Pagine

13 novembre 2018

Homecoming

Mondo Serial

Sulla carta poteva sembrare una serie come tante, senza gran troppo da dire, a trattare un tema apparentemente pesante come il reinserimento in società dei militari di lungo corso.
Ma che Homecoming riservasse delle sorprese lo si poteva sospettare dai nomi coinvolti, quello di Julia Roberts in primis, al suo debutto  come protagonista sul piccolo schermo (anche se quello web di Prime Video) e quello di Sam Esmail, regista di tutti gli episodi, firma di quella strana creatura che è Mr. Robot.
Lo si capisce subito, allora, che Homecoming è qualcosa di diverso, è un'indagine, sì, è un esperimento, è una storia d'amore e d'amicizia, sono segreti da tenere nascosti, è, in definitiva, una delle più belle sorprese di quest'anno.



Come spiegarla?
Prendiamo Maniac, alleggeriamola di quello strano futuro in cui è ambientata e delle divagazioni mentali che la rendevano unica, ma teniamo l'esperimento a cui volontariamente ci si sottopone e a cui si fatica a lasciarsi andare in piena fiducia, e teniamo anche i responsabili di questo esperimento che sono e vanno in crisi tanto quanto i loro pazienti.
Prendiamo poi Se mi lasci ti cancello, con la smemoratezza che avrà il suo ruolo, con una storia d'amicizia ma forse anche qualcosa di più che questa dimenticanza la vuole vincere.
Nel mezzo, l'indagine di un ostinato dipendente governativo, che ci porta avanti e indietro nel tempo, a scoprire cosa si faceva fra le mura eleganti dell'Homecoming, e cosa combina ora Heidi, passata da gestire quel centro in qualità di psicologa a fare la cameriera in un paesino di provincia.


Mi sento però di aver già svelato troppo, perché il bello di Homecoming è forse non sapere nulla, non sapere che si tratta a tratti di una commedia con i suoi strani tempi comici, i cui episodi durano appena 25-30 minuti, con la presenza di attoroni come Sissy Spacek, Bobby Cannavale, Alex Karpovsky, Shea Whigham e pure il Jeremy Allen White di Shameless.
Quel che si può dire è che Sam Esmail gigioneggia come non mai dietro la macchina da presa, impreziosendo ogni inquadratura, ogni movimento di macchina, rendendo anche la risoluzione dello schermo parte del racconto, capace di darci dritte sul momento temporale in cui ci si trova.
Lei, Julia Roberts, che sia fragile, che sia volitiva, che sia altera o romantica, buca lo schermo.
Lui, Stephan James, con il fare del bravo ragazzo, conquista.
Insieme questo trio crea uno spettacolo magnifico, in cui tutto è perfettamente incastrato, in cui la curiosità la fa da padrone.
Nel suo procedere a ritroso, andando nel mentre pure avanti, Homecoming prende e non molla più, superando il rivale Maniac in un modo che non si credeva possibile, con un finale dolce-amaro fra i più belli di quest'anno seriale.



Voto: ☕☕☕☕½/5

8 commenti:

  1. Ero già curiosissima nei confronti di questa serie, un po' perchè tratta da un esperimento in formato podcast - la mia ultima ossessione - e un po' (tanto) per Julia Roberts al debutto in questo mondo. Le tue impressioni, decisamente entusiaste, sono un motivo in più per recuperare questa serie. :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Recupera sì, la si guarda tutto d'un fiato e la si adora!

      Elimina
  2. Ho visto solo i primi due episodi. Non è scattata la scintilla, ma lo si vedrò di sicuro a giorni, sperando convinca più di Maniac (a cui, per forza di cose, ho pensato anch'io). :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non scatta la scintilla nemmeno con questo non so che pensare ;) Meglio di Maniac, quindi una possibilità in più per te ce l'ha!

      Elimina
  3. Ne ho sempre sentito parlare bene! Che cast poi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un cast e una regia di livello altissimo, e il risultato non può che convincere.

      Elimina
  4. Non mi ha certo entusiasmato quanto te.
    L'ho pure seguita con un certo interesse, ma l'ho trovata una serie freddissima. Anche quel finale troppo cerebrale, giocato sul dettaglio un po' alla Inception. O in stile Hitchcock, che poi mi sembra il riferimento centrale di tutta la serie.
    Peccato che Sam Esmail non sia certo ai suoi livelli e la sua regia pretenziosa, uguale identica a quella di Mr. Robot quindi non proprio sorprendente, abbia finito per infastidirmi.
    Pure a me ha ricordato Maniac, ma solo una sua versione glaciale e senza fantasia. :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io questa freddezza non l'ho sentita, anzi, e quel finale è uno dei più belli di quest'anno. Amore impossibile, amore strano, e l'occhio di Sam Esmail continua a stupirmi e a non sembrarmi "artefatto" come magari la regia di AHS. Certo, Mr. Robot l'ho abbandonato da tempo lo stesso, lì troppo cervello, poco cuore.

      Elimina