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7 settembre 2022

Venezia 79 - Dead for a Dollar | Call of God

Dead for a Dollar

Era atteso come un gran ritorno, quello di Walter Hill. 
Un maestro ancora capace di dare una zampata? 
Di aggiungere qualcosa a un genere che non accenna a morire come il Western? 
Purtroppo, no. 
E se le storie nel vecchio e polveroso West sembrano sempre le stesse, tra duelli fra teste calde, criminali fuorilegge, donzelle da salvare, è per come è fatto questo Dead for a dollar che viene da alzare gli occhi al cielo. 
In economia, di finanziamento e di idee, con una fotografia sciatta, una ricostruzione posticcia, la sensazione di un piccolo film quasi amatoriale. 


Nonostante un cast di gran nomi, composto da Willem Defoe e Christoph Waltz che giocano a ripetersi in ruolo in cui li abbiamo già visti, e Rachel Brosnahan, un po' imprigionata in Mrs. Maisel, un po' donzella che non ha bisogno di essere salvata. 
Ma l'approfondimento non è di casa, in cattivi da eliminare e in scontri che si rivelano banali imitando per quanto possibile Sergio Leone e le sue inquadrature. 
Magari sono io, allergica al genere, ma la delusione, l'imbarazzo pure, sono innegabili. 

Call of God

Era atteso come un gran saluto, quello di Kim Ki-duk.
L'ultimo film di un grande maestro, in esilio e morto a causa del Covid nel 2020.
Il suo film lo aveva girato, ma il montaggio è stato completato postumo, seguendo le sue istruzioni. 
E chissà se lo avrebbe voluto davvero così, perché il risultato è poco sopra una soap opera dove né la recitazione né le riprese sono degne di nota.



Anzi. 
Una sceneggiatura che ha l'unico guizzo nelle chiamato che fanno da titolo, altrimenti composta da dialoghi assurdi degni della telenovela piemontese. 
Tra schiaffoni e scene di sesso, gelosia insensata e suicidi inspiegabili, l'imbarazzo dilaga per attori scelti non certo per la loro bravura. 
Non si saluta così un Maestro. 

1 commento:

  1. Povero Walter Hill, che brutta fine per uno che ha dato così tanto al cinema...

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