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11 maggio 2019

Men, Women & Children

È già Ieri -2014-

Benvenuti a questa lezione introduttiva su come stare sui social e nell'internet.

Partiamo da i genitori che si possono dividere in tre macrocategorie:

1. Gli Ansiosi
Internet è il male. Si nascondono pericolosi individui che potrebbero rubare di tutto ai vostri figli: la privacy, la verginità, la pace. La regola è monitorarli. Sempre. Tenerli al sicuro. Diventare voi stessi quegli esseri pericolosi che tolgono loro la privacy, ma a fin di bene. Setacciate le cronologie, applicate il controllo GPS a distanza, chiedete l'amicizia su tutti i social. Solo così potrete dormire sogni tranquilli!
Forse.
Perché niente impedisce a vostra figlia di usare un telefono diverso, una rete diversa, un social diverso. E soprattutto, niente le impedisce di crescere, e conoscere l'amore nella vita vera.


2. I permissivi
Lasciate fare, lasciate correre.
Se li avete educati a dovere, sapranno cavarsela. Un'occhiata alla cronologia, giusto per capire se tutto va bene. E, dato che ci siete, approfittarne: guardate che siti sporcaccioni frequenta vostro figlio! Potrebbero essere la via d'uscita per il matrimonio spento e senza passione in cui vi trovate. Potreste trovare l'escort che fa per voi, o il sito per amanti che fa per voi... chi potrebbe dirlo.


3. Gli Istigatori
Incoraggiateli.
Internet è il futuro, è lì che si diventa una star, che si fanno gli incontri giusti, si creano contatti che possono cambiare la vita.
Quella che voi per una gravidanza non prevista non avete avuto. E allora, che ce l'abbia la vostra bellissima figlia la possibilità di sfondare in TV, al cinema, passando prima per internet!
Non è venuta benissimo in questa foto in bikini? Pubblicatela, diffondetela, vendetela! Non c'è niente di male. Su!


Per quanto riguarda i figli la questione è più complessa e non è facile etichettarli. Ci sono vari modi per stare sui social.

- Quello snob.
Internet è il male. O meglio, c'è di meglio. C'è un buon libro, c'è un amico che si avvicina e potrebbe diventare di più. Chi lo sa.

- Il lato positivo
È la valvola di sfogo, in cui trovare amici con cui non pensare, dimenticare quella madre che se n'è andata a costruirsi un altro futuro, sparando a tutto e a tutti.

- Il lato negativo
È la valvola di sfogo, in cui trovare qualcosa su cui sfogarsi. Peccato che il porno sia sempre più soft, che per trovare quello davvero eccitante, la ricerca è sempre più ardua.

- L'ottimista
È un trampolino, per sfondare, per condividere tutto. Per diventare più bella, più accettata, più amata.


Per avere esempi visivi, il consiglio è quello di recuperare Men, Women & Children.
Il calderone che ne esce è di quelli piuttosto deprimenti.
Se non c'è un modo giusto o sbagliato per star sui social -in realtà c'è, ma è sempre più difficile spiegarlo quando anche i politici abbassano l'asticella del buon gusto VinciSalvini, perdio!- c'è un modo per raccontare questi vari modi.
Per riflettere anche, cercando di capire e di scavare un po' più a fondo, oltre ai soliti cliché.
Il film di Jason Reitman ci riesce fin là: sono troppe le storie che vuole raccontare, troppi gli spunti e le deviazioni che prende, che toccano problemi alimentari, sessuali, di elaborazione, oltre che di dinamiche relazionali. Con una deriva finale drammatica che proprio a causa delle tante storie e parentesi aperte, si chiude a fatica.


Reitman pur sguazzando nel suo campo, cerca il ritmo e il passo giusto, ma finisce per perdersi nelle troppe voci a cui prestare attenzione in quella periferia americana, in quel liceo di provincia, che lo aveva visto emergere con Juno.
Il cast è di quelli variegatissimi a partire da un Adam Sandler più convincente del solito, Jennifer Garner, Dean Norris, J.K. Simmons, Ansel Elgort e in un ruolo marginalissimo pure Timothée Chalamet. Mentre è la voce di Emma Thompson che ci racconta gesta, segreti, pruriginii delle famiglie che segue.
Difficile pronosticare se Men, Women & Children è e rimarrà un almanacco dello stare su internet attuale ed efficace, come è difficile definire chi sta nel giusto e chi sbaglia nel suo modo di comportarsi. Genitori o figli che sia.
In fondo, basta ricordare che le stelle lassù ci guardano, e aspettano un nostro semplice sguardo senza filtri, senza schermi ma pieno di speranza, per esausire un desiderio.

Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Un Reitman minore, ma mi era piaciuto. Mi piace sempre.
    Non ho mai capito, invece, il grande successo di Up in the air!

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    1. Il successo tanto decantato no, ma ricordo di aver apprezzato parecchio pure quello. Più adulto e più maturo, forse come racconto -e protagonisti- più aperto al grande pubblico.

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  2. Strano recupero, visto che non è certo un titolo imprescindibile.
    Io l'avevo trovato davvero modesto. Un Jason Reitman irriconoscibile. Il classico temino scolastico che cerca di scandagliare tutti gli aspetti dell'internet e dei social, e finisce per non dire un bel nulla che già non si sapesse...

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    1. In realtà questo titolo ha spinto al recupero di Labor Day. Lo si è inserito in una minirassegna nel cinema con cui collaboro, con psicologi che a rotazione presentavano e parlavano di determinati problemi, in questo caso -ovviamente- la dipendenza della rete.

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