, capisce pure le scuse di Buddy, suo mentore in una lunga lettera di spiegazioni e scuse, ma non dosa la sua cattiveria. Non riesce a togliere la maschera di sarcasmo, il piacere nel gridare la verità, anche quando fa male.

Sembra di stare dentro un'opera teatrale, e già ci si immagina l'adattamento, con due ambienti, tre attori appena. Ma in Zooey c'è di più, c'è un narratore che entra in scena, che commenta, fantastica e ricrea, che parla al lettore.
Forse anche per questo Salinger si è opposto con tutte le sue forze all'adattamento dei suoi scritti, arrivando a citare a bloccare la distribuzione di una non autorizzata versione iraniana.
E mentre i due fratelli minori della famiglia Glass, quelli che sono rimasti al passo degli altri 5, che come loro per la loro spiccata intelligenza hanno presenziato al programma radiofonico It's a wise child, il pensiero corre sempre al maggiore, a Seymour, che non c'è più.
Fantasma che aleggia nelle vite, nelle case, di tutti.
Si parla di fede, di Gesù Cristo, di copioni e di confessioni, ma in realtà, si parla sempre di famiglia.
E in un finale in cui Zooey indossa un'altra maschera sulla sua voce, sta tutto l'amore che nonostante tutto, tra fratelli c'è sempre.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Ammetto che per me qualche racconto fra i nove precedenti lo supera in intensità, ma com'è scritto bene!

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  2. Chissà se qualcuno riuscirà mai a portare a termine un adattamento?
    Mi sa che è meglio di no.

    Letto un sacco di tempo fa, ormai ne ho un vago ricordo, ma un ricordo molto piacevole.

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    1. Mi sa che le clausole sul testamento di Salinger lo vieteranno per altri decenni, se non escono altri suoi racconti segreti a smentirmi.

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