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6 dicembre 2025

Time Bandits

#LaPromessa2025

Ero rimasta lì, un po' sorpresa di una cancellazione affrettata, un po' consapevole che una serie TV strana, non certo coerente con se stessa, coinvolgente solo in parte, forse nemmeno la meritava.
Ma di saperne di più delle avventure di questi banditi del tempo, di questi ladri confusionari e non proprio intelligenti che con una mappa rubata all'Essere Supremo si muovono di epoca storica in epoca storica alimentando il desiderio di vendetta del Male in persona, beh, di saperne di più ne avevo voglia.
E in quest'epoca di remake e reboot la soluzione è sempre quella: andare all'origine.
Andare a scovare il film di Terry Gilliam con Sean Connery e John Cleese, Shelley Duvall, Ian Holm, Michael Palin nel cast, prodotto nel 1981 da George Harrison.
Con nomi così, cos'ero andata a fare con una serie TV di Apple TV+? 
Per Taika Waititi e Lisa Kudrow, ecco perché c'ero cascata.


Ma torniamo nel 1981, dopo La Vita di Brian che mi aspetta come ultimo pezzo per completare La Promessa, e prima di Brazil che non riesce a farsi produrre, Gilliam decide di girare un film per famiglie, un film che uscirà sotto le feste e sarà un successo soprattutto nel Regno Unito.
Tra le tante libertà che si è preso Waititi, c'è quello di un cast diverso, visti i giorni polemici di oggi, nell'originale abbiamo infatti sei attori nani (affetti da nanismo? come si dirà per non offendere nessuno?) che cercano di essere dei ladri professionisti, passando di epoca in epoca e raccogliendo lungo le loro tappe il giovane Kevin. Un giovane meno dotto e meno incisivo rispetto al Kevin della serie TV, che li segue e li osserva rubare tesori a un Napoleone ossessionato dalla sua non altezza, perdere tutto da un Robin Hood che ridistribuisce ai poveri, rischiare di affondare con il Titanic e infine passare al mondo delle Leggende, tra orchi e giganti e quel Male Supremo che vuole la loro mappa e vuole cambiare il mondo sfruttando le nuove tecnologie (che negli anni '80 è un computer grande come un armadio).
Un film di avventure, che non ci tiene a prendersi sul serio, che si costruisce per tappe alla ricerca delle gag e dell'attore da coinvolgere, e girato ad altezza bambino, da qui la scelta di un casting di nani per rimanere con la macchina da presa bassa.


Chiassosi e confusionari, in una comicità più fisica che di parole che non è tra le mie preferite, Time Bandits è stata una visione più sofferta che goduta, altri tempi, altro stile, e come sempre in questi casi diventa la realizzazione del film a interessarmi. 
A partire da Sean Connery che è un Agamennone magico e l'eroe di Kevin, che sul copione era indicato come "Sean Connery o un attore di equivalente fascino ma più economico", fortuna che il buon Sean era fan dei Monty Python, e a compenso base ha deciso di partecipare alle riprese, ritagliandosi il tempo mentre già girava Outland
E George Harrison? George Harrison aveva fondato con l'amico Denis O'Brien la casa di produzione HandMade Films, aveva già contribuito alla realizzazione di Life of Brian e ha salvato Gilliam un'altra volta con questo film. Un Gilliam però molto collerico, molto frustrante su un set dispendioso, un set su cui non metteva piede da almeno 5 anni e che ha finito per frustrare lo stesso Harrison, che a forza ha imposto la sua Dream Away sui titoli di coda in cui si sfoga apertamente contro il regista.
Se non è classe questa.


Il finale un filo frettoloso, un filo folle, un filo impressionante prevedendo la morte per esplosione dei genitori di Kevin (scusate lo spoiler) è impensabile oggi nera e assurda com'è questa comicità. Anche nel 1981 non era stato facile convincere i distributori a lasciarla, con qualche Paese a tagliare proprio il finale, ma dopo le prime proiezioni di prova proprio quell'esplosione era l'elemento che fomentava il pubblico più giovane e rimaneva impresso, di un film che si prende gioco della Storia e dei suoi protagonisti, tra schiaffi, rinascite e trasformazioni in maiale.
Tra i tanti film per famiglie degli anni '80 capisco com'è che questo ha faticato ad avere successo e presa da noi, un'avventura fantastica ma meno coerente e lineare di quelle che arrivavano dall'America. Almeno ho chiuso un cerchio, che però lo stesso Gilliam sperava di riaprire in un sequel diventato impossibile per la morte, reale, di tre dei protagonisti.
Un modo dolente di chiudere un post, ma almeno senza esplosioni.

1 commento:

  1. L'Agamennone più stiloso di sempre insieme al Robin Hood più cretino (nel senso migliore) mai visto, tutto in un film dove il cattivo, non è un semplice cattivo, è IL MALE in persona, così tanto che ha uno Xenomorfo di Alien usato come cappello (storia vera). Inutile girarci attorno, il genio di Gilliam è il mio tipo di cinema, pazzo, sghembo, anarchico e pieno di idee, per dirti di quanto io ami questo film, ogni tanto mi canto da solo "Dream away" così, perché mi va, perché non solo Gilliam è pazzarello (storia vera). Cheers!

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