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9 dicembre 2016

Una Vita da Gatto

Andiamo al Cinema

Ci sono solo due semplici motivi per cui ho visto questo film:
- perché sono una gattara
- perché l'idea di Kevin Spacey che non solo si trasforma in gatto, ma lo doppia pure, era irresistibile.
Perché, siamo onesti, quello che abbiamo di fronte è il più classico film di Natale pur non essendo ambientato in periodo natalizio, con il ricco scorbutico che, privato della sua solita fortuna, capisce i suoi errori, ne fa ammenda, ha una nuova possibilità.
Da Scrooge in poi, di storie simili ne siamo pieni, e sempre in questo periodo di addobbi e lucine, vengono rispolverate.
Motivo per cui, pure io che il Natale lo adoro, non me ne sono tirata indietro.



A stupire, così, è che il cast per una favola tanto semplice sia così all stars, visto che ad affiancare Spacey nel ruolo della moglie del ricco faccendiere dimenticata e insoddisfatta, c'è Jennifer Garner, in quella del factotum -gattaro pure lui- che con strani poteri si rifà di maleducazioni e scortesie varie, c'è Christopher Walken, che non disdegna un passo o due di danza.
Per il resto, il vero protagonista, è un gatto peloso e per nulla addomesticato, nel quale il ricco faccendiere di cui sopra, impegnato a vincere la battaglia per possedere il più alto grattacielo dell'emisfero nord della Terra, dimenticando così non solo quella moglie ma pure il figlio maggiore di primo letto, relegato ad assistente di terz'ordine, e pure la figlioletta, che un gatto tanto desidera.
Sarà per accontentarla, e per ascoltare l'infido numero due della sua azienda, che finirà in coma, da un lato, in un corpo di gatto, invece, capace di capire le varie delusioni che la sua condotta ha comportato, le mancanze, le assenze, che pesano.


In questa favola buonista (assurdamente scritta a 10 mani, sì, 5 sceneggiatori) non mancano le gag semplici semplici capaci di far ridere i più piccoli, con quel gatto ridisegnato con effetti speciali non certo di prim'ordine, e una regia piuttosto anonima se non elementare (e dietro la macchina da presa c'è il Barry Sonnenfeld dei Men in Black) mentre Spacey, privato di quel suo sguardo sornione, di sornione ha qui solo la voce.
Il lieto fine è ovviamente dietro l'angolo, già si sentono nenie e strenne natalizie, che per quell'ora e 40 di visione, intrattengono a dovere una gattara natalizia come me.
Certo, più che al cinema, però, il film andrebbe inserito in quello strano scomparto di film che passano per la TV, e mai si riesce a guardare dall'inizio, semplicemente, ci si capita, in un punto non precisato, e si resta a guardarli.



Regia Barry Sonnenfeld
Sceneggiatura Gwyn Lurie, Matt R. Allen, Caleb Wilson,
Daniel Antoniazzi, Ben Shiffrin
Musiche Evgueni Galperine, Sacha Galperine
Cast Kevin Spacey, Jennifer Garner, Robbie Ammel, Christopher Walken
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6 commenti:

  1. Sembra quel film che passano su Italia Uno il sabato, verso le diciannove.
    Non mi è dispiaciuto, ma l'uscita al cinema potevano evitarsela. Non penso riempirà le sale. :)

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    1. La categoria è propria quella, o al massimo anche nei pomeriggi vuoti delle vacanze di Natale. Uscita al cinema, anche no, visione leggera e gattara sì ;)

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  2. Filmetto in effetti davvero modesto.
    Se non fossi un gattaro finirebbe tra il peggio del 2016 ma, visto che sono un gattaro, alla fin fine lo salvo. :)

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    1. Per questo i gatti conquisteranno il mondo, sanno fregare anche noi blogger con le loro fusa...

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  3. Ho letto da qualche parte che, siccome il regista è allergico (e la cosa è di per sé abbastanza comica), hanno usato il Siberiano, anzi, I siberiani, che è credo l'unica razza anallergica.
    E no, il film non l'ho visto. ;)

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    1. Ah, ecco perchè hanno usato quel micio non proprio cinematografico... Bello, per carità, ma vuoi mettere un micio rosso?
      Il film da gattara potresti apprezzarlo nonostante la sua banalità, ma Bob dev'essere tutta un'altra storia ;)

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