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29 ottobre 2019

Marianne

La Settimana di Halloween

Halloween si sa, mette alla ricerca dei brividi.
Li si trova anche lì dove solitamente non si cerca: in Francia.
Li si trova in una serie acclamata da molti, che in molti ha spaventato, ricordando quella piccola grande gemma di Hill House.
Ma meglio scansare ogni equivoco: Marianne non vale neanche la metà della famiglia Crain.
E lo dice una -la sottoscritta- famosa per la sua fifonaggine.
Certo, il primo episodio di paura ne mette parecchia: l'anziana attrice Mireille Herbstmeyer fa salire le palpitazioni e miete incubi al solo comparire in scena.
Ma il problema è che questa tensione si smorza presto.
Già dal secondo episodio le idee sembrano essere finite, si allunga il brodo, si dilatano gli spauracchi, a favore di una storia che vorrebbe giocare le carte della nostalgia, gli omaggi a Stephen King, ma poco prende.


Di cosa parla Marianne?
Parla di una scrittrice di successo -Emma Larsimon-, che gli incubi della sua adolescenza li ha trasferiti su carta, con una strega/presenza/demone a dare la caccia alla sua eroina protagonista.
Parla di come questa Marianne torni a tormentarla dopo la sua dichiarazione di chiuderla con la saga, invitandola -attraverso il suicidio dell'amica d'infanzia, minacciando i suoi genitori- a tornare in quel paesino di mare dove è cresciuta.
Tornare significa fare i conti con una fuga che ha lasciato strappi, significa cercare di proteggere e fare pace con quei genitori già sotto scacco e riallacciare i rapporti con gli amici di sempre.
Ma soprattutto significa far fronte a Marianne, ai suoi attacchi, alle sue richieste.
Non mancano così i jumpscare, le situazioni assurde, tra nudi e possessioni.
Il tutto condito da un'ironia che non ci si aspetta, non da una serie horror francese, almeno.


Il problema, ancora, è forse questo.
La mancanza di equilibrio e di consistenza negli 8 episodi. Mettici poi una protagonista piuttosto insopportabile e il resto del cast non capace di lasciare il segno (tanto che pezzi importanti come l'assistente di Emma viene dimenticata in fretta) o vittima di macchiettismo esagerato (il detective Ronan, il prete Xavier).
Con una trama che mescola cliché del genere e già visto in modo migliore altrove (nel Seme della follia, in IT), la paura non è certo di casa. Lo è perlopiù la noia e a dirlo, ribadisco, è una fifona patentata.
Si salva il primo episodio, quello sì al cardiopalma, si salva un lungo flashback e si cestina un finale che ripesca tutte le carte d'orrore necessarie per aprire le porte a una seconda stagione per cui già si rabbrividisce. Ma per il motivo sbagliato.

Voto: ☕☕/5


4 commenti:

  1. Per me, invece, un divertissement che mescola benissimo svolte trash e spauracchi. Piacevole e di grande atmosfera, soprattutto leggerissimo: lo stesso non può dirsi delle ultime volte di King al cinema o su Netflix.

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    1. Il mio problema è che da fifona se mi approccio al genere è per essere colpita e impressionata. Succede nel primo episodio, ma poi si smorza tutto e sale la noia.

      King primeggerà questa settimana, prima di essere rivisto al cinema: ho paura, ma per il motivo sbagliato.

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  2. A me ha fatto un'impressione simile: piacevole sorpresa il primo episodio, deludente il resto.
    Poteva essere meglio e Mireille Herbstmeyer in pratica è l'unica cosa spaventosa, considerando comunque che sono riuscito a vederla per intero, alla fin fine non la boccerei troppo.

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    1. Considerando che mi ci sono addormentata in continuazione, non la considererei così horror ;) La vecchia è davvero spaventosa, ma tolta di mezzo lei e inseriti personaggi macchietta senza capo né coda, i pochi episodi perdono di peso.

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