Il libro in lettura è di quelli voluminosi e di quelli che soprattutto hanno bisogno del loro tempo e se ne parlerà -spero- il prossimo lunedì.
The Generi
Con Maccio Capatonda ho sempre avuto un rapporto altalenante. Adorato ai tempi dei finti-trailer e simili dalla Gialappa's lo avevo poi abbandonato una volta che si era sdoganato da questi e aveva creato un suo programma, le sue serie TV, i suoi film.
Ora, però, complice una trama che stuzzicava la mia curiosità, sono tornata a scoprirlo.
The Generi si prende gioco infatti dei generi cinematografici, prendendone i difetti come i cliché, colonizzandone uno a puntata. A farlo, in realtà, è Gianfelice Spagnagatti, un non più giovane che passa il tempo a vedere film e serie TV per poi recensirli in rete -sic- e che non è in grado di crescere o di smuoversi dalla sua posizione -doppio sic. Ci prova la vicina e amica di sempre a metterlo alle strette, ma lui se ne scappa in bagno. Non è in bagno però che Gianfelice entra, ma in un primo genere cinematografico che lo porta a prendere coraggio, a fare delle scelte, ad affrontare la vita e andando avanti -episodio dopo episodio-, a fare i conti con se stesso.
Dal western all'horror (decisamente il più riuscito assieme al supereroistico), dal fantasy al noir passando per la commedia scollacciata all'italiana e il quiz televisivo, i generi sono parodiati ed omaggiati con intelligenza e ironia, facendo fare delle sane e grasse risate.
Ma a conti fatti, duole ammettere che non ho risolto il problema che ho con certa recitazione sopra le righe e quasi amatoriale, con una comicità surreale, con battute che fan ridere solo per il "cazzo!" con cui finiscono, con certi espedienti a basso costo, anche se son scelte artistiche, anche se c'è da dire che la riproduzione di fotografia, sceneggiatura ed effetti dei vari episodi a tema è curatissima.
Promosso con riserva, quindi, tornare da Maccio non è stato così male, e con quel finale aperto si spera pure di ritrovarlo presto.
Voto: ☕☕½/5
Unbreakable Kimmy Schmidt - Stagione 4, parte A
Ritrovare Kimmy invece è sempre un piacere, anche quando il tempo si fa sentire e le idee mancano.
È il problema di un po' tutte le comedy: geniali al loro inizio ma incapaci di far fronte ai continui rinnovi e al trovare nuove idee per andar avanti in modo originale.
Così, non dispiace troppo che si sia già annunciata la fine della serie che già tanto ha dato e che già iniziava a ripetersi, dispiace un po' di più però vedere questa fine divisa in due, senza molta logica. Sono pochissimi infatti 6 episodi da 20 minuti per costruire qualcosa, ma sono comunque abbastanza per far ridere e ridere.
Come sempre, il merito va condiviso con Tituss, la spalla più ingombrante e protagonista che ci sia, e sì, mi rendo sempre più conto che potrebbero dire e fare di tutto, ma in una scena collettiva il mio sguardo sarà sempre puntato su di lui e le sue espressioni.
In ogni caso, di tempo ce n'è per parlare pure qui di #MeToo -in modo ovviamente irriverente- per portare in scena una nuova versione de La bella e la bestia, per sbeffeggiare gli hipster, le serie TV tutte e i nerd.
Poi, però, c'è quel fulmine a ciel sereno che è Party Monster: Scratching the Surface (4x03), una puntata che definire geniale è dir poco, assurda nel suo prendersi gioco di crime-serie made in Netflix e assurda nel racconto di un reverendo che potrebbe nuovamente farla franca.
Ecco, anche se gli scricchiolii si fanno sempre più forti, se le puntate passate hanno di certo più smalto e ci si ritrova spesso a girare a vuoto, è per episodi simili che Kimmy mancherà, anche se Kimmy in scena non c'è.
Non resta allora che aspettare il 2019 per un finale che si spera con i fiocchi.
Voto: ☕☕½/5
Purtroppo non ho mai conosciuto Kimmy (visto giusto il pilot, e perché?), ma questo Maccio l'ho quasi adorato. L'ho recuperto sentendone parlare in radio e, non conoscendo mica tanto, l'ho trovato sorprendente. Secondo me, anche quella recitazione amatoriale, quelle freddure, fanno parte del suo piano: non mi spiegherei altrimenti la cura per la regia e la fotografia, l'aspect ratio che cambia di genere in genere, gli altri attori doppiati da professionisti per risultare convincenti (proprio come in un film). Insomma, comicità nonsense non troppo nelle mie corde, per nuove generazioni, però posso dirlo? Ci vedo del genio, sì, e un gran gusto dietro.
RispondiEliminaDel genio ce lo vedo, e continuavo a pensare a una versione americana del tutto, altrettanto spassosa, un po' com'era quella genialata di Man Seeking Woman. Però ho dei problemi con la sua comicità, con quelle scelte di recitazione e di attori, volute -ovviamente- ma che mi ostacolano ad un amore totale.
EliminaKimmy, invece, vedila tutta, le prime due stagioni sono ineguagliabili!
Maccio sempre e comunque! :)
RispondiEliminaQuesta nuova serie mi sembra decisamente discontinua, almeno dai primi due episodi che ho guardato: una noia quello western (ma è colpa del genere, mi sa), geniale quello horror. Vedrò gli altri...
Kimmy Schmidt purtroppo l'ho abbandonata da un po', ma la ricordo con affetto & simpatia. :)
Con Kimmy potresti anche recuperare in fretta in vista del gran finale di gennaio, The Generi sì, è discontinua, alternando episodi geniali ad altri sottotono, ma per un fan da sempre di Maccio come te non sarà un problema.
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