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3 maggio 2022

Roar

Mondo Serial

Una serie antologica che mostra attraverso metafore più o meno riuscite, com'è essere donna oggi.
Una serie tratta dai racconti di Cecelia Ahern e portata su AppleTV+ (che si conferma fucina di grandi titoli, in questo periodo) dai creativi dietro Glow, che non a caso si portano appresso parte del cast della serie tristemente cancellata da Netflix senza una degna conclusione.


Ne escono 8 episodi che hanno un effetto straniante, che giocano con la realtà inventando strani futuri, strani parallelismi.
Non potevo esimermi, quindi, dal farne una classifica:

8. The Woman Who Loved Horses
(1x08)


Io e i western proprio non riusciamo ad andare d'accordo, nemmeno se al femminile.
Ma diciamo che qui si giocano male le proprie carte, con una protagonista rancorosa e insopportabile e una spalla che si vorrebbe comica e che invece irrita all'inverosimile.
La loro corsa verso la vendetta e la redenzione che veste i panni di Alfred Molina entusiasma pochissimo.
Come chiudere nel peggiore dei modi quest'antologia.


7. The Woman Who Disappear
(1x01)


Com'è essere neri, oggi?
Tra discriminazioni grandi e piccoli e piccole e grandi forme di razzismo, stiamo per un giorno nelle scarpe di una scrittrice di successo che potrebbe vedere il suo romanzo diventare non un film, ma una realtà virtuale.
La metafora dell'invisibilità funziona bene, ma il finale aperto lascia in sospeso.


6. The Woman Who Ate Photographs
(1x02)


Nicole Kidman bella come sempre, anche in vesti molto discutibili, deve convincere la madre affetta da Alzheimer a trasferirsi a casa sua.
Sarà un viaggio nella memoria in cui anche le fotografie del passato hanno gusto.
Una metafora difficile da capire del tutto, ma un'intensità di recitazione che fa la differenza e alza l'asticella.


5. The Woman Who Foud Bite Marks on Her Skin
(1x04)


Altro metaforone tutt'altro che sottile: il senso di colpa che divora dall'interno una madre che la maternità fatica a gestirla, soprattutto se di tornare a lavoro ha una gran voglia.
Costruito con richiami da horror, funziona anche se le sottigliezze non sono di casa.


4. The Woman Who Was Fed by a Duck
(1x05)


A proposito di metaforoni evidenti, alla "U" di duck, sostituite una "I".
E avrete l'improbabile fidanzato possessivo, violento e tossico che una ragazza in crisi si ritrova ad amare.
L'assurdità è tanta, ma questa volta è ben gestita.


3. The Woman Who Was Kept in a Shelf
(1x03)


Ah, le moglie trofeo!
Betty Gilpin lo diventa letteralmente, tenuta in bella mostra, nient'altro le è richiesto se non starsene su una mensola.
Ma si sa, anche la bellezza stanca, e tornare a vivere ha il sapore di un musical.
E io, come potevo rimanere indifferente alle note di un musical?


2. The Woman Who Solved Her Own Murder
(1x06)


Lo ammetto, il cast composto da  Alison Brie, Hugh Dancy e Christopher Lowell fa la sua parte, e anche la mia vena di appassionata di crime.
Ma qui si gioca proprio su questo, con una ragazza uccisa che sotto forma di fantasma cercherà di capire chi l'ha uccisa.
Una soluzione tristemente stereotipata, (ma spesso, pure vera) non inficia la qualità della parodia.


1. The Woman Who Returned her Husband
(1x07)


Ah, come mi fregano anche i vecchini in cerca di amore!
In questo caso, una donna indiana che dopo anni di matrimonio non propriamente felice, decide di restituire al negozio di mariti, il suo.
Ne cercherà di nuovi in quel reparto speciale in cui tra una lampada nuova e una pianta, si può acquistare anche il compagno per una vita o semplicemente una settimana.
La gelosia, come sempre, fa da molla, ma porta a riflettere su di sé, su quello che si chiedeva all'altro.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Mi hai ricordato che a me Glow era piaciuta. Peccato per la sua sparizione

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    1. Netflix ci ha privato di una stagione finale già annunciata con la scusa del Covid, non riuscirò mai a perdonarlo!

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  2. Le serie antologiche come al solito un po' mi attirano e un po' mi respingono... Con questa dovrei provare a fare un tentativo e vedere come procedono le cose, visto che il cast e il team di Glow invogliano.

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    1. Il bello di queste serie è che quando hai 20 minuti di tempo puoi concederti e passare oltre per un po' senza sensi di colpa. Come sempre, non tutti gli episodi riescono e gli alti e bassi sono evidenti, ma lo zampino femminista di Glow si fa sentire.

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