Con Jane Austen ho un rapporto piuttosto conflittuale.
Troppo femminile e femminista nei suoi scritti, troppo femminile e romantica nelle trasposizioni che la vogliono al cinema.
C'ho fatto pace solo grazie a Joe Wright e alla delicatezza di quel suo Orgoglio e Pregiudizio che ha fatto sospirare pure me, davanti all'icona di Mister Darcy.
Ma non sarò mai una Austeniana di quelle rappresentate da Austenland, motivo per cui mi ritraevo di fronte a questa ennesima trasposizione, di un romanzo minore, tra l'altro.
A farmi cambiare idea, oltre a quanto letto qua e là, la presenza alla regia di Whit Stillman, che già in Damsels in Distress aveva soverchiato i più classici college movie al femminile.
Stessa cosa fa qui, aggiungendo molta ironia e un taglio più moderno ad una vicenda che di moderno, e nuovo, avrebbe gran poco.
Siamo di fronte ai soliti giri di valzer tra coppie, flirt e tradimenti, con una vedova bella e discussa, che rimasta senza un soldo non perde occasione per mettere alle strette un nuovo spasimante che la possa mantenere.
Lady Susan e la sua fama arrivano così dal cognato nella campagna di Churchill, dopo aver fatto perdere la testa e rovinato la famiglia di Lord Manwaring, e qui, nuovamente, userà le sue carte per manipolare a piacere il giovane Reginald, con l'obiettivo di sistemare anche quella figlia timida e silenziosa che non accetta un pretendete con una rendita notevole ma non certo ben messo in quanto a intelligenza.
Insomma, il solito caleidoscopio di personaggi che si muovono e si mescolano, che parlano tanto, fingono simpatie e amicizia, per convenienza.
La struttura epistolare del romanzo, è qui ripresa attraverso le tante lettere che ci si scambia e si nasconde, si legge ad alta voce con tanto di punteggiatura, o si declama come una promessa.
Il più, allora, lo danno le trovate di regia, che danno frizzantezza ad un film a rischio classicheggiante con tenute da invidia e abiti pastello, e soprattutto il cast, capitanato da una Kate Beckinsale splendidamente in forma, dall'accento british sublime, che con l'ironia e le punzecchiature di Lady Susan regge da sola la scena.
Ad essere messi in disparte, così, i comunque in parte Cloe Sevigny e Stephen Fry, mentre stupisce ritrovare in costume e ripulita la Emma Greenwell di Shameless.
Breve e capace di intrattenere, capace di strappare più di qualche sorriso per la sua sceneggiatura piena di frizzi e lazzi, Amori e Inganni è una Austen che non si prende sul serio, e che soprattutto prende per i fondelli quella nobiltà inglese che tanto nobile non è, capace di ingannare e tradire con leggerezza, in nome di un amore che questa volta ha gran poco di romantico. Per fortuna.
Regia Whit Stillman
Sceneggiatura Whit Stillman
Musiche Mark Suozzo
Cast Kate Beckinsale, Chloe Sevigny,
Stephen Fry, Emma Greenwell
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Ma la Beckinsale come fa? E' sempre uguale.
RispondiEliminaIn quanto al film: data la poca simpatia verso il regista e verso la Austen (che gradisco solo con gli zombie) non saprei... ;)
Leggero leggero, ironico al punto giusto, potrebbe sorprenderti pure senza zombie, che io il coraggio di vedere ancora non ho ;)
EliminaL'ambientazione in costume mi attira ben poco, però nell'ottimo Whit Stillman confido molto e visto che questa versione di Jane Austen sembra abbastanza ironica e brillante potrei anche fare un tentativo.
RispondiEliminaDopo tutto con Orgoglio e pregiudizio e zombie mi era andata bene. :)
Se sei resistito agli zombie, puoi farcela anche con quest'ironia british a tratti stucchevole ma comunque per niente classicheggiante.
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