14 ottobre 2022

Ninjababy

Andiamo al Cinema

Rakel è una novella Juno.
È però norvegese, con una mentalità molto aperta, una vita scombinata e il sogno di diventare una fumettista.
A mettersi in mezzo, una gravidanza inaspettata.
Ma inaspettata davvero.
Si ritrova infatti incinta di 6 mesi, senza più la possibilità di abortire.
Il padre, non è nemmeno quell'insegnante di arti marziali con cui aveva passato una notte infuocata e con cui ora sembra esserci qualcosa di più, ma è Minchia Santa, il classico fannullone ai cui "piedi" continuare a cadere, che di essere padre non è altrettanta pronto.
Che fare, allora?


Con pochi mesi di tempo a disposizione e un bambino che come un ninja si è nascosto e solo ora inizia a fare sentire la sua presenza?
L'adozione?
Anche se il sistema rema contro e non si può scegliere la famiglia?
Affidarlo alla sorellastra, che un figlio suo non è riuscita ad averlo?
Tenerlo, anche se non si è pronti e non lo si vuole?
Rakel si dibatte fra dubbi e tormenti, lei che la maternità proprio non la sente, lei che inveisce contro quel bambino che vorrebbe essere cresciuto da Angelina Jolie, e che giustamente si mette in mezzo, sbucando e interpretando i suoi pensieri, da quei fogli su cui disegna cercando una via d'uscita.


Senza peli sulla lingua senza essere volgare, femminista nel parlare apertamente di chi il desiderio di un figlio non ce l'ha, Ninjababy si fa commedia importante e deliziosa, in cui seguire una protagonista naturale e stropicciata, in crisi tanto quanto la sua vita.
Il doppiaggio italiano va a far perdere punti simpatia, ma nell'universo caotico e affollato che ruota attorno alla scelta su che fare con questo bambino, c'è tanto colore con cui scaldarsi.
Dicono che per crescere un figlio ci voglia un villaggio, in questo caso, un villaggio, fra ex ingombranti, amiche solidali e nuovi amori, ne serve uno anche per farlo nascere.
Un villaggio in cui accettare e condividere le scelte altrui, in cui parlare attraverso giochi di ruolo e fumetti in un modo romantico e moderno, a conferma di unna sceneggiatura splendida.


Dalle risate alle situazioni più paradossali, si passa senza perdere ritmo o sostanza a un finale dove il dramma non può che metterci lo zampino.
Con le incursioni nell'animazione e nella stop-motion, si costruire quella che viene già definita "la commedia dell'anno", e che di certo, fra le migliori degli ultimi anni, lo è.

Voto: ☕/5

2 commenti:

  1. "You had me at il sogno di diventare una fumettista" (quasi-cit.), spero solo di trovare un cinema che lo proietta. Cheers

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