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13 agosto 2022

Malignant

Settimana Horror

Mi ci è voluto un po', ma alla fine ho capito cosa mi fa davvero paura in un film horror.
Una casa infestata -che è un grande classico, ma deve ovviamente essere gestito bene- e quando la presenza che la infesta si staglia nell'ombra per poi muoversi in modo improvviso/scomposto inseguendo la vittima di turno.
Come potevo quindi reggere la visione di Malignant?
Un film in cui la casa di Madison viene presa di mira da una strana presenza, che dopo aver ucciso il suo compagno violento e averle fatto perdere il bambino che portava in grembo, sembra continuare a tormentarla?
Una presenza che si staglia nell'ombra, di spalle, e che si muove in modo strano, disarticolato, come a ritroso?
Ovviamente, non bene.
Che i brividi abbondano, le scene raccapriccianti non si contano e i lunghi inseguimenti -pure nella Seattle sotterranea- hanno messo a dura prova i miei nervi.


Ma in mezzo alla goduria che questi brividi possono dare, alla bellezza di scene d'azione che fanno chiedere come sono state girate (spoiler: con una controfigura che è anche una contorsionista) e che riescono per questo a tenere desta anche la mia attenzione labile in certi frangenti, c'è una storia che non mi convince.
Si torna al punto già toccato in questa settimana: un colpo di scena che colpo di scena non è.
Colpa di espedienti simili utilizzati altrove, di indizi lasciati che si colgono e si sommano.
Certo, arrivare alla soluzione finale prima della rivelazione non toglie il piacere, ma quanto vorrei essere rimasta a bocca aperta!


Gabriel con la sua presenza, con il controllo che esercita, resta una gran trovata.
Certo, ci si chiede come sia così facile entrare in ospedali abbandonati, fare una strage all'interno di una prigione con poliziotti che sono andati a scuola di mira dagli Stormtrooper, ma è la sospensione dei film horror e si sta al gioco.
Per un horror, poi, che prende chiara ispirazione dalle atmosfere di Dario Argento (e l'ho capito io che ho visto solo Profondo Rosso e Suspiria), che gioca con le citazioni ma soprattutto con le luci e la fotografia che danno un'identità particolare al prodotto finito di James Wan e che mi fanno capire l'esaltazione collettiva alla sua uscita.


Annabelle Wallis, irriconoscibile e in parte, è una protagonista che non mi convince al 100%, e purtroppo per lei, l'ospite con cui è costretta a convivere ha portato alla mente scene ancor più assurde del Doppio amore di Ozon.
Ma non tutti gli ospiti sono uguali, e questo, per quanto maligno, è quello che regala finalmente i giusti brividi a questa Settimana.
Che non può finire qui, proprio sul più bello.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
3 Leoni su 5


3 commenti:

  1. Discontinuo e improbabile, ma quanto dirige bene James Wan! Quanto è memorabile, e folle, il colpo di scena finale! Mi divertì tantissimo.

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  2. Semplicemente ho apprezzato, nonostante tutti i difetti.

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  3. Per me più risate per colpi di scena prevedibili e scene d'azione ridicole che brividi, non pervenuti. XD

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