Lui è un ragazzo semplice, che abita nella campagna parigina, che vorrebbe cambiare vita ma se ne sta nel suo paesello, a vivere con la nonna, con la sorella, con il marito di lei e i figli loro, facendo il vetraio.
Lei è una donna snob, che abita nel cuore di Parigi assieme alla migliore amica che aiuta finanziariamente, e insegna danza alla prestigiosa Opéra Garnier.
Due opposti.
Ma è ovvio che due opposti simili non possono che attrarsi.
Di più, possono attrarsi a tal punto da incollarsi, da non potersi più staccare.
Accade per caso, per magia, per un bacio nato da una passione misteriosa e improvvisa, e accade che Joachim e Hélène, i loro corpi, si muovano in simultanea, in un potere che passa da uno all'altro ma che li rende gemelli.
Ne nasce, va da sé, una lunga serie di buffi incidenti ed equivoci, ne nasce, poco a poco, un rapporto speciale.
Perchè lui, si abitua alla bella vita di Parigi, diventa un provetto ballerino, e cerca di aiutare quell'amica piena di problemi, quella donna sola.
Perchè lei, conosce un mondo nuovo, spartano, aiutando quella sorella per un concorso di danza, quel ragazzo che cerca la sua strada.
Sembrerebbe uno di quei classici film americani anni '90, gli switch movie, dove in un pazzo venerdì, o per una strana cometa che passa nel cielo, madre e figlia, padre e figlio, si scambiano il corpo.
Qui, essendo in Francia, essendoci alla regia e alla scrittura Valérie Donzelli, quel classico si fa chic, si fa intrigante, si fa metafora.
Ed è impossibile non pensare alla vita privata di una coppia che nonostante la rottura si mette nuovamente in scena, la Donzelli e Jérémie Elkaïm, qui fratello e sorella dal rapporto ambiguo, probabilmente quell'alchimia l'hanno continuata a sentire, pur essendoci un terzo incomodo, pur non essendo pronti ad andare avanti senza l'appoggio dell'uno e dell'altra.
La vita privata si fa fonte di ispirazione, e anche se si pasticcia come sempre un po' troppo, soprattutto nella parte finale, Main dans la main mantiene quello stile fresco, indie, genuino e naïf a cui la Donzelli c'ha abituato. Basta vedere un frame qualunque, dai colori pastello, dalla perfetta geometria, dalla perfetta colonna sonora glam quanto basta.
Ad affiancare Elkaïm, la matura e affascinante Valérie Lemercier, mentre trova nuovamente posto l'aficionada Béatrice de Staël.
E proprio come in La reine des pommes, da Parigi e dalla solitudine, si finisce a New York, si finisce dove sembra albergare la speranza e un nuovo inizio. Come un'altra, grande, metafora.
Regia Valérie Donzelli
Sceneggiatura Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gilles Marchand
Musiche Peter von Poehl
Cast Valérie Lemercier, Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Béatrice de Staël
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Interessante! Grazie della recensione e buona domenica
RispondiEliminaGrazie a te, il film non è facilmente reperibile, ma vale la visione!
EliminaQuesto purtroppo mi manca.
RispondiEliminaPerò, dopo il tentativo fallito con Marguerite e Julien, mi sa che attualmente non sono in un momento favorevole con la Donzelli...
Se non è il momento favorevole, aspetta. Ma qui siamo alla più classica, ingenua, pasticciona e romantica Donzelli, potrebbe farti cambiare umore :)
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