Se le uscite più interessanti sono quelle che mi sono sfuggite la scorsa settimana, si sente che si sta cercando di far posto a Scorsese.
Qualche chicca da scovare, comunque c'è:
Come sempre Apple pubblicizza così male i suoi prodotti che del nuovo film di John Carney parlo con una settimana di ritardo.
Ancora una volta al centro c'è la musica, quella che porta ad avvicinarsi una madre single e arrabbiata e un figlio adolescente e problematico nell'Irlanda proletaria.
Di mezzo, anche un insegnate di chitarra dall'aspetto di Joseph Gordon-Levitt.
Commedia nera norvegese su quanto si è disposti a spingersi per attirare attenzione.
Nella fattispecie, assumere un farmaco pericoloso.
Presentato a Cannes, non vedo l'ora di scoprirlo.
La storia di Harold, che attraversa l'Inghilterra a piedi per sostenere un'amica malata di cancro.
Il romanzo di Rachel Joyce è uno dei libri che più ho regalato, il cast composto da Jim Broadbent, Penelope Wilton è quello giusto.
Un thriller nel mondo della finanza dove l'equilibrio di una coppia viene messo in discussione da una promozione.
Alden Ehrenreich e Phoebe Dynevor sono affascinanti al punto giusto, ma quando Netflix punta sulle scene bollenti per la promozione non è mai un buon segno.
Un altro sequel del grande classico di Friedkin?
Sì.
E questa volta ci si cimenta David Gordon Green.
Altra dimenticanza della scorsa settimana, che non sempre le produzioni spagnole di Netflix brillano.
Come sopravvivere sopra un container nel mare aperto e incinta? Soprattutto in un mondo che proibisce nuove gravidanze?
Certificato da Cassidy, lo si vedrà.
Un horror leggero leggero che mescola uno spietato serial killer di sedicenni con i viaggi nel tempo?
Con Kiernan Shipka, quasi quasi...
Coproduzione russa a raccontare della travagliata vita privata del compositore, con tatto e eleganza.
Il film d'essai della settimana.
Ispirato alla storia di Luca Trapanese, padre adottivo di una bambina con Sindrome di Down che ha sfidato le istituzioni in quanto single e omosessuale.
Forse i tempi sono prematuri, ma tant'è.
Scarygirl diventa un film, non così promettente, non così entusiasmante.
Per famiglie disperate.
Sick of Myself è uno spettacolo, la vera chicca dell'ultimo Tohorror (mi permetta Cassidy una precisazione da PDF: Ha vinto il premio del pubblico, quello ufficiale è andato a quella schifezza di Skinamarink). Totally killer è già venduto, idem L'esorcista, col recupero stasera di Talk to Me mi farò una bella tirata horror, nell'attesa dell'adoratissimo Martin!
RispondiEliminaSenza volerlo, sto segnando anch'io più horror del dovuto (anche se Sick of Myself non mi spaventa troppo, commedia nera, mi fido di MyMovies vero?), ma l'Esorcista no, non mi tenta. Con gli Usher in arrivo la prossima settimana mi ritengo già bella impegnata!
EliminaSick of myself viene messo nelle commedie, non so come prepararmi a questo punto... Lo slasher l'hanno venduto bene anche a me, anche se lo immagino leggero leggero o poco più.
RispondiEliminaOcchio a Fair Play, merita!
RispondiEliminaEcco, vedi, di Netflix non mi fido più e quando punta solo sulle scene hot abbasso le antenne.
EliminaDarò una chance a Alden Ehrenreich allora, grazie!