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10 giugno 2022

Wolf

È già Ieri -2021-

Un lupo, un pastore tedesco, uno scoiattolo e un pappagallo sono riuniti nella stessa stanza.
Non è l'inizio di una barzelletta.
Sono lì riuniti per far riemergere la loro parte umana.
E no, non è nemmeno l'inizio di uno strano film di fantascienza.
Si parla di Clinical zoanthropy, una rara forma di illusione in cui una persona crede di essere un animale. E si comporta come lui.
Questi "animali" sono quindi riuniti nella stanza di una clinica, che promette di guarirli.


Così è per Jacob, che si sente un lupo.
Che ulula, che attacca, che sta meglio in mezzo alla natura.
Più centrato, se possibile, più silenzioso e giudicante, osserva i metodi di dottori che non sembrano sapere che farne della loro condizione, fra premi ed errori, bastoni e carote.
In un gioco di prede e padroni, metodi poco ortodossi, tra punizioni fisiche, uso di gabbie, violenza psicologica che diventa sostenibile per Jacob solo grazie alla presenza di Cecile.
Una gatta, lei, privilegiata o forse ancora più in prigione perché in un'ala diversa, da cui sembra impossibile scappare.
Gatto e lupo non possono stringere amicizia?
George MacKay e Lily-Rose Depp dimostrano il contrario, in una relazione che si fa ovviamente fisica, cosa che non aiuta il film ad avere un tono convincente.


Perché l'idea, di base, è interessante.
Gli esperimenti umani, con umani chiusi in un unico ambiente, non finiscono mai bene.
Lo ha dimostrato lo Stanford Prison Experiment come le cose possono degenerare presto.
Ma qui non c'è approfondimento alcuno.
I cattivi della storia, il sadico Paddy Considine e l'impreparata Eileen Walsh riempiono la scena che passa da un esercizio all'altro, da un momento intimo all'altro, senza soluzione di continuità.


Il finale, poi, aperto e anticlimatico, non aiuta a dirsi soddisfatti di un film che poteva essere più animalesco, più esagerato, retto solo dalle spalle muscolose di MacKay, e che scegliendo invece la chiave contenuta dell'indie drammatico, sbaglia strada.

Voto: ☕/5

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