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21 giugno 2025

Volveréis

Andiamo al Cinema

Perché una festa viene organizzata per celebrare un amore e non per quando quell'amore finisce?
Perché non organizzarla una festa, per una libertà riconquistata, per una storia che c'è stata, con tutti i momenti, belli o brutti che siano.
Se la fine non vede strascichi di rabbia o di amarezza, perché no?
Già, perché no, pensano Alex, attore, e Ale, regista, insieme da 15 anni, decisi a separarsi, a cercare insieme una casa in cui uno dei due andrà a vivere. Anche se non si è ancora capito chi.
La decisione, della festa come della separazione, non sembra delle più sensate per due che insieme stanno bene e non sembrano darsi sui nervi.
Non lo è per amici, parenti, vicini di casa e colleghi che vengono invitati a questa festa e travolti dalla notizia della fine della loro storia insieme.
In continuazione.


Si riassume brevemente una trama che, come dice un critico in una visione di prova del film di Ale, che racchiude molte scene che per noi sono la vita vera di Alex, gira attorno a se stesso. 
È circolare, non va avanti, sembra tutto chiuso nella mente della regista.
Si ripete, in continuazione, così come noi spettatori in continuazione veniamo nuovamente costretti a sentire l'annuncio della loro separazione-l'invito a una festa-la spiegazione sul motivo di quella festa che si poggia su una filosofia di vita di un padre che non ci crede più nemmeno lui.
E quindi?
E quindi nell'organizzare questa festa, nel confrontarsi sul modo in cui il collega, l'amico, il fratello o il vicino di casa ha reagito, Ale e Alex si domandano se stanno facendo la cosa giusta e arrivati al momento degli scatoloni e dei ricordi da dividere, di un palco da calcare e abiti eleganti da indossare, si guardano davvero.


Non è una storia d'amore convenzionale come non è un film convenzionale.
Che gioca con se stesso, si fa in continuazione (l'ho già usata questa parola?) metacinematografico non riuscendo a dividere realtà da finzione.
Viene da chiedersi cosa stiamo vedendo, quando sta girando Ale o recitando Alex, senza però trovare una risposta soddisfacente. 
Fa da specchietto per le allodole l'incursione nel dietro le quinte di Dieci Capodanni, con lo stesso Francesco Carril invitato alla festa da Ale.
Ma sarà che Itsaso Arana e Vito Sanz non sono fascinosi quanto i protagonisti della serie TV di Rodrigo Sorogoyen, sarà che il film si ripete fino a un colpo di scena tutt'altro che sorprendente, ma Jonás Trueba non tocca nemmeno una delle corde emotive che dieci anni assieme a una coppia ha saputo farci provare.


Troppo chiuso in se stesso.
Troppo circolare.
Troppo ripetitivo.
Sì, Trueba si è già fatto la sua critica da solo e non lo salva il finale smaccatamente romantico e prevedibile con cui cerca di smentire quel critico.

Voto: ☕☕/5

1 commento:

  1. Il legame con Dieci Capodanni mi incuriosisce, peccato che per il resto non sembri niente d'eccezionale...

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