22 maggio 2021

La Donna alla Finestra

Andiamo al Cinema su Netflix

Quante speranze avevamo riposto in Joe Wright!
Dopo che era riuscito ad adattare con una poetica così personale e delicata non solo Orgoglio e Pregiudizio, non solo Espiazione, ma pure un classico ostico come Anna Karenina.
Che gli è successo, poi, per finire a fare il mestierante per gli Oscar con L'Ora più buia, prendendo una sbandata con Peter Pan da cui ancora non ci si riprende?
Che è successo a Tracy Letts, che ha saputo scrivere per il teatro e poi adattare per il cinema opere che lasciano il segno come Killer Joe e Osage County?
Che è successo pure ad Amy Adams, alla ricerca disperata di ruoli difficili o di registi importanti con cui conquistare l'agognato Oscar, che dopo Elegia Americana si tuffa in un altro ruolo difficile ma in un film che non le rende onore?
Tutti e tre (Julianne Moore e Gary Oldman compresi, ma a lui concediamo il beneficio del "mi si vede poco, Joe è un amico che mi ha fatto vincere la statuetta") si sono presi la briga di entrare nel romanzo best-sellers di A. J. Finn Una donna alla finestra.


Il risultato?
Un thrillerino da Rai2 per il ciclo brividi estivi, solo recitato meglio.
Che qualcosa non andasse lo si era capito già con i screen test, che hanno portato la Fox a far modificare il montaggio e il finale, infine a cedere i diritti di uscita direttamente a Netflix, probabilmente consapevoli del flop che -pandemia o non pandemia- sarebbe stato.
Gli echi hitchcockiani ci sono fin dal titolo, che se una donna, agorafobica, di casa non esce e spia i vicini dalla sua finestra, a James Stewart pensi.


Se poi la donna (Anna, ex psicologa) mescola psicofarmaci e alcool, separata dal marito e dalla figlia, assiste ad un omicidio e non viene creduta né dalla polizia né dal coinquilino del piano di sotto né da quei vicini, pensi un po' anche a quell'altro caso mal riuscito che è La donna del treno.
Il mix non prende certo il meglio dei due, ma diventa un qualcosa di già visto, in cui le rivelazioni passano dall'essere ovvie dal minuto uno fino all'essere spiegate per filo e per segno nel finale.
La stessa regia sembra sbandare a ripetizione, non sapendo se stare in quell'area più sperimentale in cui già con Anna Karenina Wright aveva portato il palcoscenico su schermo, o starsene sul classico dei thrillerini con jumpscare piazzati qua e là tra una colonna sonora di Danny Elfman al minimo sindacale e grandi classici in bianco e nero come specchietto per le allodole.


La Adams, porella, ci prova e ci riesce a rendersi una pazza poco amabile e una detective in vestaglia dall'intuito giusto (quelli veri chiamati ad indagare li si prenderebbe volentieri a sberle), ma alla fine, pure lei sembra cedere alla incredibilità in un inseguimento sotto litri di pioggia che fa quasi ridere.
Quasi, perché ormai ci si è annoiati così tanto, si è continuato a chiedersi com'è che Wright, Letts e la Adams sono riusciti a fare un film così posticcio… che del destino di Anna ci interessa gran poco.

Voto: ☕☕/5

10 commenti:

  1. Dopo Dogtooth e I predatori mi è sembrato un capolavoro, e se prima avessi guardato pure Verdone starei ancora gridando al miracolo!! ahah

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    1. Dogtooth?!
      No no, non accetto questo commento ;)

      I Predatori invece speravo li riproponessero al cinema, avevo messo da parte la tentazione dello streaming ma sembra che vincano le novità al momento.
      Magari aspetto l'arena estiva.

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  2. Anche io ho pronta per domani la recensione di questo e siamo proprio d'accordo su tutto, niente da aggiungere.

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  3. Regia a parte, una porcheria.

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    1. A tratti, pure la regia mi ha innervosito con i cambi di scena teatrali e il finale da thriller annacquato...

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  4. Totalmente d'accordo, diretto benissimo, attori sprecati in parti anche minuscole, Amy Adams si danna come una matta ma resta un film indeciso, che prova a fare anche lo slasher negli ultimi minuti, ma non basta citare zio Hitch spudoratamente per fare un thriller riuscito. Cheers

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    1. Mi spiace quasi averci puntato un faro, ma i nomi coinvolti stuzzicavano troppo e non facevano certo pensare a un flop simile.
      Una macchia nera sulla carriera di tutti.

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  5. Un thriller senza la minima tensione e solo un sacco di noia...
    Considerati i nomi coinvolti, si sono davvero impegnati per realizzare un lavoro così modesto. Ma si devono essere sforzati proprio tanto. :)

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    1. E modesto è dir poco! Hanno pure cercato di metterci le pezze ma non è servito, Netflix finisce per metterci la faccia suo malgrado.

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