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23 agosto 2019

Charlie Says

Andiamo al Cinema

Charlie dice che questo è il suo anno.
Charlie dice che sì, conta il fatto che dall'altro suo anno -il 1969- siano passati 50 anni esatti, ma dice anche che in fondo il suo nome non ha mai perso fama.
Charlie dice che il suo anno lo si vede da quanti attori sono chiamati ad interpretarlo: in un film per la TV dal dubbio gusto con Hillary Duff, in una serie Netflix come Mindhunter, in un film per Tarantino.
Charlie dice che probabilmente proprio Once Upon a Time in Hollywood ha fatto da traino a questo Charlie Says, presentato lo scorso anno a Venezia e rimasto da allora in attesa di uscita italiana.
Ma Charlie dice che le cose qui sono diverse.



Sono tre ragazze della sua Family le vere protagoniste.
In carcere, condannate all'ergastolo per quello che Charlie gli ha detto di fare.
Uccidere.
Al 10050 Cielo Drive e nella residenza LaBianca.
Charlie dice che il punto di vista è di quelli diversi e interessanti.
Tre ragazze, plagiate, giovanissime, che non rinnegano il loro Dio e quello che gli ha detto di fare.
Anche dietro quelle sbarre.
Ci prova una studentessa che diventa loro insegnante ad aprirgli gli occhi.
A rendere meno dura e più educativa la loro vita.
Ma Charlie dice che contano più i flashback.
Flashback che lo mostrano al centro di quella Famiglia, guru e sornione, predicatore e amante. Con la chitarra in mano, a invitare all'uso di droghe, di sesso, di violenza.


Charlie dice che Matt Smith se la cavicchia. Nonostante il suo essere inglese, nonostante la presenza inglese di Hannah Murray in una storia americana al 100%.
Charlie dice che il suo parlare perentorio, il suo strascicare la voce, imbonire gli altri, irrita.
Anzi, questo lo dico io.
Io che ho sofferto non poco durante la visione per le urla, i discorsoni, i lunghi monologhi e un equilibrio che manca tra il presente e il passato che viene raccontato.
La sensazione di una vicenda ancora una volta sfruttata per il bene del pubblico continua a farsi sentire.
Poco di nuovo si aggiunge, e anche se dovrebbero essere le tre ragazze -in particolare la poi rinsavita Leslie Van Houten- al centro del tutto, è Charlie a rubar loro la scena.
Charlie dice che di lui si continuerà a parlare, ancora e ancora.
Ma si spera meglio di così.
Con l'occasione mancata nella seconda stagione di Mindhunter (se ne parlerà martedì), tutto è ora nelle mani di Tarantino.


Voto: ☕☕½/5

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