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1 luglio 2023

Flamin' Hot

Andiamo al Cinema su Disney+

Quanto piace agli americani gloriarsi dei loro successi.
Sarà che la loro storia è breve  ma sono in grado di rendere il primo supermercato un museo, un orso cocainomane un'attrazione e ogni traguardo finanziario o invenzione societaria, un film.
Chi si loda si imbroda?
No, non loro.
Ma costruiscono un genere a sé, capace di essere affascinante sia quando si parla di vette raggiunte che di tracolli prevedibili.
Se le serie TV si sono concentrate sulle startup e i loro inventori dall'ego spropositato, avendo a disposizione un minutaggio maggiore per raccontarceli, Hollywood resta dalla parte dei successi.
Che sia McDonald o le Air Jordan (giusto per citare due simboli non da poco), si parte sempre da lì: dall'uomo comune e dalla giusta idea.


A questo giro si racconta di come sono nate le Cheetos Flamin' Hot, le patatine piccanti che nell'economia in recessione degli anni '80 hanno salvato la Frito-Lay dal fallimento.
Come sono nate?
Chi ha avuto l'idea, l'ha perfezionata, ha capito una fetta di mercato che non era contemplata?
Richard Montañez, immigrato messicano, un passato di furti e furtarelli, la retta via ritrovata grazie a una moglie e un figlio in arrivo e la scelta di ripartire come inserviente proprio alla Frito-Lay.
Ma  è intraprendente, Richard, non guarda alle gerarchie, ha fame di crescere e di imparare facendosi amico un ingegnere di colore che per questo i vertici non li scala e trovando una soluzione via via che i licenziamenti e la riduzione dei turni aumentano.
Come?
Guardandosi intorno, guardando al suo quartiere, ai suoi amici, alle feste dei figli, in cui tutti si portano i condimenti, le spezie, per rendere più piccanti piatti così lontano dal sapore di casa.


Eccola la molla.
Eccola l'idea che riunisce la famiglia intera alla ricerca della ricetta giusta e che convince uno come Roger Enrico a dargli una chance.
Uno che, immigrato dall'Italia, sa bene cosa vuol dire avere fame, avere testa, e sa riconoscere di chi fidarsi.
Insomma, la classica storia del sogno americano che non smette mai di far sognare perché in sé ha tutto dei racconti classici: gli inizi umili, le cadute, le speranze, la vittoria.
Questa volta però viene declinato al Messico, con Eva Longoria a fare il suo debutto alla regia dimostrando di avere la giusta mano che non eccede né sbava.
Il più lo fa la sceneggiatura che si affida all'immancabile voice over che invece esagera in dettagli non sempre veritieri.
E che in realtà veritieri sono poco, visto che un articolo del Los Angeles Times ha messo in discussione la veridicità di quanto raccontato con la Frito-Lay stessa a non voler dare credito a Richard per la creazione del prodotto.


Non che i film debbano raccontare la verità, e quindi accontentiamoci della verità di Richard e di un racconto che la sa raccontare bene.
Il buon Richard Montañez con la moglie Judy fanno pure un cammeo ben riconoscibile nel film, lasciando spazio a Jesse Garcia e Annie Gonzalez di eccedere e divertirsi, anche se è Tony Shalhoub il più strano a trovarsi qui dopo l'addio a Mrs. Maisel.
Caliente e fresco allo stesso tempo, è un compitino ben fatto che farà solo aumentare la voglia di fare un aperitivo come si deve. Piccante, come si deve.

Voto ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Se Air per quanto mi sia piaciuto non m'ha fatto venire voglia d'indossare le Nike, questo film riuscirà a farmi venire voglia di patatine Cheetos Flamin' Hot?
    La vedo già più probabile XD

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    Risposte
    1. Penso proprio di sì, da non amante del piccante ora le voglio provare.

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