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4 giugno 2022

The Fallout

È già Ieri -2021-

Bastano 5 minuti per cambiarti la vita.
È una mattinata qualunque, a scuola, tra lezioni noiose, scambi di messaggi, pause al bagno.
Poi si sentono degli spari, sempre più vicini.
Urla.
Sangue.
Terrore.
E anche se ti sei salvata, se non hai visto niente, se dal bagno in cui ti sei nascosta hai sentito solo urla e spari, la vita non è più la stessa.
E come lo superi, un trauma così?
Un trauma che ti separa da una famiglia che diventa quasi soffocante, da una sorellina invadente, dall'amico che si impegna politicamente?
Ti leghi a chi c'era con te, lì in quel bagno.
Per quanto diverso, per quanto distante, prima.


Perché ormai c'è un prima.
E c'è un dopo.
In cui anestetizzare le giornate tra alcool e droga, in cui tornare a scuola è troppo difficile e le sedute dalla psicologa non sembrano aiutare.
C'è Mia, ora, nella vita di Vada. 
Che sola e indipendente è più raggiungibile di quel che l'élite scolastica faceva sembrare, ed è allo stesso modo traumatizzata.
E c'è Quinton, colpito direttamente da quella sparatoria, più sensibile, più ancorato al presente.
Loro capiscono.
Loro ci sono.
Senza giudicare, senza osservare il dolore, le paure di Vada che sono come ondate.
Come cadute da cui da sola vuole rialzarsi.


È un ritratto quanto mai realistico della generazione di oggi e della tragica realtà scolastica americana in tempo di sparatorie, The Fallout.
Mescola i toni, dal dramma alla romcom, con toni tra il leggero e l'impegnato, con un umorismo nero ma mai irrispettoso, creando un clima diverso, unico, a cui non servono etichette.
Star e anima del film è la prezzemolina Jenna Ortega, che tra Scream, Studio 666 e il prossimo Wednesday colleziona un bel titolo dietro l'altro ed è qui protagonista assoluta, che mette nell'ombra anche le più conosciute Shailene Woodley e Maddie Ziegler con un personaggio e una recitazione genuine e irresistibili.
La sua Vada tra cicatrici e sbandamenti, regala momenti cult e perle di saggezza.
E lo fanno anche i comprimari, perché per rialzarsi, per andare avanti, serve un villaggio.
Servono gli amici che non giudicano ma aiutano, serve una madre pronta -o quasi- ad ascoltare confessioni, serve una sorella che la rivuole vicina, serve un padre che urla maledizioni su una collina, serve una psicologa che chiede poco ed è presente.


È un esordio promettente e potente quello di Megan Park, che riesce a parlare di cose brutte in modo diretto, senza filtri, non disdegnando di usare tratti da commedia adolescenziale grazie alla faccette e alla fisicità della Ortega.
The Fallout parla alle generazioni di oggi e mostra quanto è difficile essere dei sopravvissuti, tra trip e prime volte, con un finale amaro che in tempi come questi fa ancor più riflettere.

Voto: ☕☕☕☕/5

3 commenti:

  1. Un film che riesce a trasformare in bello qualcosa di brutto.
    Può anche essere visto come una specie di sequel di Elephant, che ci racconta il dopo.
    Sempre attualissimo. Purtroppo.

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    1. Un Elephant meno silenzioso e sussurrato, però.
      La chiave scelta per raccontare un trauma così difficile è perfetta, e la piccola Jenna non ne sbaglia una.

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  2. L'ho visto qualche tempo fa e quando ho letto delle ultime, stupide stragi, il pensiero è volato a quei ragazzini così piccoli, allo sguardo traumatizzato della Ortega, al senso di colpa della sorellina. Peccato che in un paese orribile (e lo sottolineo) come gli USA questi gridi di aiuto lascino il tempo che trovano.

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