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19 settembre 2017

Top of the Lake - China Girl

Mondo Serial

Una seconda stagione non era prevista, e non la si aspettava.
Robin Griffin aveva risolto il caso della gravidanza di Tui, trovando molto più marcio nel suo paese Natale di quello che ricordava.
Il silenzio, dopo quella dolorosa risoluzione, era perfetto.
Ma se un personaggio continua a vivere, con i suoi numerosi difetti, e soprattutto se un'altra storia, oltre la sua, si può raccontare, le fila del discorso si possono riprendere, e spostarle, proseguirle.
Mettici poi che si riescono ad unire le due vincitrici della scorsa notte degli Emmy Elisabeth Moss (per The Handmaid's Tale) e Nicole Kidman (per Big Little Lies), e già sai che l'idea di Jane Campion non è affatto sbagliata.



Così ci troviamo non più in Nuova Zelanda ma in Australia, dove Robin torna, con un altro matrimonio fallito alle spalle, cercando di rimettersi in carreggiata. E arriva come sempre il caso giusto, quello che diventa un'ossessione e che per gioco del destino (e dell'assurdo) si intreccia anche con la vita privata di Robin.
Parte tutto da una valigia, gettata in mare, dal mare riportata a riva: una ragazza senza vita, irriconoscibile, al suo interno. Una ragazza senza nome, che è forse una delle tante entrate illegalmente nel Paese e che si prostituisce in bordelli che fanno parte della vita comune in città, con giovani che tengono diari, classifiche, conferenze a riguardo.
Attorno a questa valigia, allora, si snoda il dramma di un ragazzo che si credeva innamorato, di un non più giovane pappone frustrato e saccente, della ragazza di lui, giovanissima e che con Robin ha un legame inaspettato, della famiglia di lei in crisi matrimoniale e pure di tante coppie che per avere un bambino sono disposte a tutto.


Non mancano altri personaggi di contorno, l'anima buona e ingenua di Miranda, il capo della polizia, un fratello massaggiatore, il tutto a creare un universo sporco e quasi borderline, di un'umanità quanto mai varia e con cui si fatica a simpatizzare.
Diciamo pure che si odiano quasi tutti i personaggi di questa serie, dalla silente Robin, all'acida Nicole Kidman, dalla cretina di turno Mary alla faccia da sberle di Alexander.
Come appassionarsi, allora, a un prodotto simile, che respinge, non solo per una storia in cui il colpevole sembra di conoscerlo già dai primi minuti, ma soprattutto per chi ce la racconta e la vive?
Il merito va proprio a quei personaggi, così ben tratteggiati, e va soprattutto a una narrazione che avvolge, con la profondità di dialoghi fatti con il contagocce, il ritmo lento che si dispiega, e la voglia, soprattutto, di veder pagare nel peggiore dei modi questi personaggi per i loro sbagli.
Diversa ma simile dalla sua prima stagione, questo nuovo racconto firmato Jane Campion non è esente da difetti e da elementi che stridono per la loro assurdità, ma è un ritratto che resta e graffia, decisamente.


4 commenti:

  1. Recupererei la prima solo per godermi i "duetti" tra la Kidman e la Moss.

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    1. Questa seconda la si potrebbe vedere anche in autonomia, anche se riferimenti alla prima ce ne sono -tieni conto che la mia memoria aveva rimosso gran parte di questi riferimenti, ma nessun problema.
      I duetti sono veri e propri scontri, pochi, ma da scintille ;)

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  2. Io non la aspettavo per niente, visto che la prima stagione mi aveva abbastanza annoiato, e invece questa seconda è un... capolavoro!
    Un thriller che appassiona più per le trame non thriller, e poi io nei personaggi antipatici ci sguazzo, non a caso mi sono stati simpatici quasi tutti. :)

    Per me forse la sorpresa più clamorosa (e inaspettata) di quest'annata televisiva.

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    1. Tutti? Pure quella figlia insopportabile?
      Io ho avuto seri problemi in realtà, non solo con i personaggi ma anche con una trama piuttosto assurda, tra nomi e vite che si incastrano in un nonnulla e criminali in fuga che DEVONO essere in spiaggia... mah... fortuna che la Moss e la sua bravura mi han fatto chiudere gli occhi di fronte a questi difetti.

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