11 settembre 2021

Venezia 78 - Il Leone di Caffè

Trentanove film visti in 10 giorni, combattendo quotidianamente contro Boxol e in uno stata d'ansia perenne, sempre grazie a Boxol.
Ma il bilancio di questa 78esima Mostra è più che positivo.
Un carnet di titoli da invidia, nomi che fanno girare la testa.
Meglio allora mettere un po' di ordine e soprattutto decretare il mio Leone di Caffè.

Chi andrà a sedersi al fianco degli scorsi vincitori La moglie del poliziottoThe Look of SilenceAnomalisaLa La LandMektoub My LoveThe NightingaleMarriage Story e Nomadland?
Prima di scoprirlo, però, partiamo con un po' di premi per categoria:

Miglior Sceneggiatura




Miglior Attrice

Anamaria Vartolomei per L'événement


[menzione speciale per Laure Calamy per A Plein Temps]


Miglior Attore

Oscar Isaac per The Card Counter


[menzione speciale per Yuriy Borisov per Captain Volkonogov Escaped]


Ed ora, via con la classifica:

I NO

39. Eles Trasportan a Morte di Helena Giròn e Samuel M. Delgado


Classico prodotto da Festival. 
Fatto di silenzi e immagini statiche che nn può che essere incomprensibile e noioso.


38. Vidblysk/Reflection di Valentyn Vasyanovych


Potrei scrivere lo stesso, anche se qui c'è più comunicabilità nel raccontare gli orrori della Guerra in Ucraina.
Una tortura che è quasi pornografica, eccessiva nei suoi silenzi.


37. Il Paradiso del Pavone di Laura Bispuri


Quanta italianità!
Di Muccino ce ne bastava uno, e alle famiglie fintamente educate e pacate preferisco le urla.


36. True Things di Harry Woodliff


Una coppia bollente come Tom Burke e Ruth Wilson per un film che non ha né capo né coda.


35. La Scuola Cattolica di Stefano Mordini


Parte da un romanzo-fiume premiatissimo.
Dovrebbe essere una riflessione e un'analisi della nascita del male e invece tratteggia male la prima parte, si lascia andare al voyeurismo nella seconda, quella dedicata al Delitto del Circeo.
Uno spreco.


I QUASI


34. Inu-Oh di Masaaki Yuasa


Un mah che è tutto colpa della mia impreparazione.
Quest'opera rock non può che mandare in visibilio i fan più esperti.


33. La Caja di Lorenzo Vigas


Un altro prodotto da Festival, silenzioso e scarno in un Messico dove il lavoro uccide.
Prodotto vecchio, però.
Davvero troppo.


32. Illusions Perdues di Xavier Giannoli


Niente da dire sul testo di Balzac, dannatamente attuale per quanto riguarda fake news e sponsorizzazioni del giornalismo.
Ma questo adattamento che più classico non si può non ha niente da aggiungere al genere.


31. Sundown di Michel Franco


Un protagonista indolente per una storia che sembra implodere su se stessa, almeno fino al finale.
Il coinvolgimento, quindi, manca.


30. Becoming Led Zeppelin di Bernard MacMahon


Un documentario che lascia gran spazio ad esibizioni e live, mentre nel raccontare la nascita della storia di un gruppo, si affida alle parole dei membri che però solo in brevi guizzi riescono a trasmettere emozione e non didascalismo.


29. Madres Paralelas di Pedro Almodovar


Un film di apertura piuttosto confuso, come se fossero due film in uno, che funzionano fin là.
A distanza di 10 giorni, duole ammettere che poco è rimasto.


28. The Power of the Dog di Jane Campion


Qui, la colpa, è di un adattamento che non ha la stessa forza, la stessa bellezza del romanzo.
Il paragone è inevitabile, e per quanto l'occhio sia quello che ricerca bellezza della Campion, il film ci perde.


27. Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour


Non ci fosse stato il film di Wright il giorno prima, l'entusiasmo sarebbe stato maggiore.
Invece questo sembra una copia di serie B di tanti altri film.
Manca di presa, anche se gli elementi ci sono tutti.


26. Qui Rido Io di Mario Martone


Sono fra i pochi a non essere rimasta entusiasta del ritratto viscerale dell'uomo di pancia Eduardo Scarpetta. 
Un'immersione nel mondo teatrale di cui però non mi interessava granché.


25. Spencer di Pablo Larraìn


Inevitabilmente fra i più attesi.
Ma se la Stewart non riesce a far dimenticare se stessa e a tratti sembra di vedere uno spot di moda, Larraìn regala immagini suggestive racchiuse in una storia piccola e claustrofobica che non ha la stessa profondità di The Crown o la stessa forza del suo Jackie.
Inevitabilmente, quindi, una delusione.


I Sì


24. Miracol di Bogdan George Apetri


Il film visto con mamma.
Un dramma romeno con un buon livello tecnico e una prima parte davvero centrata.


23. Un Autre Monde di Stéphane Brizé


Un film dalla parte giusta e giustamente impegnato.
Ma la verità è che un tema e sono stati dei discorsi lontani dalla mia idea di cinema.


22. Les Promesses di Thomas Kruithof


Ancora Francia, non lavoro ma politica.
Quella fatta di promesse e compromessi.


21. Les Choses Humaines di Yvan Attal


Un filotto francese che ha in comune una certa freddezza nella messa in scena.
Qui il tema è spinoso e non può che far parlare di sé. 
Si tratta di stupro e di zone grigie della giustizia in modo decisamente accattivante.


20. Old Henry di Potsy Ponciroli


Un western che ancora vive ed esalta.
Non è mai così scontato.


19. The Last Duel di Ridley Scott


Un Medioevo attuale con un Ridley Scott in formissima e un cast che sorprende.
Un finale con il botto, che tiene incollati alla poltrona.


18. On the Job: The Missing 8 di Erik Matti


208 minuti che non si fanno sentire troppo.
Una regia pop ed esagerata per una storia di corruzione e giornalismo d'inchiesta.


17. Halleluja: Leonard Cohen, a journey, a song di Daniel Geller e Dayna Goldfine


Un documentario che centra il suo obiettivo, parlare di un'artista attraverso la sua canzone più celebre e coverizzata.
Quanta emozione.


16. Leave no Traces di Jan P. Matuszynski


Film impegnato che va a ricostruire anni di processo per una morte ingiusta causata dal pestaggio della polizia.
Un martire che andava conosciuto, una storia tristemente attuale.


15. Ariaferma di Leonardo Di Costanzo


La dimensione umana in un carcere che sta per chiudere.
Servillo e Orlando su livelli altissimi.


14. Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov


La redenzione e la via crucis di un capitano-lupo nella Russia del 1938.
Un protagonista che buca lo schermo e un finale che commuove.


13. Il Buco di Michelangelo Frammartino


Altro prodotto da Festival fatto di silenzi e immagini suggestive.
Ma qui l'emozione c'è, difficile spiegarla per una spedizione al centro della Terra, ma c'è.


12. Freaks Out di Gabriele Mainetti


Mainetti è tornato e non si è certo trattenuto.
La magia c'è, l'entusiasmo un po' meno, spento da una durata decisamente eccessiva (240 minuti).
Ma funziona.


11. Dune di Denis Villeneuve


Forse il film più atteso da questa Mostra per orde di fan in visibilio.
Villeneuve regala un'anima ad un nuovo franchise debordante e roboante.


LA TOP 10


10. America Latina dei Fratelli D'Innocenzo


Alla terza prova, i D'Innocenzo tornano a convincere.
Una storia più piccola e più pericolosa, che sa ipnotizzare. 
Anche grazie a Elio Germano.


9. Last Night in Soho di Edgar Wright


Non il cult che ci si aspetta da Wright, ma un titolo pop dalle protagoniste splendide che ho già voglia di rivedere.


8. Mondocane di Alessandro Celli


Un film di genere in un futuro distopico e tutto italiano che funziona.
Borghi come sempre grandissimo, ma i giovani protagonisti non sono da meno.


7. The Card Counter di Paul Schrader


Gioco d'azzardo e vendetta.
Film solidissimo che non molla mai.


6. Competencia Oficial di di Gastòn Duprat e Mariano Cohn


La ventata di freschezza, ironia e le frecciatine al mondo del cinema di cui avevamo bisogno.
Che sceneggiatura, che trio di attori!


5. A Plein Temps di Eric Gravel


Impossibile non ridimensionare l'odissea di Boxol nelle ansie di questa donna in perenne corsa per il lavoro, i figli, la casa e un futuro migliore.
Una protagonista in stato di grazia per una storia difficile da scrollarsi di dosso.


4. The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal


Un adattamento e un esordio alla regia pieno di emozione e femminilità.
Una ricostruzione che a poco a poco mette insieme i suoi pezzi e che sa incantare.
Cast perfetto.


3. L'événement di Audrey Diwan


Nonostante l'iniziale diffidenza verso un nuovo film che racconta il dramma dell'aborto illegale, questo piccolo film francese ha continuato a crescere nei giorni dopo la visione, conquistando meritatamente il podio.


2. The Blind Man Who Did Not Want To See Titanic di Teemu Nikki


La vera, piccola, sorpresa di questa Mostra.
Un uomo cieco e in carrozzina, appassionato di cinema, e le difficoltà che deve superare per arrivare dal suo amore.
Un protagonista meraviglioso per un film perfetto.


LEONE DI CAFFÈ


1. È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino



Ho pianto da metà film.
L'emozione non è calata mai.
I sorrisi hanno fatto capolino in continuazione.
Un Sorrentino diverso, intimo, pieno di vita, per un film che è un ritorno al passato e una rinascita.
Impossibile batterlo.

➡ La giuria presieduta da Bong Joon-ho sarà d'accordo con me?
Appuntamento a questa sera per scoprirlo, le riflessioni più serie e la leggerezza del red carpet le lasciamo a domani.

2 commenti:

  1. Wow!
    Mi sa che quest'anno Leone di caffè e Leone d'oro rischiano di coincidere... chissà.

    L'événement e Competencia oficial comincio a segnarli, che potrebbero fare al caso mio. Su Spencer ci spero ancora, sperando non si riveli una delusione pure per me.

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    1. Spencer ha deluso molti, un racconto bellissimo da vedere ma meno approfondito su un personaggio che in The Crown ha molta più profondità. Non so se è colpa del paragone inevitabile o della scelta di parlare di tre singoli giorni della sua vita...

      Risate garantite con Competentia Oficial!

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