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10 dicembre 2018

The Wire

#LaPromessa2018

È stato un recupero tutt'altro che facile, lo devo ammettere.
Dilazionato in più mesi, con pause lunghe tra una stagione e l'altra, con episodi inseriti nei momenti di flato delle altre serie TV. Ho faticato più del previsto ad entrare nel mondo di Baltimora, a ritornare a quei tempi televisivi lunghi e lenti di un tempo, a capire soprattutto cosa si dicesse, sentendomi esattamente come Michael Scott.


Ma ce l'ho fatta, il recupero doveroso di quella che per molti è la miglior serie TV di sempre l'ho portato a casa e posso dire che no, non faccio parte di quei molti, anche se capisco le loro motivazioni.
C'è una scrittura attentissima (vedi anche solo questa scena, in cui sì, l'unica parola pronunciata è fuck in più variazioni), c'è uno sviluppo dei personaggi nell'arco di queste cinque stagioni da fare invidia a qualunque romanzo, a qualunque film, e infine c'è una città analizzata sotto ogni punto di vista, una città in cui non metterei mai piede, mi spiace Baltimora.
Cinque stagioni che sì, sono tante, personaggi che sì, sono tanti, e allora per parlarne in modo diverso, per fare un po' di ordine, via con le classifiche!



STAGIONI

5. Prima stagione (La Strada)

L'inizio non è certo esaltante, sì veniamo a conoscenza dei traffici di droga nei quartieri/ghetto della città, conosciamo i signori della droga, chi sta al comando (Avon Barksdale), chi con intelligenza tiene le fila del tutto (Stringer Bell), e chi sta sotto (il nipote D'Angelo), per strada, spacciatori bambini che questo fanno per vivere.
L'obiettivo è sgominare tutto, seguire i soldi, tagliare la testa all'organizzazione. Così, reclutando poliziotti che sembrano dei reietti della società loro per primi, viene messa a punto una task force che spia, monitora, intercetta comunicazioni e fa un po' sorridere vedere lo stupore, l'ammirazione, verso tecnologie diventate più che obsolete oggi, ma tant'è.
Oltre a Jimmy McNulty -testa calda e intelligente- conosciamo anche Lester Freamon, seppellito nell'archivio per insubordinazione, che metodico e calmo, sa come muoversi, il duo Carver-Herc, giovane e corruttibile, Kima affamata di azione, e Cedric Daniels capo di tutto, granitico e diviso tra la possibilità di far carriera e il rimanere tutto d'un pezzo.


4. Terza stagione (La Burocrazia)

Le elezioni sono imminenti a Baltimora, e un sindaco troppo bianco come Tommy Carcetti (sì, il viscido Ditocorto Aidan Gillen) si gioca di tutto pur di vincere. Nel mentre, il cerchio attorno a Stringer Bell si stringe, la fine del suo impero si fa vicina mentre i nemici aumentano.

3. Seconda stagione (Il Porto)

Jimmy per insubordinazione viene declassato nella polizia fluviale e l'azione si sposta nel porto, mostrando altri traffici illeciti della città, che vanno dalla prostituzione alla droga, con la corruzione dilagante in quel porto in cui si parla di sindacati ed elezioni, in cui Barksdale come la mafia greca spadroneggiano. Una stagione più bianca e che, sarò troppo bianca io, è riuscita a coinvolgermi di più, con in mezzo i drammi di un figlio e di un nipote che sentono il richiamo dei soldi facili.



2. Quinta stagione (Il Giornalismo)

Nell'ultima stagione si è ormai disposti a tutto pur di mettere alle strette il nuovo boss Marlo, accusarlo di quei cadaveri che ha disseminato per la città. Jimmy torna il solito Jimmy, incapace di star fuori dai guai, dal vizio di donne e alcool. Così si inventa un serial killer, pur di spillare soldi alla politica, ad un sindaco già indebitato fino all'osso. I giornalisti ci vanno a nozze, i soldi arrivano, e le indagini davvero importanti possono prendere piede. Ed è nella redazione del Baltimore Sun che l'avventura con The Wire finisce, immergendoci in bozze e in giornalisti che prima dei tempi danno fake news per la gloria, più che per i click.
Baltimora non sembra essere cambiata o ripulita, le buone intenzioni di un sindaco che per quanto discutibile sa come muoversi, non bastano, e non bastano neppure quei finanziamenti. Come sempre, meglio farsi corrompere, tacere. Meglio archiviare indagini e nomi, e così, nel bancone del Kavanagh's Irish Pub salutare in anticipo due poliziotti diversi ma simili, intelligenti più del dovuto come Lester e Jimmy.

1. Quarta stagione (La Scuola)

L'occhio si focalizza sulle scuole, su un sistema scolastico che -proprio come la polizia- pensa più a numeri e statistiche che non ad insegnare davvero ai suoi alunni. Bambini e ragazzi dal destino già segnato, abbandonati da famiglie che probabilmente han passato la stessa sorte e che trovano più invitante la vita di strada, i soldi dello spaccio, che non stare sui banchi. Li si capisce, ma non li si aiuta. Ci prova Prez, non più a servizio, ci prova un esperimento scolastico che pur puntando sulla separazione/ghettizzazione degli alunni più problematici, qualcosa fa.
In strada, poi, anche se Stringer Bell e soci non sono più del giro, c'è chi ha prontamente preso il loro posto: Marlo Stanfield, che è peggio di loro. Gli omicidi si fanno all'ordine del giorno, ordinati come fossero una pizza, i soldi si accumulano ma non si spendono, da quella vita di strada, di grigiore, non se ne esce. Mentre il destino di quei Boys of Summer del primo episodio, prende una china che fa davvero male.



PERSONAGGI

5. Jimmy McNulty

Mina vagante del distretto, tanto intelligente ed efficiente, quanto egoista e alcolizzato. La sua è una parabola vera e propria, con un inizio in cui si scontra in continuazione con i capi -pur avendo ragione- con una pausa (nella quarta stagione) in cui poco appare e sembra aver trovato la pace, e infine dando il meglio di sé inventando un caso e un serial killer, fregandosene della morale anche se per un fine più grande. Difficile amarlo, in realtà, ma impossibile dimenticarlo. Lui, e tutte le donne che -quasi come una tradizione- Dominic West riesce a portarsi a letto.



4. Lester Freamon

Il Morgan Freeman della task force: geniale e pacato, calmo ma pungente. Anche lui non si fa sempre amare -soprattutto dai capi- ma quell'aplomb glielo si invidia.


3. Stringer Bell

Un narcotrafficante diverso dal solito: intelligente, studioso, preparato. Non ha sete di sangue o di vendetta, ma delle cose fatte per bene. Per questo tradisce anche la famiglia, senza troppi scrupoli. Ad interpretarlo l'uomo più sexy di quest'anno, Idris Elba.


2. Omar Little

Il Robin Hood di Baltimora, che ruba ai ricchi per goderne. Gira come un supereroe, con un mantello e un fucile a canne mozze, imprevedibile e imprendibile. La sua omosessualità avanti anni luce, poi, se si stanno a sentire i discorsi di oggi.


1. Bubbles

Talpa della polizia o semplice barbone che non riesce ad uscire dal tunnel della droga? Bubbles è un po' la spalla comica della serie, anche se con l'andare del tempo le sue scene si fanno sempre più drammatiche. Lui lo si ama, se ne prova pena. Cerca di raggranellare soldi, di aiutare gli altri, faticando ad aiutare se stesso.


EVOLUZIONE PERSONAGGI

5. Michael Lee/Nuovo Omar

Il suo destino non è fra i più tragici fra i ragazzini conosciuti nella quarta stagione, ma da alunno capace a serial killer, passa ad avere una coscienza, e a trasformarsi nel nuovo Omar come se il cerchio non si possa mai davvero chiudere.


4. Dennis "cutty" Wise

Uscire di prigione dopo 14 anni e cercare di rifarsi una vita stando lontano dalla strada. Si può, a fatica. E si può trovare un obiettivo nobile nel tenere lontani da quella strada anche chi ne è più tentato, aprendo una scuola di boxe.


3. Agente Carver

La mia cotta seriale, in realtà, ma anche il bello nel vedere un agente facilmente corruttibile che lentamente trova il suo spazio, il suo posto nel mondo. Prendendo il comando, con onore.


2. Bubbles

La sua storia meritava davvero una pagina del Baltimore Sun, la sua rinascita, il suo essere pulito e affidabile, sembra quasi l'unica nota positiva in una città in cui è davvero difficile non sporcarsi.


1. Roland "Prez" Pryzbylewski

Meriterebbe di essere studiato in un saggio su come far evolvere i personaggi. Da poliziotto incapace e raccomandato, da testa calda ad appassionato di indagini da ufficio le cadute non gli vengono risparmiate. Trova però ancora da dare all'interno della scuola, come professore alle prese con una classe problematica, come un professor Keating capace di cambiare le vite dei propri ragazzi, nel piccolo, a modo suo.




[SPOILER] 
ADDII DIFFICILI

5. D'Angelo

Una morte che non ci si aspetta, ordinata dall'interno. La sua faccia pulita era troppo rischiosa da tenere in giro.



4. Sherrod, l'amico di Bubbles

Altra morte difficile da digerire, forse più prevedibile, ma comunque dolorosa, soprattutto per la reazione che provoca in Bubbles, distrutto dal dolore.


3. Bodie

Spacciatore presente fin dall'inizio, dall'inizio gli si vuole bene. Sarà che poco fa per farsi odiare, per rendersi odioso. Quando una sua morale dimostra di averla, scagliando giuste parole contro Marlo, la sua fine si fa inevitabile.



2. Stringer Bell

Lo si capisce Jimmy, ad un passo dell'arresto, che si trova davanti un cadavere. Lo si avrebbe voluto vedere dietro le sbarre, e invece i conti si fanno se non si è stati onesti, se ci si è macchiati di crimini e doppi giochi. Anche con il fascino dell'intelligenza e l'organizzazione che lo contraddistingue.



1. Omar Little

La morte che non ti aspetti davvero.
Un fulmine a ciel sereno.
Capace di scampare a tutti, di far fuori chiunque a piacimento in nome della sua leggenda, ad ucciderlo è l'insospettabile, l'imprevedibile. Pur se cattivo, pur se sanguinolento, la sua fine che non fa nemmeno notizia, viene scambiata pure in obitorio, fa ancora più male.




L'avventura al loro fianco non è stata di certo priva di sbadigli o di noia, ho faticato, ma ammetto di essermi commossa, di aver sorriso per trovate, per battute o anche solo per il montaggio di certe scene.
Spiace non aver parlato di più di Kima, di Bunk, di Cedric, di Rhonda o della coppia di assassini Snoop e Chris, spiace aver dimenticato pezzi per strada (Hamsterdam, non ho parlato della trovata di Hamsterdam!), ma la strada è davvero lunga.
Meglio allora chiudere con quel finale perfetto, che sa di essere un finale e in cui il cerchio sembra ricominciare, con Baltimora mostrata ancora una volta con tutte le sue incongruenze, con gli alti palazzi in stile coloniale e i ghetti residenziali, come quella che ormai è casa.


8 commenti:

  1. Purtroppo è un recupero che non mi tenta, dico la verità.
    Troppo crime, troppa pesantezza, troppa fatica. Prometto che un giorno mi darò a Mad Men, ma con The Wire passerò.

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    1. Capisco benissimo la diffidenza, ed essendoci passata sì, puoi farne a meno ;)
      Non puoi invece continuare ad evitare Mad Men, che sì, ha gli stessi tempi allungati, ma che magia!

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  2. La colpa sta proprio in quei tempi molto lunghi, molto densi. Ho faticato ad entrarci e a starci. Anche se, visto il lungo percorso, ho finito comunque per affezionarmi e appassionarmi a personaggi davvero sfaccettati.
    Rivederlo non credo, ma sono felice di aver colmato questa lacuna, aver scoperto scene ed episodi da applausi.

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  3. Se John Waters ha speso la sua intera filmografia a prendere per i fondelli Baltimora, un motivo ci sarà! Sono abbastanza presa con altre serie, ma l'episodio con le 50 articolazioni di fuck lo guarderei volentieri! :-p

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    1. È una sola scena, ma che vale l'episodio intero! Sarei curiosa di vedere la pagina di sceneggiatura a riguardo infatti :)

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    2. Come avrebbe detto la casalinga di Baltimora Beverly Sutphin: ma che bella boccuccia di merda! (allo sceneggiatore) XD

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  4. Ancora mi manca, forse dovrei un giorno vederla, dato che ne sento sempre parlare bene, ma non è facile ;)

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    1. No, non sarà un recupero facile, richiede impegno e anche pazienza. Ma con i giusti tempi il suo spazio lo merita.

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