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17 novembre 2023

Nyad - Oltre l'oceano

Andiamo al Cinema su Netflix

Dal campo da basket e da calcio, al mare aperto.
Quello che Diana Nyad sfida da sempre, quello in cui compie le sue imprese solitarie, quello che la rende libera.
Lei che ha un nome che deriva da una ninfa di mare, cosa che non smette di ricordare a chiunque.
Lei che ha fermato la sua carriera a 28 anni con un record che si è rivelato impossibile: coprire il tratto di mare che divide Cuba dalla Florida a nuoto.
A 60 anni compiuti la sua vita non manca di soddisfazioni. Una parete di medaglie e di foto a ricordarglielo, un'amica del cuore speciale, ma un cruccio che ancora si fa sentire: quell'impresa mancata, quel modo di cercare di portarla a termine sbagliato,  sbagliate le indicazioni di rotta, sbagliata la gabbia in cui si era chiusa.
A 60 anni, allora, decide di riprovarci.

Sì, a 60 anni.
Nuotare per 180 km, nuotare per almeno 55 ore in mare aperto, con il pericolo degli squali, delle meduse, della propria mente che in affanno inganna e inventa.
L'impresa folle e impossibile sembra realizzabile con la squadra che riesce a mettere insieme, fatta di quella migliore amica come allenatrice e motivatrice, la giusta capitana silenziosa della nave, esperti dei pericoli del mare, un navigatore fidato che prevede per lei correnti e tempeste.
Non resta che partire, che provarci.
Ancora e ancora.


La storia vera dei molti tentativi di Diana per soddisfare il suo ego e dimostrare a se stessa e agli altri che l'età non è un limite, diventa un film con le protagoniste giuste che fanno la differenza.
Da una parte la testarda Annette Bening, dall'altra una Jodie Foster più di cuore. 
Ruba loro la scena quella faccia strana di Rhys Ifans, copia identica del navigatore John Bartlett, a cui il film è dedicato, ma entrambe le attrici sono in ottima forma fisica e attoriale e danno peso a una storia che ha solo 10 anni ma che meritava di essere raccontata.
Poteva essere un documentario, e già lo è, è diventato anche un TedTalk e ha rilanciato la carriera di Diana come si vede nei titoli di coda, ma grazie a Netflix è diventata anche un film salva-serata, capace di emozionare e avvincere anche se il suo record, formalmente, non è stato registrato per mancanza di prove e testimoni super partes.


Gli ingredienti sono i soliti e la struttura fatta di tanti fallimenti prima della riuscita dell'impresa (con momenti di tensione, di catarsi e redenzione), sono quelli che caricano un finale che, mescolando immagini di repertorio a ricostruzioni, rendono inevitabile l'effetto commozione.
Anche se la celebrazione a tratti è smaccata, una donna di 60 anni testarda e capace come Diana si meritava questo ritratto, fatto anche di ombre.
Dopo km e ore di nuoto, con i comprimari più adeguati, non si si riesce proprio a volerle male.

Voto: ☕☕/5

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