"Forse i libri andrebbero provvisti di istruzioni.
Un foglietto di carta ripiegato e infilato in ogni copia che ci avverta:
- Solo per una persona alla volta.
- Non usare come sgabello o predellino
- Il mancato rispetto delle istruzioni può provocare gravi infortuni."
Ci avverte subito Neil Gaiman, anzi, vorrebbe che tutti i libri avessero degli avvertimenti.
Nuocciono gravemente alla stabilità mentale, possono provocare fantasie sfrenate, somministrare con cautela: provocano dipendenza.
Mi avverte, anche se quella che ho davanti è una raccolta di racconti e io alle raccolte di racconti sono un po' allergica.
L'ho detto altre volte: fatico, so che sono piccole pietre preziose, piccole storie che nascono e muoiono nel giro di qualche pagina e che -se ben fatti- bastano a loro stessi. Ma il bello del leggere per me è quello di immergermi a lungo in nuovi mondi, di conoscere e amare/odiare i vari protagonisti.
Tempo, insomma, è sempre questione di tempo.
Ma Trigger Warning è una raccolta di racconti speciali.
Non solo perché a scriverla e redarla è Gaiman stesso, ma perché c'è un cuore, una ragione dietro al progetto.
C'è la volontà di un lettore di racconti di portare nuova linfa al genere, di dargli un significato, andando a raccontare genesi, ispirazione, successi e insuccessi di questi. C'è quindi una premessa che diventa racconto a sé, a cui tornare alla fine di ogni titolo.
E sembra davvero di essere a lezione, o di ascoltare un amico parlare del suo lavoro, che lavoro davvero è.
Scrivere ogni giorno, dice Gaiman, questo è il segreto.
E leggere, cercando e trovando ispirazione ovunque.
Così, ci si ritrova al fianco di eroi conosciuti e già usciti dalla penna di Gaiman, come il mitico Doctor Who (nella sua undicesima reincarnazione) con un'avventura su carta migliore dell'intera ultima stagione (Le niente in punto), o il Shadow Moon di American Gods (Cane Nero), o ancora uno Sherlock Holmes anziano di cui si scopre l'origine della passione per l'apicoltura (Il caso della Morte e del miele).
Ci sono poi racconti brevissimi ma terrorizzanti (La mia ultima affittacamere e Click-clack Sacchetto sbatacchiante i migliori) altri più lunghi e quasi spossanti (La verità è una grotta sulle montagne nere...), tecniche narrative originali (Arancione, un lungo interrogatorio di cui non sappiamo le domande ma solo le risposte o un Almanacco di racconti scaturiti dalle risposte dei fan a domande pubblicate su twitter) e omaggi sentiti verso amici e artisti (L'uomo che dimenticò Ray Bradbury e Il ritorno del Sottile Duca Bianco).
Ci sono mondi da scoprire, fiabe da rileggere, eroi e eroine da assistere. Con sempre una sottotraccia di paura, di fantasy e di mistero.
Grazie a quelle premesse, arrivati alla fine sembra non solo di aver conversato con un amico o di aver assistito a una lezione, sembra di aver visto lo scrittore al lavoro, di averlo accompagnato in camere d'albergo e convention, viaggi in isole lontane e tournée.
Sembra di essere stati in una poltrona al suo fianco, davanti ad un fuoco.
Ascoltando vecchie storie piene di sapore, come una volta.
Non conoscevo, stranamente.
RispondiEliminaEppure di Neil, letto una volta e basta, tengo tutto sotto occhio!
Trovato per caso al mercatino dell'usato e subito fatto mio, anche se non avevo capito si trattasse di racconti. Composti e presentati così, però, li si ama in ogni caso.
EliminaIl Dottore in una bellissima avventura, Shadow che non si smentisce e fa un po' addormentare, e tanti altri bellissimi racconti... non hai scuse ;)
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