7 dicembre 2022

Smile

Andiamo al Cinema

Sorriso di circostanza 
Di quelli tesi, di quelli imbarazzati.
Come faccio a dire proprio io, io che sono una fifona, io che questo sorriso lo trovavo inquietante fin dalle immagini promozionali, a dire che il tanto urlato horror dell'anno, l'ho trovato poco… interessante?
O originale?
O spaventoso?
Come faccio io, che esperta non sono, a dover difendere la mia posizione se fin da subito mi sono ritrovata a pensare un po' a It Follows con una metaforona bella grossa sulle malattie mentali e lo stress post traumatico, e The Ring, con le indagini a ritroso di una maledizione che non sembra aver fine?
Sorrido, allora, con un sorriso di circostanza per camuffare l'imbarazzo.


Sorriso finto
Quello che mi sono ritrovata a fare quando, convinta di dover vedere il film d'esordio (e che esordio, comunque!) di Parker Finn con gli occhi mezzi chiusi dal terrore, gli occhi hanno iniziato a chiudersi per la noia.
Una noia che colpisce e affossa qua e là il ritmo, con lunghi momenti-spiegone, con lunghe confessioni, con scene di litigi, scontri e altre strani ostacoli che una psicologa che si è vista una paziente tagliarsi la gola davanti ai suoi occhi deve scavalcare da sola, alla faccia del fidanzato meno comprensivo del mondo, della sorella più egocentrica e mettiamoci pure un reparto che poco la protegge.
Indice, questi personaggi arraffati e poco approfonditi, di una sceneggiatura non proprio curatissima.
Sorrido, ma in realtà internamente scuoto la testa.


Sorriso teso
Quello che spunta, inevitabile, per camuffare la paura.
Perché sì, i sorrisi larghi, lo sguardo fisso e i movimenti repentini, continuano ad essere quello che assieme a una casa infestata più spaventano.
E qui, le presenze inquietanti nascoste nell'ombra o ben visibili in un angolo, non possono che portare quel terrore che ha fatto la fortuna al botteghino per Smile, complice una campagna marketing mirata ed efficace.
Mettici poi una creatura davvero inquietante, e il sonno me lo sono rovinata anche questa volta.
Non come Barbarian, stranamente, ma ci siamo andati vicino.
Sorrido, per non tremare quindi.


Sorriso di soddisfazione
Dedicato tutto a Sosie Bacon, figlia d'arte, la cui carriera dopo i passi falsi di Here and Now e As we see it, due ottime serie Tv ingiustamente cancellate alla prima stagione, può finalmente iniziare.
Basta che non si fossilizzi sugli horror, trovando il suo spazio visto come qui si è ben calata nei panni della final girl, ma con risvolti drammatici che sa gestire.
Tale padre, tale figlia.


Sorriso incerto
Infine, per un film che ha di certo la colpa di essere stato caricato a pallettoni, di avere una fama che lo precede e certe aspettative non facili da colmare se l'originalità manca e la sceneggiatura si lascia andare a momenti poco horror che solo certi jumpscares risollevano.
Gli esperti lo dichiarano comunque un ottimo horror commerciale, quei miracoli di una major che trova e spinge il pubblico in sala per una visione collettiva come si deve.
Uniti all'insegna dei brividi, e dei sorrisi.
La sensazione, ora che gli horror li mastico anch'io, è che pure in questo genere preferisco i titoli più defilati, capaci di sorprendere senza alcuna aspettativa da compensare. Senza patti a cui scendere.
Sorriso di nicchia, il mio preferito.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Pensa che io continuo a ritenerlo uno dei migliori horror commerciali dell'anno, oltre ad essere uno di quelli che mi ha più terrorizzata durante la visione.

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  2. Sta facendo molto parlare perché specialmente tra il pubblico più giovane, gli horror commerciali che escono in sala hanno sempre mercato (per fortuna!), fa il suo dovere ma gli ho preferito “Barbarian”, quindi direi che gli hai assegnato il quantitativo di caffeina adeguato ;-) Cheers

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  3. Pure io c'ho visto dentro qualche eco di The Ring, ma purtroppo non mi ha colpito altrettanto. Un valido horror commerciale, però mi aspettavo qualcosa in più.
    Vado quindi anch'io con un sorriso di nicchia. :)

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