Foglie al Vento

Andiamo al Cinema

La commedia romantica dell'anno.

Lo pubblicizzavano così, Foglie al Vento, il film di Aki Kaurismäki che aveva conquistato Cannes e dopo le nomination ai Golden globe spera ora di arrivare agli Oscar.

Se commedia romantica viene definita, trattiamola così:

Lei è una donna piuttosto triste, che vive di abitudini e di risparmi. Una casa lasciatale dalla zia, un lavoro poco appagante dal quale viene licenziata, le spese devono quindi essere ridotte.

Lui è un uomo piuttosto sicuro di sé, vive in un dormitorio vicino a dove lavora, non rispetta le regole o gli orari, ha il vizio del bere. Viene licenziato e le spese devono quindi essere ridotte.

Mentre la guerra in Ucraina esplode, Hansa e Holappa si incontrano, hanno un primo appuntamento, ma per il secondo c'è da aspettare.

Il destino sembra remare contro, con numeri che vanno persi, abitudini che non vengono accettate, incidenti che impediscono la riconciliazione.

C'è la guerra, come detto, a scandire il tempo, in sottofondo alle loro cene, al loro lavoro, ai loro appuntamenti.

E c'è una solitudine che vuole essere guarita, anche se l'altro non è perfetto.

Lui, lei, l'amore e pure l'impegno.

Tutto bene, quindi?

Non proprio, perché il cinema di Kaurismäki non lo conosco, e i suoi dialoghi quasi surreali, i tempi dilatati che diventano comici, le risposte tronche che rendono zoppicanti le conversazioni mi hanno stranito.

Strane sono le situazioni, le attese, le parole che ci si scambia.

In una sceneggiatura che sembra prendersi gioco delle commedie romantiche ma senza una chiave ironica a me vicina.

A tratti imbarazzante, Foglie al Vento chiede una leggerezza diversa e il tanto pubblicizzato amore per il cinema si ferma a una scena, a una citazione finale, a un cane che ruba il palco agli attori.

Breve e anche per questo spiazzante, lo prendo come un invito a conoscere meglio un regista di cui vorrei decifrare l'umorismo.

E pensare che le commedie romantiche sono le mie cups of tea.

Trailer

Voto: ☕☕½/5