La rivincita dei Nerd, in tutto e per tutto.
Se già la prima stagione seguiva l'ondata che al cinema e nella TV portava alla ribalta il mondo di chimici, matematici e programmatori, con questo secondo capitolo, quei programmatori, quei creatori e dipendenti da videogiochi, compiono la loro vendetta, cadendo più volte lungo il terreno della battaglia, ma sapendosi sempre rialzare.
A 20 mesi dalla sconfitta della Cardiff Elettric, ritroviamo Cameron e Donna in gran forma in Mutiny, all'interno di una casa ora irriconoscibile, dove i cavi non si contano, gli schermi del computer nemmeno, dove i lavoratori sono in fondo bambini mai cresciuti che si impara man mano a conoscere meglio, con tanto talento nel creare e nel codificare. La loro società va alla grande sfruttando l'interazione on line dei giocatori, gli iscritti crescono e a parte l'indisciplina che regna sovrana e che fa di Donna la madre che di tutte le questioni serie si deve preoccupare, tutto va a gonfie vele.
Bene va inizialmente anche a Gordon, che riceve una generosa liquidazione dalla Cardiff, che fa di lui il casalingo che bada alle figlie e alla casa mentre la moglie lavora, che fa l'uomo un po' insoddisfatto che decide di tornare all'origine: al garage, al gruppo di amici, alla costruzione piena di passione di computer del tutto personalizzati. Ma c'è qualcosa che non va in lui, proprio dentro di lui, nella sua testa, una malattia degenerativa che gli crea vuoti, lapsus e confusione.
Bene infine va a Joe, il granitico Joe, che sogna la California, sogna una ricompensa nonostante i danni fatti, ma si trova per due volte con il passato sbattuto in faccia, mentre una donna fragile ma forte si prende cura di lui, e gli apre le porte dell'azienda paterna, in cui poter ricominciare, anche se da zero, in cui uno spiraglio di crescita lui che oltre a saper vendere, sa trovare le potenzialità, lo vede e ci investe.
I destini dei quattro si vanno ovviamente ad intrecciare, con Mutiny che finisce più volte sconfitto, da hacker prima, da Gordon poi e dall'inconsapevolezza di Joe infine.
Nel mentre, ad interessare altrettanto è la vita privata dei nostri protagonisti, in cui matrimoni tentennano, matrimoni si celebrano, e nuovi amori crescono, con l'outsider John, il personaggio con più cuore, forse, che uscito di prigione deve sapersi reinventare, e lo fa nel migliore dei modi.
I personaggi che avevamo conosciuto, sono innegabilmente cresciuti, hanno saputo rialzarsi e in questa stagione che li vede più protagonisti, più al centro rispetto alla corsa contro il tempo e contro gli avversari dello scorso anno.
L'unico neo, è per me quel Gordon particolarmente odioso e irritante, che nemmeno la malattia riesce a giustificare o difendere.
C'è della solidità in questa stagione che sta proprio nella divisione dei ruoli e degli spazi, che fa sì che gli incontri tra questi piccoli universi a sé stanti, siano carichi di energia: quello che più si attende, quello tra Joe e Cameron, lascia in silenzio musica e voci, senza dubbio.
E arriviamo a parlare proprio di quella, della musica, rigorosamente 80's, rigorosamente splendida, che regala la perla più bella proprio nel finale, con quell'heaven da raggiungere e da idealizzare, e che porterà una ventata di sole per la prossima stagione che si prospetta come un'altra grande avventura.
Halt and Catch Fire si è reinventata e ha saputo crescere assieme ai suoi protagonisti, facendone delle vere e proprie icone che ne citano altre, innalzando Donna, mantenendo stabile Cameron, facendo di quel Joe che era definibile come il Don Draper degli anni '80, il Don Draper la cui figura si staglia sul futuro.
Veloce e dirompente, questa stagione segna un bel proseguimento che passa attraverso giochi di ruolo, chat, virus e antivirus, e che apre le porte ad una terza che già sappiamo sarà altrettanto, se non più, grande.
Stagione a dir poco GRANDIOSA!
RispondiEliminaDalla prima all'ultima puntata una figata continua. Meglio persino della prima stagione, che già era un notevole spettacolo.
L'unico vero erede di Mad Men è questo qua.