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13 giugno 2016

Peaky Blinders - Stagione 3

Quando i film si fanno ad episodi

Peaky Blinders è così, lo si guarda tutto d'un fiato, rimanendo affascinati e avvolti, applaudendo di fronte a tutto, sì, TUTTO, anche se poi, l'anno seguente quel tutto si è un po' dimenticato.
O forse Peaky Blinders è così per me, che me lo gusto tutto d'un fiato, per godere della bellezza e della bravura di un Cillian Murphy ormai 40enne, sì, 40enne, per poi dimenticarmi gran parte della trama.
Problemi di memoria, forse, problemi di troppe serie da guardare che si accavallano nei ricordi., anche.
Ma poco importa, perchè i ricordi affiorano poco a poco, perchè gli anni da quel primo pub a quelle corse dei cavalli sono passati in fretta, perchè una nuova stagione prevede una nuova grande -e forse ultima- rapina.
Arrivano i russi, e non ce n'è più per nessuno.


Da buona serie inglese, gli episodi sono pochi, solo 6, e sono ben concentrati questa volta su un'unica evoluzione: un accordo quanto mai pericoloso che Tommy fa con la nobiltà russa, che vuole armamenti, vuole disordini.
Lui, vuole soldi, vuole potere, e vuole anche vendetta.
Perchè se sei uno Shelby sei maledetto, e anche se hai una tenuta che fa invidia, anche se hai un figlio con la donna che ami, anche se quella donna la sposi promettendole di smettere, non smetti, e a rimetterci è lei.
Succede subito, succede in un modo così bello da far ancora male, in una scena che sembra un dipinto.
E poi, allora, Tommy in lutto non lo puoi fermare, lui che capisce i doppi, tripli giochi, lui che usa i fratelli come scagnozzi e mittenti, lui che pianifica tutto, per avere tutto.
E come quei fratelli subisce i demoni interiori, i sensi di colpa, i morti che pesano, i voltafaccia, gli intrighi che più che amorosi sono solo sessuali.
Poi ci sono le donne, che in nell'Inghilterra del 1924 cercano l'uguaglianza, il riconoscimento dei diritti, anche se Shelby.
Donne che cercano l'amore, finalmente, anche se sono testarde, indipendenti come Polly.


Il difetto che tutti, a volte pure io, ho trovato in una serie tecnicamente perfetta, è la sua lentezza.
Qui, invece, non ce n'è traccia.
In episodi che durano quasi un'ora c'è nuovo spazio per l'azione, per l'adrenalina, per l'ansia, con quei piani che si incasellano tra loro, con un finale scoppiettante che sa colpire, sa essere un piccolo colpo di scena.
Il pregio, su tutti, è una scrittura di quelle quanto mai solide, con quei dialoghi taglienti, senza bisogno di tante parole, che escono dalle mani di Steven Knight.
Cillian è sempre lui, bello e impossibile, malinconico e caparbio, che ruba la scena solo con uno sguardo, una camminata tra la nebbia o tra i fumi di una fabbrica, e che la scena si diverte a condividerla con gli immensi Helen McCrory e Tom Hardy, che torna, lui con i suoi mille accenti.
Non mancano le musiche, che quest'anno vanno a pescare grandi classici di Tom Waits o Nick Cave, ma anche la contemporaneità degli Arctic Monkey, di PJ Harvey, dei Radiohead e pure dell'ultimo David Bowie.
E finisce che anche quest'anno, questa stagione la si gode tutta d'un fiato, la si guarda tutta con la soddisfazione e le mani pronte ad applaudire.
Fortuna, allora, che la BBC ne ha già ordinate altre due, di stagioni, in cui La Shelby Limited Company ci terrà compagnia.


2 commenti:

  1. Una serie clamorosamente bella che purtroppo in Italia non ha il successo e la notorietà che meriterebbe. Colonna sonora pazzesca e colpi di scena e situazioni mai scontati.

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    1. Tra David Bowie e Radiohead quest'anno si sono superati, una serie bellissima in ogni suo lato davvero.

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