18 gennaio 2022

In Breve: Landscapers - After Life s03 - Dickinson s03 - The Great s02

Se i buoni propositi per l'anno nuovo erano quelli di mettersi a dieta, un'abbuffata di serie TV è sempre concessa.
Soprattutto se i titoli in questione sono di alto livello:


Landscapers

In Breve: Christopher e Susan Edwards nel 2014 sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio dei genitori di lei avvenuto nel 1998, e per aver occultato i loro cadaveri nel giardino di casa.
Da sempre, sostengono la loro innocenza, e nel ricostruire il loro mondo soffocante, decrepito e maleodorante, assieme alle fughe dalla realtà che il cinema sembra loro offrire, offre un quadro diverso su quelli che non sono certo dei freddi e spietati assassini.


Chi c'è: c'è un toccante David Thewlis e c'è ovviamente lei, Olivia Colman, ormai sinonimo di garanzia, Re Mida in TV come al cinema. 
Basta un suo sguardo, un suo tic, una smorfia, per provare un'ondata di affetto per una donna semplice come Susan sempre sul punto di spezzarsi.
E poi c'è Will Sharpe, che con la Colman aveva già lavorato in Flowers e che ci aveva regalato quella storia strappalacrime di Louis Wain. Il suo genio visionario è perfetto per una storia in cui il mondo del cinema, le fantasie per scappare dalla realtà brutale, sono così importanti.

Momento Migliore: il finale, ovviamente, ha del poetico. 
Ma anche le ricostruzioni di una polizia in cui si entra in un set nel set, mescolando generi in un discorso meta-televisivo che spiazza, rendono Landscapers un prodotto originale e fenomenale.

Funziona? Sì.
Non si tratta dell'ennesima ricostruzione di un caso crime, come all'apparenza può sembrare.
Qui la verità, l'esito delle indagini, lo si sa da subito, dalle didascalie che accompagnano l'apertura di ogni episodio.
Si tratta di entrare nella psicologia di quei vicini strani e a sé, di quelle coppie stropicciate e solitarie, di quei mondi che non ti aspetti possano vivere nella porta accanto.
Con tutto il carico di cicatrici e segreti, con il loro modo di andare avanti.

Tornerà? No, gli inglesi sanno essere brevi, e in una miniserie di soli 4 episodi, raccontano perfettamente il caso Wycherley.

Voto: ☕☕/5


After Life - Stagione 3


In Breve: sempre Tony e sempre il suo microcosmo fatto di giornate tutte uguali, di incontri tutti uguali, di bevute e di video da guardare che spezzano il cuore.
Sempre un microcosmo vario e assurdo, in cui non mancano interviste assurde, primi appuntamenti assurdi e nuovi arrivi che ben si amalgamano a questa assurdità.
Ma finalmente, c'è un Tony che sembra voler reagire, che ritrova qualche risata nel lutto..


Chi c'è: sempre lui, nel bene e nel male, quel burbero, misantropo di Ricky Gervais che non si risparmia una parolaccia, un grugnito, un'imprecazione.
Fortuna che il resto del microcosmo è fatto di strani, assurdi personaggi a compensare.

Episodio Migliore: il finale, senza pensarci troppo. 
Che sistema in modo magari scontato tutte le questioni in sospeso, lo fa frettolosamente e assestando colpi bassi in reparti d'ospedale pediatrici, ma riesce comunque a far consumare un pacchetto di fazzoletti.

Funziona? Meno di quel che speravo, purtroppo.
Non so se le uscite egocentriche di Gervais centrano qualcosa nel mio cambio di sguardo nei suoi confronti, o se il suo Tony così corporeo nel suo dolore mi ha fatto scattare qualcosa, ma ci ho messo un po' a mandare giù discorsi e battute tutt'altro che divertenti, le esternazioni colorate che non mi hanno fatto sorridere mai.
La colonna sonora spezzacuore e gli ultimi due episodi, più umani, più sentiti, sembrano modificare il registro e trovare un equilibrio.
Quasi troppo tardi, però.

Tornerà? No, questa era l'ultima stagione.
La conclusione di un percorso, che resta toccante e che resta commovente, nonostante tutto.

Voto: ☕☕½/5


The Great - Stagione 2


In Breve: si torna nuovamente alla corte di Madre Russia, dove un colpo di Stato è in corso per rendere Caterina la nuova, Grande, Imperatrice.
Pietro inizialmente non ci sta, ma preso per la gola avrà modo di riflettere su di sé e sulla propria educazione, sul figlio che lo attende e pure su quella moglie che si rivela finalmente con un'anima russa da amare.
Ne seguono i tentativi di Caterina di riformare l'educazione e la corte del suo Impero, ne segue un amore fisico che potrebbe sfociare in un matrimonio idilliaco mentre non possono mancare trame e sottotrame per stare al suo fianco e per tradirla.


Chi c'è: ancora loro, i belli e impossibili Elle Fanning e Nicholas Hoult.
Se i comprimari tra dame di compagnia, consiglieri politici, militari e religiosi non cambiano, l'aggiunta d'eccellenza è Gillian Anderson, madre e padrona, dall'alto tasso erotico.

Episodio Migliore: tra colpi di genio in travesti e fiere scientifiche, vince Seven Days (2x08) in cui la preparazione al parto mostra forze e debolezze dei vari personaggi.

Funziona? Nella sua rilettura pop e tutt'altro che veritiera della storia, sì.
Anche se ammetto che la durata degli episodi non gli rende onore, appesantendo in alcuni punti la narrazione.

Tornerà? Sì, la terza stagione è già stata confermata.
Huzzah!

Voto: ☕☕/5


Dickinson - Stagione 3

In Breve: si torna nuovamente ad Amherst, Massachusetts, ma questa volta c'è una guerra che bussa alle porte di giovani volenterosi che non torneranno nelle loro case, e di vedove chiamate a piangerli.
Emily, mai riconosciuta poetessa di guerra, cerca il modo di raccontarla, attraverso le sue poesie.


Chi c'è: sempre lei, la bravissima e bellissima Hailee Steinfeld.
Anche se ammetto che una cotta per il fratello Adrian Blake Enscoe è nata e che a catturare la mia attenzione è sempre la splendida Jane Krakowski.

Episodio Migliore: The Future never spoke (3x07), ambientato in un futuro in cui Emily può vedere quello che sarà di lei grazie ad un Cicerone di eccezione: Sylvia Plath.
Ma, nel suo rivendicare il ruolo femminista, anche A little Madness in the Spring (3x06), ambientato in un reparto psichiatrico femminile, ha il suo perché, per non parlare del sogno ad occhi aperti che è This is my letter to the World (3x04) in compagnia di Walt Whitman.

Funziona? Sì, Dickinson gioca bene le sue carte nel rendere pop un personaggio che in fondo lo è sempre stato, mescolando reale e finzione, colorando la colonna sonora e le storie di una poetessa che si ha ora voglia di studiare.

Tornerà? No, questa era l'ultima stagione.
E purtroppo la chiusura sembra fin troppo frettolosa essendo già deciso in fase di produzione.
Poetica, ovviamente, ma con ancora cose snodi da sciogliere, storie da raccontare.

Voto: ☕☕☕/5

3 commenti:

  1. Ho visto Dickinson e After Life.
    La prima, partita con il botto, questa volta mi ha un po' deluso. After Life dura oggettivamente due stagioni di troppo e questa, volgarissima, spesso mi ha letteralmente disgustato: il finale in sé, invece, melenso ma toccante.
    Sono alle prese con la Colman, ora, sempre divina; di The Great un episodio a settimana, seguo la programmazione italiana. :)

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    1. Dickinson sembra non sapere di essere arrivata all'ultima stagione, e quel finale un po' così mi ha deluso, ma gli episodi da incorniciare distanti da Sue, sono tanti.
      After Life si salva in zona cesarini, Gervais più fastidioso del solito, ma gli ultimi due episodi più in equilibrio, più corali, mi hanno fatto versare anche troppe lacrime.

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  2. After Life per me anche in questa stagione ha tirato fuori degli altri momenti notevoli, non solo nelle scene più toccanti, ma pure quando per fortuna tira fuori della pura cattiveria e volgarità gratuita. Meno male che c'è ancora qualcuno come Ricky Gervais!

    Dickinson è una serie cui sono molto affezionato e che mi mancherà, anche se dopo la prima stagione non ha espresso del tutto il suo potenziale e il finale in effetti è un po' così...

    Landscapers non mi attira particolarmente, però magari farò un tentativo.

    The Great 2 non l'ho ancora iniziata. Ora che ho finito altre serie ci proverò, sempre che nel frattempo non esca qualche novità a ostacolarmi. :)

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