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19 febbraio 2019

House of Cards - Stagione 6 (e ultima)

Mondo Serial

L'ho vista e non volevo crederci.
L'ho seguita e non mi capacitavo.
Ho aspettato, accantonato, ma il momento di parlare dell'ultima stagione di House of Cards è arrivato.
Una serie seria, di quelle impegnative, di quelle che ha raccontato altarini e retroscena della politica americana, ammiccando, giocando, divertendo a suo modo. Facendoci odiare il suo protagonista, sua moglie e il loro valletto, assistendo invano alla loro ascesa fino allo scalino più alto: quello della porta della Casa Bianca.
E ora?
Ora gli scandali sessuali che coinvolgono Hollywood fanno piazza pulita.
Ora che Kevin Spacey è stato accusato, si è difeso nel peggiore dei modi ed è svanito nel nulla (questo strano, folle video a tema a parte), Netflix ha deciso di andare avanti senza di lui.



Lui che è l'elefante nella stanza, l'ombra pesante che si sente per tutte le 8 puntate di quest'ultima stagione.
Resta Claire, Presidente in carica, la prima donna ad avere a che fare con gossip e vipere, con ricatti e vecchi amici che si trasformano in nemici.
Frank è morto, un infarto fuori scena, non a favore di telecamere.
E allora la faida si sposta contro gli Shepherd, contro un'amica viscida e un fratello che si crede onnipotente.
Sono colpi e contraccolpi, sono recite e rivoluzioni compiute per l'ego, per tornaconti, non certo per effettivi valori o etica.
Così, i morti ammazzati si sprecano, tra pilastri cardine e tessere sacrificabili da tempo.
Così, una Presidentessa non disdegna più di macchiarsi di sangue, e fa paura.


Ma a conti fatti, fa anche ridere, in una caduta di stile (non quello dei suoi abiti, come sempre impeccabile) che rasenta il trash, in tentativi di eccedere che sanno di assurdo.
Si osa troppo e quel potere che logora, logora anche noi spettatori, privati di un Frank a cui bastava uno sguardo, una parola, per far tremare.
Certo, Robin Wright è così algida, così fredda e calcolatrice da esserne una degna erede, e non cala il livello tecnico del tutto (leggi: la solidità) ma quando la sceneggiatura deve sottostare ad accuse reali, forse è meglio chiuderla in modo diverso.
Per quel che mi riguarda, con un finale grottesco la parola fine non è stata ancora detta.
Non così, non ora.
Mi aspetto una sorpresa. Me lo auguro, altrimenti lo scempio, il ridicolo, ha davvero toccato il fondo.


Voto: ☕/5

3 commenti:

  1. Non sapevo davvero cosa pensare più andavo avanti con gli episodi. Qualche buona idea c'era, qualche ammiccamento ai grandi momenti pure. Ma tutto entra in una fanta-politica che davvero non si concepisce, assurda nel sangue che sparge e negli intrighi che mette in scena. Niente da dire su Robin Wright, ma Spacey/Frank fa sentire tutta la sua assenza. Meglio cancellare tutto che proseguire così.

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  2. Sono stato meno cattivo, ma non posso non ammettere la ridicolaggine..

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    1. La delusione è stata tanta, troppa. Si poteva lasciare sospeso o chiudere in modo molto più dignitoso.

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