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15 dicembre 2021

La persona peggiore del mondo

Andiamo al Cinema

Julie ha quasi trent'anni e non sa cosa vuole.
Non sa nemmeno cosa essere.
E questa è l'unica costante nella sua vita.
È passata dallo studiare medicina a psicologia, per poi mollare tutto e dedicarsi alla fotografia, per infine accasarsi con un fumettista famoso, molto più grande di lei.
Ora si ritrova ad uscire con gli amici di lui, che hanno famiglia, e con le pressioni di lui, che un figlio lo vorrebbe.
Lei, invece, non sa cosa vuole.
Non ancora.
Non adesso.
Continua a fare la commessa in una libreria e si sente in trappola.
Finché conosce un altro, e sembra l'amore quello vero, quello di una notte magica in cui è vietato toccarsi, ma flirtare si può, in tutti i modi possibili.
E quindi, vuole questo Julie?
Vuole un altro amore in cui buttarsi, un'altra vita che sembra la stia aspettando?


Che persona è Julie?
La peggiore del mondo, come dice il titolo?
No.
Julie è una donna che deve ancora capirsi.
Che ama con passione, che si tratti di scrivere, fotografare, studiare, l'uomo con cui sta.
Ma che sente che qualcosa manca.
Che qualcosa di più lo vuole.
E che film La persona peggiore del mondo?
Il migliore del mondo, come in tanti hanno proclamato, dopo il passaggio a Cannes in cui la bravissima Renate Reinsve ha vinto come miglior attrice?
Non proprio, o almeno, non per tutta la sua durata.


Distante dagli incubi e dalle immagini da sogno di Thelma, il nuovo film di Joachim Trier proprio come Zerocalcare racconta di una generazione in bilico, chiamata ad essere adulta senza aver avuto il manuale di istruzione.
Parte con una voce fuori campo che tanto adoro, regala momenti disincantati e scelte di regia e di sceneggiatura impeccabili, tra un mondo in fermoimmagine e le allucinazioni psichedeliche, per poi appesantirsi in un'ultima parte drammatica e... pesante. 
Semplicemente pesante.
Forse perché la più vera?
Può essere, ma controbilancia male l'entusiasmo e la freschezza della partenza del film, mettendo da parte anche quella voice over a cui ci si era affezionati.


Di bei momenti ne regala, come una notte per conoscersi da fare invidia alle migliori rom-com, e anche se i critici hanno definito Julie la nuova Amélie, non ha la stessa magia per chi come me il film di Jean-Pierre Jeunet lo adora, non ne ha lo stesso animo fantasticamente irritante per i detrattori.
Si è qui più reali, nel bene e nel male, e la storia di Julie raccontata in 11 capitoli, un prologo e un finale meritava solo un equilibrio maggiore.
Migliore, insomma, non peggiore.

Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. In fondo le ragazze sono come Renate Reinsve e svelando la loro personalità danno vita a interpretazioni magistrali. Un uomo zoppo farà sicuramente bene la parte del protagonista zoppo. C'è crisi di identità e di valori. Amélie è una ragazza con tanta fantasia che incanta tutto il mondo, lontana dalle problematiche esistenziali di Renate Reinsve.

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    1. Amelie mi ha incantato di più, ma forse proprio perché meno reale.
      Renate senza filtri rappresenta meglio la crisi dei trent'anni.

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  2. Hai un po' ridimensionato le mie aspettative, forse meglio così, ma spero comunque di rivederlo presto!

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    1. Le aspettative sono una brutta bestia, e infatti hanno giocato un ruolo importante qui.
      Diciamo che l'ultima parte ha affossato l'entusiasmo e la magia che si era creata, purtroppo.

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  3. Amélie per me era la persona peggiore o se non altro più irritante del mondo. :)
    Questa Julia invece mi sa che potrei adorarla.

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    1. Per i duri di cuore che Amelie non la sopportano, Julia è una ventata di realtà che fa bene e di cui potresti facilmente innamorarti. Peccato solo per l'ultima parte...

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