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7 settembre 2018

Venezia 75 - The Three Adventures of Brooke

30 giugno
Brooke buca la bici. Si trova ad Alor Setar, cittadina rurale della Malesia.
La aiuta una giovane ragazza gentile e generosa, che la ospita, che gliela ripara, che la porta in visita per la città, tra musei e cartomanti, tra negozi di cristalli poco onesti, mettendo alla prova la fiducia di Brooke.
Di nuovo 30 giugno
Brooke buca la bici.
Questa volta la aiuta un gruppo di giovani politici che quella città la vorrebbero cambiare, rendere più moderna. Brooke, in qualità di antropologa, aiuta a sua volta pur pensandola in modo diverso, pur apprezzando la storia, la tranquillità, che si respira ad Alor Setar.
30 giugno, ancora
Questa volta Brooke buca e si aiuta da sola, arriva in un'officina e passa la giornata con un altro turista, francese, con cui scopre la città, con cui si interroga e finalmente scopre le sue carte, la sua storia, allungando il viaggio, approfondendo la conoscenza.



Non è un caso che quel turista sia francese, c'è una grande influenza del cinema d'oltralpe in quest'opera prima di Yuan Qing, che gioca con il destino, con i casi della vita. Si presta al gioco pure Pascal Greggory, che si confessa a una giovane protagonista dando vita all'episodio più profondo -anche se forse troppo parlato- di queste tre avventure, in cui c'è spazio per sprazzi di commedia, riflessioni sull'oggi, sulla vita in sé.
Giochi del destino, giochi che riguardano il nostro essere pronti verso quel destino, verso quello che un dio bonario e canterino ci riserva.
Non male come opera prima, dolce e amara al punto giusto, con quel tocco di surrealismo a cuor leggero che il cuore lo sa toccare.

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