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21 settembre 2022

Do Revenge

Andiamo al Cinema su Netflix

Non passeranno mai di moda, i film adolescenziali.
Ed è un bene, almeno in questo caso.
Un caso in cui si è ben consapevoli di cosa è arrivato prima, e lo si omaggia, lo si cita, se ne prende spunto per creare un nuovo film al passo con i tempi che a prima vista poco di nuovo mette in scena, ma che sa che direzione prendere e se la tiene stretta.
Prendi la trama di Delitto per Delitto, e portalo in un liceo d'alta classe di Palm Springs.
Prendi Mean Girls e la sua divisione in classi e... beh, tienilo esattamente così, con un'outsider che deve farsi passare per chic pur non essendolo, senza per forza di cose citare l'etologia.
Prendi Cruel Intentions e volendo, quindi, Le Relazioni Pericolose, e portalo nel solito liceo di Palm Springs, con un'amicizia che si fa molto pericolosa e una storia d'amore tutt'altro che d'amore.
Ci siamo?


Bene.
Do Revenge è servito, come un rimpasto ben riuscito di quelle commedie adolescenziali degli anni '90-2000 che hanno cullato una generazione e plasmato l'idea di come le scuole americane sono. Portando il tutto, però, ai giorni nostri: dove i social aiutano a inseguire gli altri, ordire piani machiavellici e il politcally correct entra a pieno titolo nella sceneggiatura.
Come con Hitchcock, due sconosciute uniscono la loro sete di vendetta scambiandosi gli obiettivi: Drea, regina decaduta dopo un filmato osé che l'ex giura di non aver fatto girare, vuole la sua testa. Eleanor, vuole quella dell'amica che considerava così fidata da confidarle di essere lesbica, ritrovandosi invece esposta e etichettata come predatrice.


Diverse ma unite dalla solitudine e dal non aver nulla da perdere, partono con i i soliti cliché tra feste in cui presentarsi in gran tiro, makeover che sono sempre una gioia da seguire, e colpi di scena abbastanza telefonati che ingarbugliano il finale senza però far perdere smalto a una commedia che non si prende sul serio ma prende sul serio l'eredità da cui arriva.
Non a caso, la presenza di Sarah Michelle Gellar come preside, è lì a ricordarcelo, in un cast di giovanissimi già incontrati in più serie TV.
Anche la colonna sonora cita pezzi cult di una generazione che è cresciuta con un certo immaginario, e passare da Billie Eilish a Meredith Brooks, da Olivia Rodriguez a Fat Boy Slim è una meraviglia musicale che rende più accettabile una moda pastello e plasticosa che nemmeno negli anni '90 poteva piacermi.


Camila Mendes e Maya Hawke sono le mattatrici di questa vendetta servita fredda ma con parti molto calde, a cui si perdonano anche gli spiegoni e titoli di coda romantici e fuori luogo.
L'entusiasmo non cala, per fortuna, perché quando un film cita i cult giusti e ne segue le orme, il risultato è più che godibile.

Voto: ☕☕½/5

1 commento:

  1. Con una bella dose di cattiveria in più e una mezz'ora in meno (ma perché i film di oggi durano quasi sempre troppo?) poteva essere un nuovo cult.
    Così ne è uscita una pellicola carina, però anche una versione edulcorata dei cult, quelli veri, degli anni '90.

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