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12 novembre 2018

Cantando sotto la pioggia

#LaPromessa2018

Mi sono voluta fare un regalo, ieri, per i 7 anni del blog.
Ho voluto andare contro la crisi del settimo anno, contro un periodo grigio e pieno di pioggia, cantando e ballando sotto quella pioggia. O almeno, vedendo gli altri farlo, scoprendo un film che chissà perché, ancora non avevo visto.
L'ho visto, Cantando sotto la pioggia, e me ne sono innamorata.
Mi sono persa fra quei colori così saturi, fra quelle musiche così romantiche, fra quei balletti così perfetti, seguendo una storia che parla di cinema, di amore, di amore per il cinema, pure.



Non lo pensavo così, non lo sapevo così.
Non sapevo si affrontasse il problematico passaggio dal muto al sonoro in quel di Hollywood, non sapevo si ironizzasse su dive e starlette, su produttori burberi, su invenzioni che sembravano da strapazzo.
Non sapevo che il protagonista, Gene Kelly, fosse così affascinante da far invidia pure al giovine, non sapevo quanto fosse bravo a ballare, a cantare.
Non sapevo quanto era bella e leggiadra Debbie Reynolds, con i suoi occhi sfavillanti e la voce da usignolo.
Non sapevo quanto quell'amico messo in disparte, Cosmo, sapesse rubare spesso la scena, ballerino di prima fila, sceneggiatore, arrangiatore, titolista e direttore d'orchestra.
Non sapevo, infine, quanto quel film che continuo ad amare e a venerare (La La Land) dovesse a questo Cantando sotto la pioggia, tra storia d'amore contrastata, colori sgargianti, numeri da Broadway e quel parlare e analizzare il mondo del cinema.



Quanto è moderno, ancora, Cantando sotto la pioggia?
Quanto sono antica io a scoprirlo solo ora, con così tanti anni di ritardo, solo perché mi definivo allergica a certi musical d'altri tempi, finendo invece per ballare per casa, per cercare un corso di danza pure, che certa leggerezza di movimenti, certa sincronia la vorrei anch'io?
E infine, quanto è potente il cinema, quanto è magico un film che sa far breccia nella crisi, far uscire un raggio di sole in un periodo così grigio, facendo capire ancora una volta perché di cinema continuo e voglio continuare a nutrirmi?
E allora, anche se piove, sotto quella pioggia cantiamo e balliamo, gridandolo il nostro amore per quel mondo folle, fatto di artisti e sognatori, che è il Cinema.


4 commenti:

  1. Visto a lezione di Storia del cinema al primo anno di università e amato profondamente. A sorpresa si ride, si canticchia, e lo si guarda ancora con occhi grandi così. Poi il tema del passaggio al sonoro, tutt'altro che una questione da poco, è una rarità se approcciato con tanta leggerezza (uno dei miei classiconi preferiti, Viale del tramonto, parla dello stesso dramma, ma con ben altri toni). Anch'io, nemmeno a farlo apposta, ieri sera sono andato di film da rigattiere: ho rispolverato Chi ha paura di Virginia Woolf? e, nonostante sia un film che meriti un po' di paura reverenziale per la sua pesantezza, mi è piaciuto molto.

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    1. Ne parlavi spesso, soprattutto in relazione a La La Land e sono felicissima di questo recupero, La Promessa continua a dare soddisfazioni :)

      Quel Virginia Woolf l'ho letto in versione teatrale, e non so perchè ma se mai dovessi vederlo adattato, vorrei che fosse su un palcoscenico nonostante gli attoroni presenti nel film.

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  2. La mia allergia ai musical è stato essenziale nel non vederlo mai, ma in futuro chissà ;)

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    1. Questo è decisamente un Musical con la M maiuscola, pieno di canzoni ma soprattutto di balletti, sei avvertito! Con me ha vinto facile, ma quanta bellezza, quanta magia!

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