Pagine

7 luglio 2017

Der Bunker

E' già Ieri -2015-

C'è una madre che parla con la ferita della sua gamba, le dà un nome -Heinrich- e la asseconda.
C'è un padre dispotico, amante delle barzellette, che accontenta ogni ordine di quella madre, di Heinrich.
C'è un figlio, che ha 8 anni ma ne dimostra molti di più, che deve diventare il Presidente ma l'intelligenza non è certo il suo forte e ancora si attacca alle gonnelle -e non solo- della madre.
Questa famiglia strana, sinistra, vive in un bunker, in mezzo alla foresta, alla neve tedesca.
Una stanza del loro bunker è in affitto, e arriva uno Studente.



Lo Studente, impegnato in studi scientifici sulle particelle di Briggs, spera di trovare la pace e l'armonia per poter lavorare, ma finisce per fare da tutor a quel figlio strano, a mettere da parte perplessità e dubbi, facendoselo amico, anche se a suon di bacchettate.
Passano i giorni, e il suo ruolo, il suo sguardo verso quella famiglia, cambia.
Prova pena per quel futuro Presidente che non sa giocare, che sa imparare solo se picchiato, verso quel padre che si crede simpatico e ringrazia quella madre che concedendosi mette finalmente in moto i suoi studi.


Der Bunker tutto in quel bunker si svolge.
Manca l'aria, manca la luce, mentre abbondano i toni grotteschi, l'aria tesa di un horror dove però non c'è sangue, non c'è cattivo. Ci sono voci, ci sono bizzarrie, ci sono tentativi di fuga e di riscatto.
Der Bunker è così un film strano, una commedia horror, o un horror con tocchi da commedia, che gioca tutto sulla caratterizzazione di quei personaggi senza nome, sui loro segreti e sui loro cambiamenti: chi è Heinrich, cosa possiede quella donna capace di accendere l'ispirazione così come il male accende l'intelligenza in quel figlio mentalmente instabile?
Domande che non troveranno risposta, facendo del film, un film strano, appunto, con toni assurdi e folli, situazioni paradossali che si faticano a dimenticare ma che graffiano solo fino a un certo punto. Sarà la provenienza tedesca, sarà che a volte la mano sembra fin troppo calcata e si fa pesante, o sarà che tra una lezione e l'altra, una poppata e l'altra, manca la storia.


Regia Nikias Chryssos
Sceneggiatura Nikias Chryssos
Musiche Leonard Petersen
Cast Pit Bukowski, Daniel Fripan, Oona von Maydell, David Scheller

2 commenti:

  1. Troooooppo claustrofobico per me!
    Me lo risparmio proprio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente di imperdibile, mi ero lasciata ingannare dai toni e dai commenti letti qua e là, alcune scene sono dei quasi cult, ma tirando le somme lo dimenticherò in fretta.

      Elimina